Come promesso, continuiamo a parlare un po’ (sempre poco) del Maestro scomparso la settimana scorsa.
Un amico che preferisce non farsi pubblicità in un una circostanza come la scomparsa di Joe Kubert ci invia un documento, da condividere con i lettori di Cartoonist Globale.
Così racconta:
Kubert era una persona eccezionale e non é solo un modo di dire. Anni fa, molti, lo vedi dalla data, rientrato da una lunga fuga negli USA cercavo di riprendere in mano la mia vita di fumettaro e tra i tanti ebbi l’ardire (ora direi la faccia di tolla) di chiedere aiuto anche a Kubert.
Ebbene, tra i due che risposero uno era Kubert che potendo fare (ovviamente) poco per me ma spendeva il suo nome (come vedi in calce) se ne avessi avuto bisogno. Poi il fumetto che avevamo proposto non fu preso (devo dire a onta dei redattori che il nome Joe Kubert non li impressionò più di tanto).
Negli anni ci siamo più volte scritti e sempre ricevevo (velocemente) una lettera (non standard) autografa di risposta. Tutto questo per omaggiare l’uomo prima dell’artista, perché i grandi disegnatori sono molti, molto pochi i grandi uomini.
E adesso, un documento di quaranta (40) anni fa.
Joe Kubert alla televisione francese disegnava in diretta (o similtale) insieme a Jean Giraud (Moebius) e Neal Adams .
E’ uno spettacolo osservarli nel programma Tac au tac andato in onda il 30 settembre 1972. La televisione era molto migliore allora, l’interesse per il Fumetto non era un vezzo elitario e si cercava di “fare cultura” a tutto tondo.
In Francia questa attitudine, e questo pensiero, sussistono; in Italia sono stati distrutti soprattutto dalla televisione commerciale, causa di moltissimi mali (con i suoi protagonisti, come sappiamo, che hanno inquinato anche quella pubblica e quindi la vita pubblica).
Secondo Tom Spurgeon, che di Kubert traccia un ritratto consigliabile da vedere e da leggere, riferisce che il suo vero nome (iniziale) sarebbe stato Yosaif:
Joe Kubert was born Yosaif Kubert on September 18, 1926, in the small town of Yzeran in what was then southeast Poland, and now is part of Ukraine. His family moved to Brooklyn when Kubert was less than a year old — in fact, a previous attempt had been scotched because Kubert’s mother had been pregnant with the future Hall Of Fame artist.
Kubert’s father was a kosher butcher who worked about six blocks from home, while his mother ran a restaurant to which the rooms where Kubert lived with his parents and four sisters were attached.
Fra i lavori più celebrati di Kubert ci sono questi Tales of the Green Beret, dei quali l’ANAFI ha recentemente pubblicato un’antologia.
Gianfranco Goria, che ringrazio, mi autorizza ad usare alcune delle poche foto sopravvissute fuori dal “forziere” di Lucca Comics, relative alla presenza lucchese di Joe e Adam Kubert, nella primavera 1998.
Ecco, sopra, padre e figlio.
Immediatamente sotto, Joe con il figlio Andy (grazie per la precisazione, Nicola D’Agostino!) un po’ di anni prima (nel 1965).
Ed ecco anche noi, in quello stesso giorno, in un altro momento dell’incontro, quando presentiamo a Will Eisner il nostro Giovan Battista Carpi.
Si trattava di un incontro a suo modo didattico, fra i rappresentanti di due importanti scuole americane (Kubert e Eisner) e il Direttore Artistico dell’Accademia Disney.
Una tavola di Flash Gordon disegnata da Kubert!