BUON COMPLEANNO, POPEYE!

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Ha compiuto gli anni quelche ora fa, lo omaggiamo adesso.

Popeye the Sailor Man is a cartoon fictional character, created by Elzie Crisler Segar, who has appeared in comic strips and theatrical and television animated cartoons. He first appeared in the daily King Features comic strip Thimble Theatre on January 17, 1929; Popeye became the strip’s title in later years.

Come si vede, il regista di questo curioso cartoon, dove Popeye, alla fine, uccide il suo caro amico (scusate lo spolier) è di Dan Gordon. Del quale si parlò e si riparla di seguito, in un flusso incessando di divagazioni.

Funny Films Luca Boschi

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Giggle Spencer

Karp_spencerspookSecondo Silvio Costa (mi scuso per citarlo ancora una volta) e altri osservatori del Fumetto coi quali ci siamo consultati, e anche secondo noi, queste storie avrebbero fatto sosta, nella cucina (e piccola fucina) del calligrafo e editore Rocco Molinari all’inizio degli ani Cinquanta, pur essendo state realizzate in USA, da Ken e colleghi, nel decennio precedente.

Sull’argomento, in verità, non c’è assoluta univocità di vedute, ma che Rocco Molinari, direttore responsabile delle Edizioni Itala, sia coinvolto profondamente è cosa certa.

In una storia con Tom e Dingo (il gatto e il cane ricavati dalla copertina di Funny Films che si vede sopra), disegnata da Nicola Del Principe ispirandosi alla grafica di Harvey Eisenberg, Molinari è addirittura citato nella trama. Dall’Italia spedisce un espresso a Tom, riconoscente per aver lavorato bene nei fumetti (ma non specifica per quale testata) e quindi gli invia un carico di statue.

Sotto riproduco le parti incriminate di questa storia, dal titolo (banalmente) Tom e Dingo, pubblicata almeno due volte fra il 1958 e il 1959, ma sicuramente disegnata circa un lustro prima. Lo stacco stilistico di queste tavole rispetto alla copertina dell’albo dalla quale la ricavo è notevole.

Rocco Molinari Tom e Dingo blog

Entrambe si devono a Nicola Del Principe, che si basava su preesistenti storie di Hultgren, peraltro ben identificabili.

Per inciso, nell’intestazione dell’espresso indirizzato a Tom, in una precedente pubblicazione dell’episodio, la confederazione “U.S.A.” poteva essere preceduta dall’indizazione della città, “NY”.

Perché sia stata eliminata in questa ristampa e nella seguente è cosa inesplicabile.

Tom Rocco Molinari BLOG

SuperSTRENNA

Ho sempre pensato che l’idea stessa della copertina della Strenna fosse un “clone” di un’altra cover americana con Bullo e Birillo (Spyke & Tyke), notissimi personaggi di Hanna-Barbera appartenenti alla “famiglia” di Tom & Jerry, che nei fumetti hanno goduto a lungo di una vita autonoma.

Spyke and Tyke

In sostanza, il cane Gullo (!) dovrebbe essere Bullo e Top… un Birillo in versione roditore.

Da notare che questi personaggi non hanno niente a che vedere con il contenuto delle due strenne sulle quali compaiono.

La presenza di Top è illogica. Perché dovrebbe aver accesso a una scodella intestata a suo nome presso la cuccia di un cane?

Tuttavia, non sono mai riuscito a rintracciare l’eventuale copertina americana, dove Spyke e Tyke sarebbero mostrati in una relazione fra loro paragonabile a quella della cover del comic book a loro intitolato che riproduco sopra.

Le copertine forniteci da Silvio, mai viste prima d’ora nemmeno dai bloggers più “occhiolungomuniti”, risalgono alla prima metà degli anni Cinquanta.

Il disegnatore di “4 albi in uno! Tom & Dingo” e di Ardimentoso – Tre albi in uno (la prima volta l’espressione numerica era in numero e la seconda in lettere, cosa curiosa) è con tutta probabilità Ferdinando (per altri Ferruccio) Bonomini, attivo in quel periodo sulla scena romana.

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Ha_ha_comics_092_acg_coverless_narfstarSilvio precisa, a proposito degli animali antropomorfi e dei personaggi buffi provenienti dalle testate americane:

La prima apparizione di alcuni di questi personaggi è su Il giornalino Mio della Torelli (che debutta nel giugno 1952).
Esperimento avanguardistico del primo dopoguerra, dell’uso dell’albo a fumetti a fini promozionali per prodotti di consumo (Formaggino Mio della Locatelli).

Poi, sicuramente nel 1954 abbiamo a Roma le Edizioni DB (Albi di Sorcetto, Mimma, Albi Ardimentoso, tre albi in uno…) che utilizzano questo materiale statunitense.

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Luciano Tamagnini precisa che i personaggi del Giornalino Mio avevano una provenienza diversa.

E’ vero, in linea di massima.

Negli USA venivano pubblicati sui comic book della National (futura DC Comics), mentre quelli dei quali stiamo discettano erano pubblicati dall’ACG (e Nedor, Creston e altre etichette che traevano i loro fumetti dal Sangor Shop).

Ciononostante, alcuni degli autori compaiono in tutte queste produzioni e, sul Giornalino Mio spunta anche Spencer Spook (sotto ne vediamo addirittura una versione di Jack Bradbury), sotto il “titolo cappello” Allegri Fantasmi.

Allegri Fantasmi

Spencer non ha niente a che vedere con la National (non accreditata per le storie che le competono, a quanto constato), e infatti, ai margini delle pagine è chiaramente indicato Copyright Creston Publications Corp.

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Non si tratta nemmeno di una traduzione diversa da quella di Super Comico etc., perché il protagonista Spencer viene ribattezzato in entrambi i casi Spiridione (o Speridione).

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Prosegue Silvio Costa:

Tutte e due le situazioni precedono quindi sia il Teddy Boy che Gimbo & C. (1955)

Onestamente non saprei dirti se questa fantomatica De Lucia che citi sia artefice del materiale per queste pubblicazioni, che appunto erano sia di Roma che di Milano, ma a livello di testate l’iter a mia conoscenza (basata più sulla memoria che altro) è quello che ti ho descritto.

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Quello sotto è Sorcetto in formato tascabile (raro), con copertina italiana di disegnatore ignoto. Ma potrebbe essere Tullo Palasciano.

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E questa Diega la strega, che comparirà con questo nome anche all’interno di Chicchirichì? Si tratta di Hazel, anch’essa disegnata da Hultgren, e non solo. Per esempio, disegnata da Dan Gordon è presente anche in una storia di Superkatt.

Sotto con il ragazzino suo amico, Hazel-Diega è disegnata da Alberico Motta su una copertina di Chicchirichì, delle Edizioni Dardo.

DIEGA Alberico Motta

A questo punto, dopo tanta carne al fuoco, è indispensabile darci appuntamento per una ulteriore enucleazione dei capisaldi di questa disamina.

Magari su un blog diverso da questo.