I temi si intrecciano fra loro, ci vorrebbe una bussola per orientarsi nel flusso, probabilmente solo i più fedeli followers del blog riescono a raccapezzarcisi.
In questo post gli “strascichi” di due argomenti diversi, ancorché fra loro collegati.
Chissà se Tomaso è già in vacanza, altrimenti potrebbe (avrebbe potuto) aggiungere dettagli.
Proprio da lui (grazie) provengono queste due remote copertine di un medesimo albo, Pippo e la gazza, disegnate in due momenti diversi per due differenti edizioni.
Una è apocrifa, benché firmata Jac, come se fosse autentica, l’altra è del nostro “Lisca di Pesce”. Come siano andate le cose forse è solo oggetto di congetture.
Più interessante sarebbe capire chi sia il ghost, o (all’italiana) il negro, o meglio ancora (per essere politicamente corretti, come oggi fa fino) l’afroamerican che ha simulato lo stile e la firma del Benitone internazionale.
Un intermezzo musicale fra un tema e l’altro. Con un video recentissimo di Amanda Palmer, che performs Bright Eyes’ “Lua” – originally from the album I’m Wide Awake, It’s Morning.
Amanda Palmer performs Bright Eyes’ “Lua” on ukulele in bed… from Amanda Palmer on Vimeo.
Il secondo argomento, anch’esso lontano nel tempo, tutto italico, e sollevato in questi ultimi giorni, riguarda il “maestro ispiratore” di Jacovitti, Walter Faccini.
Il riferimento è a una notra lettrice dell’ultima ora, Paola Lanteri, che ha scritto un po’ di commenti nel blog, ma ha anche spedito all’indirizzo privato del sottoscritto un paio di scansioni che interessano un po’ tutti.
Paola scrive così:
Ho spedito le due foto delle vignette anche se forse era meglio uno scan.
Ho cercato di avere notizie per anni su F. Walter per sapere un po’ di più sul autore di quei disegni ma nessuno sapeva dirmi chi era anche se i suoi disegni mi erano molto familiari, nel senso che mi ricordava qualche vignetta in non so quale giornalino o rivista, forse nel Corriere dei piccoli che ci spediva la prozia.
Tornando alle vignette: Le aveva custodite mia nonna paterna che era venuta in Africa nei anni cinquanta e penso erano state disegnate o per mio padre o mio zio prima o durante la guerra. Non so datarle.
Mi ricordo da bambina, ho chiesto a mia nonna chi le avesse disegnate e mi disse “Il grande Walter” con stima, ma non ho mai saputo chi fosse. Sono tutti morti da molti anni quindi ho fatto qualche piccola ricerca su internet a fin dai anni ’90 ed oggi ho trovato qualche immagine e poi il tuo blog.
Ed eccole qua, sopra e sotto. Illustrazioni dai toni un po’ sbiaditi a causa delle ingiurie del tempo. Quella sotto ricorda moltissimo le vignette che Carl Barks produceva per la rivista umoristica Calgary Eye-opener.
Tomaso Turchi rispondeva affermativamente circa la paternità di Faccini delle due illustrazioni prima ancora di averle viste, portando come testimonianza la copertina dell’albo sotto, firmata nello stesso modo.
Questo potrebbe condurre agevolmente a una datazione delle vignette, realizzate nello stesso periodo, nello stesso anno?
Ieri, Paola aggiungeva altri commenti:
Domani vedrò di fare le scansioni dei 2 disegni. Sono disegnati direttamente con pennino e colorati ad acquarello su quello che sembrerebbe carta ruvida Fabriano per acquarelli.
Farò anche la scansione del retro dei disegni dato che ci sono scritte le barzellette (non so se scritte da mio padre, zio o l’autore), le misure dei foglietti, la scritta “colore” preceduta da numeri che non riesco a decifrare, tutto in matita.
Restiamo in attesa di queste aggiunte, che potrebbero anch’esse rivelarsi interessanti per le ricerche in corso sul “Grande Walter” (Faccini).