Ha lavorato indefessamente per tutta la sua vita. abbracciando con i suoi disegni un arco di tempo molto ampio del cosiddetto “Secolo breve”. Anticipandolo, addirittura, e raccontandolo con le sue armi – fantasia, ironia, poesia – fino agli anni del Boom economico, quando un giorno, povero, se n’è andato, per strada, con in mano un ultimo appunto, su un foglietto. Poco prima che la critica avesse il tempo di riscoprirlo e di cantarne la grandezza; Linus non era ancora nato, ma come per rimediare in corner gli dedicherà un esteso tributo proprio nel suo primo, emblematico numero, nell’aprile 1965.
Giovanni Gandini (fondatore di Linus, con un pugno di amici milanesi) la sapeva lunga, e pieno di riconoscenza, intenzionato a tutelare la memoria del padre, si darà da fare Michele Rubino, già redattore di Topolino fino a pochi anni prima.
A Rubino senior dedichiamo il presente post (ma qualcosa su di lui si trova in rete anche con facilità), considerandolo un illustratore nel corso della Scuola Internazionale di Comics fiorentina. Questo perché ogni volta le tre figure prese in esame saranno un illustratore, un animatore e un fumettista.
Ma il caso dell’artista ligure è particolare, come (per esempio) quello dell’americano Winsor McCay.
Rubino è stato tutte e tre queste cose, ma anche un abilissimo verseggiatore, un giornalista dalle idee chiare, un genio del nostro tempo.
Un pioniere della sequential art.
Del Novecento.
Cosa si può rintracciare di Rubino in libreria?
Nonostante siamo davanti a un genio, poco o niente. E comunque, qualcosa di ampiamente insufficiente per descrivere un autore così importante e influente.
Si tratta comunque di un volume che ne ha reso disponibile a un ampio quantitativo di lettori una parte fondamentale dell’opera, dispersa su fogli sino a poco prima introvabili.
Pubblicato da Black Velvet (che Cartoonist Globale ringrazia per le anteprime), il libro s’intitola Antonio Rubino – Gli anni del Corriere dei Piccoli.
Le altre informazioni e i contatti, a questa pagina.
Data di pubblicazione: fine novembre 2009.
Dalle incredibili “disavventure geometriche” di Quadratino (del quale sentirete parlare tra poco in questo blog, grazie a Pier Luigi Gaspa) ai racconti anti-pedagogici di Caro e Cora, dalle invenzioni di gusto futurista di Abetino alla produzione smaccatamente politica degli anni Trenta, l’opera di Rubino viene passata in rassegna, senza trascurare le affollate pagine pre-Jacovittiane de La Tradotta (la sua visione della triste Russia bolscevica riproposta in questa preview ne sono un esempio). Il libro giunge fino alla produzione di metà anni Cinquanta, mai ristampata sino a oggi, forse meno significativa ma per paradosso ancora più rara; si vede, sopra, l’affollata tavola realizzata per il Natale 1955.
Il libro, curato da Fabio Gadducci e Matteo Stefanelli, presenta una carrellata di sorprendente vitalità nelle invenzioni visive e nei giochi linguistici di Rubino, autore fondamentale dell’arte sequenziale italiana, accompagnata dalle ricostruzioni e dai commenti di due fra i massimi esperti del periodo e dell’autore: Claudio Bertieri e Paola Pallottino.
Purtroppo, l’animazione di Rubino non è disponibile in rete.
Per questo, è il caso di embeddare qualcos’altro di Chuck Jones.
Quest’omaggio è giusto per la vigilia dell’avvio del seminario, ma potrebbe valere anche per qualsiasi giorno dell’anno.
Evvabbe’!
E mentre uno embedda Chuck Jones c’è chi all’Ariston fa “Il samba di una nota” (Jobim).