POLEMICA A CANNES: LA VIE D'ADELE di Nestore del Boccio

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Polemica in Francia:
il film palma d’oro a Cannes è ripreso da un graphic novel di Julie Maroh!

La “vie d’Adéle“, palma d’oro a Cannes è un film ispirato al fumetto di una giovane autrice francese Julie Maroh: Le bleau est une couleur chaude. Non si tratta di un accostamento arbitrario e nè casuale in quanto il regista, Abdellatif Kechiche, con la doppia nazionalità franco-tunisina, ha pagato i diritti all’autrice per usufruirne liberamente qualsiasi manipolazione e sfruttamento.

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Ma la polemica è scoppiata forte:

105635_c-210x300Julie Maroh ha accusato con forza il regista di non averla né invitata al red carpet e né fatto menzione nelle interviste e soprattutto durante la premiazione, di essere l’autrice della storia.
Lei che era presente a Cannes, si aspettava almeno un grazie dal regista.

Invece nulla.

Allego una sua intervista.

Le réalisateur de “La Vie d’Adèle”, Abdellatif Kechiche, et les deux actrices du film, Léa Seydoux et Adèle Exarchopoulos, lors de la montée des marches à Cannes, le 23 mai 2013.

Il regista di “La Vie d’Adèle”, Abdellatif Kechiche, e le due attrici del film,
Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos inspiré La Vie d’Adèle, d’Abdellatif Kechiche, Palme d’or 2013. Au lendemain du triomphe du film à Cannes, l’auteure de l’album, Julie Maroh, revient dans son blog sur le destin incroyable de son livre, et sur son immense émotion, cependant teintée de déception.

Sur le sujet même du film, l’histoire d’amour entre deux jeunes femmes, elle explique:

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Il s’agissait (…) de raconter comment une rencontre se produit, comment cette histoire d’amour se construit, se déconstruit, et ce qu’il reste de l’amour éveillé ensemble, après une rupture, un deuil, une mort.

C’est cela qui a intéressé Kechiche. Aucun de nous n’avait une intention militante, néanmoins j’ai très vite pris conscience après la parution du Bleu (…) que le simple fait de parler d’une minorité quelle qu’elle soit participe à en défendre la cause (ou le contraire, selon.) et que cela nous dépasse complètement.

Planches

De là est née une relation de “confiance” entre l’auteure et le réalisateur, permettant qu’elle accepte de lui céder les droits d’adaptation. Et au final, elle estime que le film est une réussite:

Pour moi, cette adaptation est une autre version / vision / réalité d’une même histoire. Aucune ne pourra annihiler l’autre. Ce qui est sorti de la pellicule de Kechiche me rappelle ces cailloux qui nous mutilent la chair lorsqu’on tombe et qu’on se râpe sur le bitume.

(…) C’est un film purement kéchichien, avec des personnages typiques de son univers cinématographique. (…) Ce qu’il a développé est cohérent, justifié et fluide. C’est un coup de maître.

Mais c’est précisément sur la notion d’adaptation qu’achoppe “un sentiment indescriptible” à propos du travail du cinéaste. On l’avait prévenue que le film était “très librement adapté” de son œuvre, elle l’a trouvé plus fidèle que prévu:

Chez Quat’Sous Films se trouvait tout le découpage des scènes filmées, épinglé au mur en petites étiquettes. J’ai battu des paupières en constatant que les deux tiers suivaient clairement le cheminement du scénario du livre, je pouvais même en reconnaître le choix des plans, des décors, etc. [Puis après avoir vu le film] Je vous laisse imaginer tout ce que j’ai pu ressentir en voyant défiler les plans, scènes, dialogues, jusqu’aux physiques des acteurs et actrices, similaires à la bande dessinée.

Donc (…) je réaffirme ici que oui, La Vie d’Adèle est l’adaptation d’une bande dessinée, et il n’y a rien de mal à le dire.

D’où son sentiment mitigé, après “cette conclusion cannoise évidemment magnifique, à couper le souffle”, et après avoir “réalisé que c’était la première fois dans l’histoire du cinéma qu’une bande dessinée avait inspiré un film Palme d’or”, de ne pas avoir vu son travail davantage salué publiquement par le cinéaste:

Je tiens à remercier tous ceux qui se sont montrés étonnés, choqués, écœurés que Kechiche n’ait pas eu un mot pour moi à la réception de cette Palme. Je ne doute pas qu’il avait de bonnes raisons de ne pas le faire, tout comme il en avait certainement de ne pas me rendre visible sur le tapis rouge à Cannes alors que j’avais traversé la France pour me joindre à eux, de ne pas me recevoir – même une heure – sur le tournage du film, de n’avoir délégué personne pour me tenir informée du déroulement de la prod entre juin 2012 et avril 2013, ou pour n’avoir jamais répondu à mes messages depuis 2011.

