Se n’è andato quello che dai colleghi (Ferdinando Tacconi, Gino D’Antonio, Aldo Di Gennaro, che lo considerava un Maestro) era ritenuto il massimo illustratore italiano del Novecento.
E’ Giorgio De Gaspari, sopra in un suo autoritratto, probabilmente inedito, come la maggioranza dei suoi disegni e dei suoi dipinti realizzati (a biro, a carboncino, con qualsivoglia tecnica, spesso su carta di risulta) negli ultimi decenni, dopo che si era ritirato dal consesso civile (per così dire).
De Gaspari se n’è andato il 16 ottobre al reparto geriatrico dell’ospedale di Venezia, era nato il 30 gennaio 1927 a Milano (ma c’è chi riporta a Varese o in provincia di Varese, a nord della metropoli lombarda, attuale “capitale immorale” dell’Italy), dove si era diplomato al liceo artistico di Brera e alla Scuola serale del nudo.
Su di lui grava il dubbio sull’identità di un quasi omonimo G. De Gaspari che ha disegnato fumetti (veri e propri, con i balloons!) sul Corriere dei Piccoli: era ancora lui, oppure no?
Gli studiosi sono divisi su questo punto.
Certo è che le sue prime, certificate collaborazioni editoriali sono per lo stesso editore, in particolare la Domenica del Corriere, per la quale De Gaspari illustra anche molte copertine e grandi “fatti di cronaca” (in realtà a volte inventati di sana pianta da due giornalisti: Giuseppe Baracchi, che mi rivelò queste modalità, e Mauro Senesi, padre del ben più noto Vauro).
In seguito, come illustratore di libri, De Gaspari collabora anche con il leggendario Studio D’Ami dei fratelli Roy (Rinaldo) e Piero Dami, soprattutto per case editrici inglesi, a cominciare dalla Fleetway.
A questa attività si riferiscono le due illustrazioni sopra.
Il bel blog Illustration Art Gallery, che onora Cartoonist Globale citandolo in un suo articolo dell’anno scorso su De Gaspari, enumera queste sue partecipazioni nel Regno Unito:
De Gaspari’s first cover in the UK appeared on the Sexton Blake Library in February 1958, gracing Peter Saxon‘s ‘The Sea Tigers’; his second (and last) cover showed his talent for variety, illustrating ‘Collapse of Stout Party’ by Jack Trevor Story.
De Gaspari thereafter turned his talents to provinding covers for Fleetway’s many pocket libraries, including Cowboy Picture Library (30 covers, 1958-60), Thriller Picture Library (39 covers, 1958-60) and Super Detective Library (4 covers, 1960).
However, it was with his work for War Picture Library that he is mainly known in the UK. Beginning with the very first issue in September 1958, De Gaspari produced 32 of the first 48 covers (1958-60); his painting began to appear less frequently after that but were still appearing regularly until 1961, during which period (1960-61) he also contributed 12 covers to Air Ace Picture Library and the debut number of Battle Picture Library (1961).
A brief resurgence in 1966 marked the end of De Gaspari’s original appearances in the UK, although his work continued to appear, albeit infrequently, on book covers and in Reader’s Digest Condensed Books.
Eccolo, quindi, sul Reader’s Digest ed Epoca, anche nel periodo della direzione di Enzo Biagi.
De Gaspari, dopo aver girato un po’ il mondo, si isolerà in una casa di Pellestrina, isoletta della laguna di Venezia dove, tra l’altro, era sito anche quell’edificio che Romano Scarpa aveva voluto ridisegnare nella storia Pippo e i parastinchi di Olympia (1972).
Stava da solo, disegnava e dipingeva, sbarcava il lunario imbarcandosi alla volta di Piazza San Marco, dove ritraeva i turisti e viveva con questi proventi. Non cedeva mai gli originali dei ritratti, ma solo le loro fotocopie, che firmava con quello che era divenuto il suo pseudonimo: El Foresto.
Un annetto fa, Aldo Di Gennaro mi dissse che De Gaspari si era autoritratto in una vignetta dove scappava da un turista che, incarognito, pretendeva da lui il suo ritratto originale.
Come sempre, anche questa volta, davanti a una così enorme perdita per il mondo della cultura e e dell’immagine, qualcuno si rammaricherà perché De Gaspari non è stato lodato e celebrato in vita. Be’ in questo caso era quasi proibitivo; De Gaspari guardava anche con sospetto chi veniva a proporgli di partecipare a mostre o ad occasioni di incontro con operatori del settore o studiosi del settore.
Basti ricordare che quando nel 2008 fu “scovato” dalla organizzatrice di una mostra sulla Domenica del Corriere che a Palazzo Reale (Milano) metteva in scena materiali ottimi, eccezionali, ma difettava di tavole degasperiane, il Maestro si guardò bene dal farsi coinvolgere e non aprì nemmeno la porta alla scrupolosa curatrice che si era spinta sino a Pellestrina. Si limitò a rifiutare l’invito da sotto le “gelosie” della finestra, senza nemmeno aprirla.
Ciononostante, quest’anno era in fase di organizzazione una mostra personale, panoramico-retrospettivo-antologica, sulla straordinaria produzione nota e ignota di De Gaspari. Angelo Nencetti si preparava ad ospitarla presso il Museo del Fumetto di Lucca, probabilmente producendo anche un catalogo in collaborazione con un’altra manifestazione del ramo.
Grazie all’amico Aldo Di Gennaro, condoglianze a lui, a tutti gli amici, alla famiglia.