ROLAND TOPOR, PERFETTO PER IL 19 AGOSTO!

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No, queste due prime illustrazioni non sono legate al backstage del lungometraggio su Pinocchio diretto da Enzo d’Alò che, stando alle previsoni,uscirà il prossimo Natale…

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Roland Topor original lithograph, 1967

A furor di popolo (due persone), in questa domenica di afa umida, recupero qualche contenuto sparpagliato che fornisca un illusorio refrigerio ai visitors.

Ecco cosa scrive in merito Tomaso Turchi:

Credo che se Luca è in “ascolto”, possa riportare alla luce il post nel quale si scrisse (lui scrisse) di Topor ecc.
Il francese Roland Topor lo incontrai a Modena trenta(?) anni or sono, in occasione di una mostra a lui dedicata nelle sale del palazzo comunale.

La cosa che mi stupì era la fretta che Topor aveva: disegnava su grandi fogli di carta in modo forsennato le sue tipiche figure e composizioni in bilico fra il surreale e l’horror splatter, ripetendo cose che io ricordavo di aver già visto in una serie di libri e cataloghi a lui derdicati.

Era in ritardo per l’inaugurazione della mostra, aveva fretta.
Rimasi veramente allibito, poiché pensavo, avevo sempre pensato, a lui come ad un artista nel vero senso della parola, senza il demone del denaro a tirargli la giacca.

Ero un povero illuso.

Topor

Ed ecco, con qualche aggiunta e interpolazioone, l’articoletto al quale si riferiscono Tomaso e Santino.
L’illustrazione di Tor qui sopra è dedicata con tutta la passione che Cartoonist Globale può esprimere al direttore di un ridicolo quotidiano da un soldo e mezzo.

AliBabaSpecialeblog

Come promesso, il giornalista Renato Pallavicini ci ha inviato, generosamente, un regalo.
Pallavici è artefice, sul quotidiano l’Unità di oggi, appunto domenica 19 agosto 2012, della terza pagina estiva dedicata ai fumetti.

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Si parla delle rivoluzioni erotiche di Valentina e Barbarella, che avevano celebrato i loro (primi( fasti proprio sui gloriosi alboni della Milano Libri.

Le due precedenti puntate erano apparse sabato 11 agosto (Bambini pensanti: La Bambina Filosofica di Vanna Vinci e i Peanuts) e mercoledì 15 agosto (intervista ad Alfredo Castelli sui 30 anni di Martin Mystère).

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Quelle inviateci da Pallavicini sono immagini di un passato molto amato, formativo per un’intera generazione di appassionati di fumetti, alcuni dei quali si sono spinti (brutta razza, BLEAGH!) addirittura a fare i critici, i blogger, i recensori, o comunque i divulgatori di questo amato medium.

Chi ha mai visto questa immagine, per esempio?
Roland_topor_hand_zonder_titel_1976 Alcuni sì, la videro: quelli che tra lo sgocciolare degli esplosivi anni Sessanta e i micidiali Settanta, esplosivi anche in senso tecnico, si avvicinavano alle riviste più sofisticate, ambiziose e open minded.
Una era questa. Ali Baba.
Oppure (nome alternativo) Robinson.

Ma questo meraviglioso volume (perché tale è), disponibile soltanto per gli abbonati (dico bene, Renato?) lo videro davvero poche persone. Io ne ho incocciato due esemplari in tutta la vita ed è l’unico della serie che non possiedo (e non ho letto). Dentro, sicuramente, doveva esserci Jane di Hubbard.
E poi…

Ma questo era solo un trailer per le belle immagini di Renato che arrivano tra poco. Con una nota e una correzione.

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Restate in contatto, se incuriositi dal magnifico Topor.

