Dopo la kermesse francese, torniamo ad alcuni dei temi frequentati da questo blo, la “storia misteriosa del fumetto italiano”, con un interessante intervento di Sergio Lama, nato come postilla a vari altri interventi sull’Italia e la sua nascita.
A Sergio la parola.
Sfogliando casualmente le pagine del «Pupazzetto» (dal n. 26 del 10.12.1944 al n. 12 dell’1-8 aprile 1945), ho trovato questa storia a didascalie Il piccolo Garibaldino, che rappresenta un notevole quanto ignoto contributo che il fumetto ha dedicato alla Resistenza, uscito nelle edicole romane pochi giorni dopo Il piccolo patriota, considerata la prima storia a quadretti sul “tema Resistenza”.
Ti unisco alcune immagini che ho scansionato.
Il soggetto delle quattordici tavole che la compongono, scritto da un anonimo “Mon-ar-so” e disegnato da Luigi Bompard (sua foto a destra), grafico e illustratore di chiara fama, è ambientato “in una zona montuosa dell’Appennino” dove vive Giuseppe De Lauro, custode della miniera di Sassocavo, con moglie e figlio.
Quando i militari tedeschi, avvertiti da una nota spia fascista, apprendono che in una galleria abbandonata della miniera gli operai hanno nascosto armi, munizioni e una notevole quantità di esplosivo, decidono di requisirlo.
I partigiani tentano di intervenire ma è tardi.
Il De Lauro, pur di non permettere ai tedeschi di impossessarsi del materiale, quando i soldati entrano nella miniera fa saltare in aria la galleria, sacrificando la propria vita.
Segue l’impegno del giovane orfano Nino che, unitosi ai partigiani, partecipa alla guerriglia contro le forze armate naziste nella speranza di riuscire a catturare la spia fascista e vendicare il padre.
La vendetta non tarderà ad arrivare: Nino, ormai un uomo, riesce a catturare il fascista che tenta la fuga ma viene ucciso dallo stesso Nino.
L’arrivo degli alleati conclude la vicenda.
La storia non è rammentata nel libro Per la libertà, credo unica opera dedicata all’argomento e contenente anche un tuo contributo.
Tempo permettendo, andrebbe fatta un’accurata ricerca tra quei periodici dell’immediato Dopoguerra che probabilmente rivelerebbe altre sorprese…
Vedremo.
Nel frattampo, per dare un’idea più completa almeno della cifra stilitica del disegnatore, in questo post compaiono anche alcune illustrazioni di Bompard (Bologna, 1879 – Roma, 1953).
A noi consumatori di fogli cartacei assortiti può interessare il fatto che alla fine della prima guerra mondiale il disegnatore si sia trasferito a Roma continuando a dipingere e a produrre illustrazioni per riviste specializzate come il nostro amato Travaso delle idee, ma anche Noi e il Mondo, “Il Giornale della Domenica”, La Tribuna, La Voce d’Italia, Il Corriere dei Piccoli, Marc’Aurelio, Guerin Meschino… Che tempi!
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