Mais à ceux qui ont vivement réagi, je tiens à dire que je n’en garde pas d’amertume. Il ne l’a pas déclaré devant les caméras, mais le soir de la projection officielle de Cannes, il y avait quelques témoins pour l’entendre me dire: “Merci, c’est toi le point de départ” en me serrant la main très fort.

Comunque, da tutto questo si ha la dimostrazione di quanto sia evoluto il fumetto in Francia dal punto di vista narrativo e soprattutto l’importante funzione interattiva tra i due linguaggi cinema-fumetto: una sinergia che in Italia diventa misera utopia al solo pensiero.

Quello che mi ha sconfortato è l’aver constatato l’assensa assoluta di ogni riferimento al fumetto, quale fonte ispirativa, da parte dei critici cinematografici italiani che ho ascoltato in tv: persino quelli che sono stati a Cannes. Nessuno ne ha fatto cenno.

A loro discolpa, debbo dire che potrebbe esserci stata una voluta “dimenticanza” da parte del regista, della produzione e dei media francesi, nascondendo ogni riferimento al graphic novel per evitare, astutamente, un possibile ed eventuale condizionamento di qualche componente della giuria del festival.

Tradi Fusil

I disegni della Maroh per la verità bisogna dire che non sono granché, ma ciò sta a dimostrare, per l’ennesima volta, l’importanza maggiore che i francesi danno alla scrittura rispetto ai disegni. In genere, l’italiano quando apre un fumetto la prima cosa che fa guarda il disegno; mentre il francese comincia a leggere la storia.

Due anni fa, a più riprese scrissi della necessità di creare una sinergia tra i vari linguaggi artistici della comunicazione, teatro compreso, e della visualizzazione, persino a livello associativo e sindacale.

Ma, ovviamente, da un popolo come quello italiano, incapace di avere modelli e coscienza di sé, non ci si puo’ aspettare altro: troppo soggetto ad essere servitore di padroni.

Le due illustrazioni finali, sempre francofone, sono collegabili ad alcuni commenti su Patria e fumetti, vergati qualche post fa.

Le invia Tomaso Turchi: una copertina significativa di un albo di Tardi, Casterman 1979, stampato a Tournai, Belgio (bella città, una piazza enigmatica).Tardi neve

Tif582

  • Luca Boschi |

    Ciao, Tomaso, Caterina e tutti quanti!
    Mi sa tanto che dovrò mettere di nuovo in evidenza questo post su Alice, altrimenti in pochi potranno intervenire e rispondere eventualmente, perché seminascosto. Solo chi vi incoccia casualmente o fa la ricerca mirata potrà scoprire questi ultimi “postaggi”. Lo segnalo anche in coda a uno degli ultimi post, così, va’ a sapere, qualche interessato, che solitamente controlla solo i post recenti, è spinto a navigare in questo maremagno di commenti e informazioni.
    Ecco:
    http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2013/06/my-entry.html#comment-form
    Molto godibili le illustrazioni di Jacovitti su Alice.
    Grazie, Tomaso.
    Al solito, spero di avere il tempo e il modo di postare tutto, qui o altrove.
    Restiamo in contatto!

  • Luca Boschi |

    Ciao, Tomaso, Caterina e tutti quanti!
    Mi sa tanto che dovrò mettere di nuovo in evidenza questo post su Alice, altrimenti in pochi potranno intervenire e rispondere eventualmente, perché seminascosto. Solo chi vi incoccia casualmente o fa la ricerca mirata potrà scoprire questi ultimi “postaggi”. Lo segnalo anche in coda a uno degli ultimi post, così, va’ a sapere, qualche interessato, che solitamente controlla solo i post recenti, è spinto a navigare in questo maremagno di commenti e informazioni.
    Ecco:
    http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2013/06/my-entry.html#comment-form
    Molto godibili le illustrazioni di Jacovitti su Alice.
    Grazie, Tomaso.
    Al solito, spero di avere il tempo e il modo di postare tutto, qui o altrove.
    Restiamo in contatto!

  • nestore del boccio |

    “Le bleu est une couleur chaude”,
    è un grido di dolore contro i pregiudizi e l’indifferenza della società verso la diversità. Una drammatica realtà che vede coinvolte, oltre alle istituzioni, anche persone dell’ambito familiare e persone intime. Un affresco sulla cultura oscurantista ben presente ancora in molti strati della società francese!
    Un libro che consiglio vivamente di leggere!

  • nestore del boccio |

    Prima che questo post scompaia, concludo con una riflessione sul libro della Maroh.

  • nestore del boccio |

    Tommaso vedo adesso che ti devo una risposta.
    Ho provato più volte inutilmente ad aprire il link che hai registrato.

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