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Vagina

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Panic

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  • Renato Pallavicini |

    Gentile Attilio Pierallini, grazie della risposta. Per la precisione non sono proprio “l’ultimo dei collaboratori occasionali dell’Unità”, ma ci ho lavorato internamente (con vari incarichi), per 30 anni. Oggi sono in pensione e collaboro da esterno, scrivendo di fumetti e altro (così in parte ho risposto anche al suo chiedersi da quanto ne scrivo). Per quanto riguarda il finanziamento pubblico ai giornali non sono del tutto d’accordo con la sua opinione. Ma questo sarebbe un discorso lungo e, forse, ha ragione lei nel sostenere che è meglio continuare a parlare di fumetti.

  • Attilio Pierallini |

    Grazie, signor Pallavicini, sono onorato di poter interloquire con lei. Da lettore del “Calzino di Bart” e di tanti articoli scritti anche prima che quella rubrica nascesse, non posso che farle i miei complimenti per la sua attività di puntuale e costante cronista del mondo del fumetto, davvero per tanti anni. Anche se non so quantificarli perché probabilmente quando ha iniziato a scrivere di fumetti io non avevo ancora neanche imparato a leggere.
    E’ sicuro che la differenza fra i due casi dei giornali di oggi è molto differente. Creda, non mi sognerei mai di paragonare l’ultimo dei collaboratori occasionali dell’Unità a un notorio Feltri, del quale conosciamo tutti benissimo la pasta. E al quale va il mio “libero” disprezzo da quando era al “Giornale”. Quando ho dovuto sopportarlo in televisione perché era in un dibattito con qualcuno di interessante da ascoltare, non c’è stata una volta,che le sue cialtonesche e arruffate dichiarazioni, esposte con toni sgarbati e antipaticissimi, non mi abbiano fatto infuriare.
    Comunque, ragazzi, cntinuaiamo a parlare di fumetti, di bei fumetti, lasciando questie miserie agli individui miseri. Anch’io credo che nella crisi generale questi giornali non se li fili nessuno, kamikaze a parte.
    E spero che la legge sul finanziamento pubblico venga a cadere e che i giornali stiano in piedi solo con le copie vendute e con la pubblicità.
    Che ingenuità, eh? Siamo in Italia, paese di camarrille e di malaffare.
    Sperare che al governo vada qualcuno di pulito e di non ricattabile è reato?
    Cordialmente

  • Renato Pallavicini |

    Risposta ad Attilio Pierallini. Il problema dei giornali (tutti) non è che non tengono fede alle loro promesse (anche se in qualche caso succede). Il problema è che notizie, scadenze, eventi dell’«ultim’ora» scalzano articoli e servizi non strettamente legati all’attualità. Nel mio caso (una serie di quattro puntate dedicate al fumetto, programmate per l’uscita in agosto, ma non in giorni «fissi»), lo spostamento è dovuto alla festività di Ferragosto (il 16 i giornali non sono usciti) che ha fatto slittare a catena in avanti tutta una serie di appuntamenti previsti. Questo è spiacevole, soprattutto per il lettore, ma abbastanza normale nei quotidiani. Altro caso, certamente più grave, è quello di un titolo che travisa (più o meno volontariamente) il pensiero o le dichiarazioni di qualcuno.

  • paolo |

    Tanto per scrivere la mia: ricordo una mostra di Topor al museo dell’automobile a Torino negli anni ’90 (direi ’97-’98)

  • tomaso prospero |

    Fusco: si , le cose stanno proprio in tale maniera.
    La collana “Albi d’oro” mondadoriana del dopoguerra. pur avendo molti difetti- primo di tutti l’adattamento al nuovo formato di tavole più grandi con rimontaggi e tagli vari- fu una bella palestra di apprendimento per chi nell’immediato dopoguerra aveva più o meno dieci anni, e di conseguenza non aveva potuto leggere in diretta i grandi settimanali mondadoriani, di Nerbini o di Vecchi.
    Io gli albi d’oro li trovavo già allora su bancarelle dell’usato, ma non riusii mai ad averli tutti.
    Ad esempio l’ultimo episodio di Saturno contro la terra”, “La fine del mondo” in quella veste non ce l’ho.
    Per questo all’uscita dell’almanacco di Linus 1969 ce la misi tutta per averlo.
    Mah, veramente altri tempi.

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