Pini Segna si firmava sempre così, anteponendo il cognome al nome, facendo supporre che invece fosse “Segna” il cognome (appunto).
A lato un suo veloce autoritratto.
Se n’è andato a 87 anni dopo una lunga malattia, i suoi funerali si tengono oggi nel suo paese langarolo, Dogliano.
Era noto ai lettori contemporanei soprattutto per essere stato nel gruppo dei disegnatori di Zagor, testata per la quale ha lavorato il 1977 e il 1982.
Per il fandom era divenuto, per un breve periodo, anche titolare del Premio Pini Segna, assegnato da Fumo di China agli autori che si autoproducevano, come a suo tempo faceva lui, antesignano della categoria dei fumettisti-autoeditori.
Marcello Toninelli, che in queste cerimonie lo chiamava al suo fianco, lo considerava una sorta di nume tutelare; accadeva che nella categoria trionfasse Leo Ortolani.
Nato a Firenze nel 1925, Segna (così battezzato dai genitori per omaggaiare forse un campione sportivo con quel cognome, posso informarmi e far sapere meglio; anzi: chi dei lettori ha informazioni più precise ce le invii, per favore) si era innamorato delle Langhe durante la seconda guerra mondiale, poiché era stato partigiano da quelle parti, nelle colline doglianesi.
In questa pagina web si vedono alcuni fra i suoi lavori d’annata.
Dopo essersi laureato all’Accademia di Belle Arti nel 1944, Pini Segna debutta nei fumetti appena un paio di anni più tardi con con Agente K6, su testi del giornalista sportivo Vincenzo Baggioli.
Prosegue con Il Giustiziere Mascherato, per la Casa editrice Nuova Aurora.
Nel 1947 disegna, per l’Editoriale Sportiva, il western Penna Azzurra. Nel 1948 realizza episodi di Saetta e Volpe, per le Edizioni Alpe di Giuseppe Caregaro; collabora poi a Pantera Bionda (di Giangiacomo Dalmasso), Tom Mix e Tom Bill della Casa editrice ARC.
Nel 1949 lavora per gli Albi dell’Intrepido di Tristano Torelli.
La sua produzione è sterminata, tanti anche gli albetti “riciclati”, rimessi in circolazione nelle edicole con copertine cambiate e contenuti diversi da quelli dichiarati, con numerazioni sballate e caratteristiche editoriali che sono (e saranno) il simpatico incubo dei collezionisti.
Negli anni 1965-77, Pini Segna imita lo stile di alcuni cartoonist americani per disegnare storie di Mandrake (si veda sotto) e dell’Uomo Mascherato per i Fratelli Spada.
Per oltre 15 anni, dal 1990 al 2007, Segna aveva collaborato con il mensile locale Dogliani e le sue Langhe, offrendo per ogni numero un ritratto delle personalità del posto.
Il suo “rientro”, quasi trionfale, nella società dei fumetti era avvenuto in coincidenza della prima edizione di Cartoomics, fiera milanese diretta alle sue origini (e per molte edizioni) da Gianni Bono, il quale aveva voluto chiamare l’artista per fargli giustamente consegnare un premio alla carriera.
Nella primavera del 2007, Pini Segna (non possiamo che continuare a chiamarlo così) subì un incidente in auto e venne ricoverato. Qualche settimana dopo fu colpito da ictus e da allora viveva in un una casa di cura a Salmour.
Cartoonist Globale porge le sue sentite condoglianze alla famiglia.