Il valente Luca Basenghi, in realtà ci comunica anche un altro evento, quasi per nulla pubblicizzato.
E’ il fatto che il Comune di Riolunato (cittadina turistica dell’Appennino modenese) ha organizzato, dal 4 al 19 agosto 2012, una retrospettiva sulla carriera dello sceneggiatore Claudio Nizzi.
La Biblioteca Comunale ospiterà un’esposizione dei tanti fumetti realizzati da Nizzi nella sua lunghissima carriera.
Gli orari sono i seguenti: tutti i giorni dalle 10 alle 12:30, dalle 16 alle 19 e dalle 21 alle 23.
Il piatto forte sarà rappresentato da una conferenza (“Come nasce un fumetto”) che lo stesso Nizzi, insieme ad Andrea Venturi, terrà presso il Teatro di Riolunato l’11 agosto, alle ore 16.
Nell’immagine di apertura, il simpatico Larry Yuma, protagonista di tante avveture de Il Giornalino.
E adesso, stotto lo splash panel, il pezzo di Luca sul Mostro della Palude!
In un post pre-natalizio (http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2011/12/frank-miller-e-alan-moore-con-will-eisner.html) si parlava di Alan Moore e Will Eisner.
Proprio in quel periodo stavo rileggendo per la miliardesima volta alcune storie di Swamp Thing scritte da Moore e, come sempre, mi perdevo ad ammirare le splendide splash page con cui i vari disegnatori impreziosivano l’inizio di ogni episodio. Ma “impreziosire” non è il termine più adatto, a dire il vero. È mia opinione, infatti, che la splash page non debba avere una funzione meramente estetica, ma fortemente narrativa.
Non mi metterò certo a pontificare su questo blog, frequentato dai massimi esperti in materia e gestito da uno di questi. Lascio solo alcune considerazioni personali in una prospettiva storica che è quella dei miei ricordi di lettore, quindi fortemente soggettiva e personale.
Oggi Will Eisner è conosciutissimo anche in Italia, grazie a un editore coraggioso come Puntozero e a una congiuntura economica (più che culturale) che fa sì che i fumetti si vendano meglio in libreria piuttosto che in edicola. Il che pone in massimo risalto i suoi “romanzi grafici” e lascia in ombra Spirit, che è di gran lunga il suo lavoro migliore, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione del linguaggio del fumetto e le conseguenti influenze su intere generazioni di disegnatori.
In particolare, e vengo al punto, per quanto riguarda la splash page. Essendo un inserto di quotidiano, la splash page di Spirit fungeva anche da copertina, ma immettendo il lettore direttamente nella storia. La parola splash,infatti, significa anche “tuffo”.
Ma Swamp Thing? Cosa c’entra? Nulla. Essendo un comic book, le sue splash page hanno una collocazione e una funzione narrativa diversa, rispetto a quelle di Spirit.
La pagina riprodotta sopra, seconda ne post dopo l’immagine di Larry Yuma, è tratta dal n° 7 di Swamp Thing pubblicato da Magic Press, ed è contenuta nel n° 45 dell’edizione statunitense. Non è la prima tavola della storia, ma addirittura la quarta.
Ha una funzione fortemente narrativa, è in continuità con le altre vignette pur mantenendo la funzione classica della splash page, che era quella di portare il titolo della storia, il nome del protagonista della serie e i credits, cioè i nomi degli autori.
Però mi sembra che abbia un gusto prettamente eisneriano. Il nome del protagonista della serie è stato ricavato metà dal bosco e metà dalle mura della casa, dando così un senso di lettura prospettico che è parallelo alla direzione che stanno seguendo i personaggi nel loro cammino.
Continuando a “leggere” la tavola, incontriamo colei che è la vera protagonista della storia in questione, cioè la casa: la funzione di questa splash page è proprio enfatizzarne l’entrata in scena. Il percorso di lettura finisce sul titolo, ricavato in stile Eisner direttamente nell’architettura dell’edificio.
Questa storia di Swamp Thing, Ghost Dance, è sicuramente un fill-in, cioè una storia-riempitivo, pubblicata per permettere ai titolari della serie di “tirare il fiato”. Lo si capisce da almeno tre elementi: è disegnata da Stan Woch e Alfredo Alcala, che non sono i titolari della serie; la storia non è in continuità con le altre; nonostante abbia alcune costanti “mooriane”, è una ghost story classica, poco originale.
Ma l’occasione di avere un edificio come protagonista è stata sfruttata alla grande, e sono sicuro che Stan Woch avesse ben presente di stare usando un “eisnerismo”, mentre disegnava questa splendida splash page.
Spirit era un fumetto nel quale la metropoli aveva un ruolo di primissimo piano, era costantemente presente e pervadeva sia il contenuto, sia l’impostazione grafica del fumetto. Al contrario, Swamp Thing vive la maggior parte delle sue avventure in una palude o in luoghi lontani dalla grande città. Molti anni separano le pubblicazioni dei due personaggi. Spirit rappresenta ancora il periodo di grande diffusione e progresso della stampa, Swamp Thing, con la sua fuga dalla metropoli, la crisi del comic book e dei suoi personaggi.
Per non smentirci, un brano musicale in chiusura difficilmente sarebbe il caso che (esso) mancasse!
I video di questo pezzo sono della sciamannata all female rock band The Kut. Questi brani sono available now at iTunes and other download stores. Likened to L7, The Slits and 4 Non Blondes, mainly due to the all female theme, the band have already appeared on Radio 1 Introducing, and are currently preparing their next music video. Doesn’t Matter Anyway was Produced by Tom Norton, Juxtapose Films.
In 2010 Maha secured an endorsement deal with Marshall Amplifications, making her one of the only female guitarists in the UK to have one. Recently headlining at 800 capacity Proud Gallery, Camden for the Criminal Records Harajuku event, the girls are currently recording their debut album Lies My Mother Told Me at Cartel Studios in Acton.
Peace out!
Un toy del mostro, autocostruito.
certo, i monty python avrebbero fatto i corgies che azzannano bond alla caviglia, ma va bene anche così
— simona siri (@simonasiri) Luglio 27, 2012