Il post precedente è stato funestato da un certo accumulo di problemi della rete (e/o del sistema). Quindi, anche se le disfunzioni continuano a essere scandalosamente massicce ricominciamo qui, da capo, ad accennare a un volume curato da Silvio Costa per l’Anafi sul muscoloso Kolosso.
Ma non prima di aver ricordato, come sempre con grande ritardo, un autore che in qualche modo ci ha fatto divertire assai, quando in Italia ne veniva pubblicata l’opera, tra gli anni Sessanta e Settanta, sulla rivista Eureka (diretta da Luciano Secchi, ospite il prossimo sabato a Collezionando, a Lucca).
L’autore in questione, che ci ha lasciato pochi giorni fa, è Tom K. Ryan, who gave us (scusate se parlo in Inglese, ma mi viene più naturale) la striscia di Colt, o meglio (in originale) di the syndicated strip Tumbleweeds.
Ryan has passed at the age of 92… actually, ci ricorda Mark Evanier, about 92.8. His popular western-themed comic made its debut in September of 1965 and lasted until the end of 2007 when Ryan decided he was getting too old to continue it.
A run of 42+ years is pretty impressive in any industry. Like most cartoonists, Ryan was aided by occasional assistants, one of whom — a fellow named Jim Davis — did okay for himself when he struck out on his own and created Garfield.
Veniamo a Kolosso, nipote di Maciste e più forte di Ercole, è un personaggio italiano pubblicato per 104 numeri dal 1964 al 1966.
Creato da Mario Faustinelli e Carlo Porciani, Mac Kolosso ha un fisico da body builder e un’aria decisamente scanzonata, ma è uno che non si tira mai indietro davanti al pericolo lanciandosi in azioni generose e altruistiche a suon di pugni, senza mai rinunciare a battute e colorite esclamazioni. Le sue avventure ce lo presentano spesso in contesti storici diversi, grazie a un semplice escamotage narrativo: la macchina del tempo. La repentina chiusura dell’omonima testata impedì di veder pubblicato il ciclo di avventure ambientate nell’America del XVIII secolo che fu poi parzialmente riproposto da Puck nel 1967 e poi dalla fanzine Ploff! nel 1971.
Puck, 80 pagine con alternanza di quadricromia e bianco nero (ma all’inizio solo con un secondo colore per abbattere i costi) e con un dorso quadro come Trottolino o Soldino. Non per caso la tipografia è la stessa di questi ultimi due più navigati pocket: la Gibiemme di Segrate, di proprietà di Renato Bianconi e del suo socio Giola (Gibiemme è la trascrizione per esteso dell’acronimo “GBM”, che sta per “Giola-Bianconi – Milano”). La periodicità di Puck è quindicinale, la casa editrice è l’arcana Ortobene, l’animatore di tutto il ben noto operatore del Fumetto e della stampa per ragazzi Francesco Paolo Conte.
Questo strano tascabile, dal prezzo di 120 lire, eccessivo per il mercato dei pocket a lui contemporaneo (lo stesso del Topolino mondadoriano in quadricromia, con il quale non può senz’altro competere) è uno strano mix di temi e personaggi. Dopo aver destinato uno spazio minimo all’eroe di testata, un maghetto-elfetto di ispirazione scespiriana che agisce su testi dello stesso Conte e i disegni del veterano Guido Zamperoni, propone ingredienti che fanno a pugni tra loro, con punte di assurdità come le sceneggiature di episodi della Sacra Bibbia alternate a biografie di campioni sportivi (il pugile Sandro Mazzinghi, il ciclista Felice Gimondi…) e a quella, a puntate del Presidente degli USA assassinato John F. Kennedy.
La parte più interessante dell’albo tascabile, quella per cui è degno di essere ricordato (e provvede a farlo il presente volumetto dell’Anafi) è senza dubbio la ripresa di Kolosso, il «nipote di maciste – più forte di Ercole» (come recita il suo slogan di copertina), lanciato tre anni prima in un autonomo albo orizzontale “all’italiana”.
Fra tutti i personaggi più o meno longevi nati in quella che si potrebbe definire la comics craze del secondo dopoguerra, quando molti tipografi ed editori anche improvvisati rincorrono miraggi di facili ricavi lanciando nuove pubblicazioni a in edicola, il gigantesco, fortissimo Mac Kolosso è uno dei più singolari, simpaticamente indimenticabile da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Nello stesso tempo è anche uno dei più inafferrabili, anzi è «l’Inafferrabile», citando, con uno spostamento di attribuzione, il suo primo importante antagonista, contro il quale combatte in un lungo ciclo di avventure, fino a quando ne ha ragione, nel cinquantacinquesimo fascicolo dal titolo Kolosso afferra l’Inafferrabile.
L’eroe veste qui i panni di un cacciatore di pellicce alle prese con guerre tra tribù indiane e Giubbe Rosse inglesi in uno scenario naturale fatto di boschi e praterie popolato di animali selvaggi. Il volume Kolosso nelle Americhe del 1700 raccoglie, per la prima volta, le 60 tavole (i numeri 105 e 106, insomma) che ne proseguono idealmente la serie regolare. Introduzione appunto di Luca Boschi, formato 17×24 cm, 80 pagine a colori, al costo di euro 15,00.
A chi, prima di Puck, aveva già conosciuto in precedenza Kolosso e le sue avventure, sviluppate per settanta albi orizzontali e, a seguire, per altri trentacinque in formato quaderno, appare lampante che queste storie del muscoloso cacciatore di pellicce sono un “avanzo” del periodico a lui intitolato rimaste inedite per la prematura chiusura della sua autonoma pubblicazione. Lo svelano chiaramente anche i numeretti stampati negli angoli delle pagine di Puck, in basso a destra nelle ultime vignette di ciascuna pagina. Le storie dei primi tre albi del pocket edito da Ortobene corrispondono a quello che sarebbe stato il fascicolo di Kolosso numero 105, mentre il 106 si protrae dal quarto Puck fino al sesto, in edicola in data del 1° maggio 1967. Dopodiché, della testata voluta da Francesco Paolo Conte non si ha più traccia e tutti i personaggi di Puck passano nel dimenticatoio, compreso quello che è senza dubbio il più interessante, il lunare Herbie di Shane O’Shea (ovvero Richard E. Hughes, a sua volta pseudonimo di Leo Rosenbaum) e Ogden Whitney, ottenuto dall’agenzia di distribuzione Opera Mundi.
In distribuzione a Lucca Collezionando il 23-24 marzo, in seguito è possibile richiederlo via mail a info@amicidelfumetto.it, aggiungendo le spese di spedizione raccomandata.