CONDANNE DIAZ: LO STATO CHIEDE SCUSA A SUA INSAPUTA

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Di questo orrendo massacro voluto da (compilare lo spazio lasciato in bianco con gli epiteti personalizzati: ……………….) Cartoonist Globale si è occupato ripetutamente in passato e lo fa di nuovo, ora che un minimo di giustizia viene fatta con le condanne dei villains (o di alcuni di essi) che hamnno trascinato parte della povera Italia nella macelleria messicana che sappiamo.

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Naturalmente, tali villains manganellavano e facevano manganellare a loro insaputa (sa va sòns dìr).

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Donald SoffrittiCi vuole Sky News 24 per trasmettere un’intervista decente a un testimone diretto, il giornalista (tra l’altro di un giornale di centrodesta: Il Resto del Carlino) rimasto coinvolto suo massario nella furia infame dei massacratori.

Il TG Uno, per dire, prosegue paro paro la sua deriva, inguardato, come se il Pipistrello cacciato dall’Ordine dei Pipistrelli fosse ancora in servizio.

Il capo della polizia Antonio Manganelli ha proposto al ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, che ha condiviso, la nomina del prefetto Gaetano Chiusolo a direttore della Direzione centrale Anticrimine e della Dr.ssa Mstrong>Maria Luisa Pellizzari a dirigente del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato. Chiusolo sostituisce Francesco Gratteri condannato, tra l’altro, all’interdizione dai pubblici uffici dalla Cassazione per il massacro compiuto strabarbaramente all’interno della Diaz.

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Questo è «il momento delle scuse. Scuse dovute». Soprattutto ai cittadini «che hanno subito danni, ma anche a quelli che, avendo fiducia nell’Istituzione-Polizia, l’hanno vista in difficoltà per qualche comportamento errato ed esigono sempre maggiore professionalità ed efficienza».

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Più che vista in difficoltà, l’hanno vista come un ferocissimo e folle nemico, al servizio di un potere politico insensato, all’interno del quale torreggiavano (e torreggiano, magari rialzandosi i tacchi) figuri loschissimi, indegni di essere accattabili (non dico “accettati”, data la loro manifesta impresentabilità) in un Paese civile. Quale l’Italia, a quanto pare, e come questa sentenza di terzo grado conferma, non è stato e non è (in quanto costoro sono ancora in circolazione, e sprizzano arroganza da tutti i pori).

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“La catena di comando è stata condannata e questo è un grande risultato”, afferma sensatamente l’avvocato Francesco Romeo, difensore di alcune vittime nel processo di Cassazione.

“Rimane però il dato di fatto che quella notte alla scuola Diaz è stata una pagina nera per la democrazia italiana e il Parlamento non ha nemmeno fatto una Commissione di inchiesta per individuare le responsabilità politiche”.

Ovvio, la “maggioranza” (si fa per dire) indecente che ha governato l’Italia fino a qualche tempo fa si era da sempre autoassolta, tutto era avvenuto a insaputa della sua insaputa. Delle ferite, delle tumefazioni, delle ossa rotte e de “morto” che (purtroppo) c’è scappato, il povero Carlo Giuliani, se n’è fregata da subito, con pochissime, eccellenti eccezioni.
L’importante era voler dare una lezione: “Adesso abbiamo preso il potere, cone nel ’22, non ce n’è più per nessuno, dopo il massacro cre prepariamo adesso nessuno se la sentirà più di manifestare e potremo proseguire alla grande il nostro porco saccheggio”.

“Saccheggio” di democrazia, ovvio. Non sia mai che si equivochi e si pensi che ci sia stato un tornaconto economico per qualcuno, tzè!
Giammai, non sia mai, lungi da noi 45 il pensiero!

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Ora, una commissione d’inchiesta la ora tornano a chiedere due senatori del Pd (meno male, ce n’è voluta!): Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, appunto “per fare luce sulle responsabilità politiche”.

Di chi sono lo sappiamo. Lo dice chiaramente Ellekappa, approssimando per difetto.

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