Non concede interviste ufficiali dagli anni Sessanta, e anche all’epoca rispondeva alle domande solo per posta. Non frequenta i festival, né si fa fotografare, le poche immagini che circolano di lui sono di cinquant’anni fa. È Steve Ditko, una leggenda vivente, il creatore dell’Uomo Ragno.
Così lo racconta Igort, in veste di appassionato lettore di fumetti, con una marcia in più datagli dall’attenzione tipica di chi realizza storie, tavole e immagini per il media, in un articolo del Corriere della Sera: La matita dell’Uomo Ragno. Conviene leggerlo per intero.
Grazie a Loris Cantarelli che ce l’ha segnalato.
Accade lo stesso in cui sul Corriere della Sera online si può ammirare l’eccezionale intervista a un individuo ha rovinato l’esistenza di milioni di persone negli utimi decenni.
Igort prosegue:
Questo artista ha fatto della riservatezza una forma estrema di clausura, della devozione al lavoro una sorta di fede. Non si è mai sposato, non ha figli, né amici. La sua misantropia fa pensare a J.D. Salinger o a Thomas Bernhard. E sì che, all’uscita in pompa magna del film hollywoodiano su Spider-Man, nel 2002, avrebbe potuto rivendicare la paternità del personaggio, richiedere un risarcimento.
Eppure niente, non ha mosso un dito. Non è interessato al danaro né alle luci della ribalta, a lui piace disegnare. Punto.
Per questo, probabilmente, oggi, noi tutti, sappiamo che l’Uomo Ragno è frutto della fervida mente di Stan Lee, mentre ignoriamo chi sia Steve Ditko.
L’importanza di Lee (al secolo Stanley Martin Lieber), non è in discussione: è stato il genio dei comics, un grande innovatore, che portò al genere dei supereroi una dimensione uma- na. Ma qui parliamo del reale apporto del suo co-creatore, partendo dalle parole dello stesso Ditko: «Quando tu hai un’ idea, quella è un’ idea. Ma se la realizzi, la fai vivere, allora c’è un personaggio, un universo».
Inoltre, Ditko ha illustrato molte storie dell’Incredibile Hulk e per un breve periodo anche ad altre serie della Marvel come quella di Iron Man, sul comic book Tales of Suspense.
Steve aveva cominciato a disegnare professionalmente fumetti nel 1953, debuttando nella collana Prize Comics delle Crestwood Publications con A Hole in the Head su Black Magic con data di copertina del dicembre di quell’anno, e a ruota anche alla Harvey Comics (già! Quella di Baby Huey e di Casper, alla quale abbiamo più volte accennato in ottobre) aiutando alle chine l’inchiostratore Mort Meskin per il ripasso delle matite del “re” Jack Kirby, nel primo numero di Captain 3-D.
Con tale augurio mi associo all’amico Craig Yoe, che nel suo sito http://arflovers.com ci mostrava un lustro fa una rarità che propongo anche a voi.
Craig dice che la ragione stessa per cui si è rivolto ai fumetti professionalmente si deve all’astonishing incontro con le pagine balloonate di Steve.
Cito:
«Steve Ditko is the reason I got into this biz, really. I loved Walt Disney Comics and Stories when I was in grade school, but for all I knew they were drawn by Walt Disney who was a god. And even at my young age I knew I could never obtain that stature. But when I graduated from The Mickey Mouse Club to the Merry Marvel Marching Society in Junior High I wanted to be the next Steve Ditko. Not that I could ever hope to attain his ability, but through Marvel calling him things like “Sturdy Steve” he somehow seemed more human that the Diety Disney. And,, man did I love (and do I love) all his fantastic work. So, inspired by Steve Ditko, I set my sights on becoming a cartoonist.
Cosa hanno fatto Craig Yoe e Steve Ditko insieme?
Ecco cosa: l’insolito (e insolito è dir poco) albo promozionale Big Boy, di cui mostro la copertina e una tavola in questo post.
Ulteriori dettagli nelle pagine dell’Arf Art, fecendo un po’ di ricerca perché sono passati due anni da quando Craig ha messo questo post e nel frattempo il suo sito è stato un po’ trascurato, in favore di altri progetti.
Immediatamente sopra le voci di alcuni artisti della Marvel, introdotti da Stan Lee nel 1965, in una speciale registrazione dedicata agli appassionati del club della Marvel Comics, The Merry Marvel Marching Society.