DAL SOGNO AL SEGNO: TIBERIO COLANTUONI E UMBERTO MANFRIN

Strenna blog 62 - Manfrin

Con una meravigliosa copertina (parziale) della wraparound realizzata da Umberto Manfrin per l’albo gigante Strenna di Tiramolla 1962, della collana Storie e Fiabe, riprendo l’argomento lanciato nel post precedente.

Come si vede, Manfrin aveva riservato il posto d’onore al suo personaggio prediletto del momento, il cagnolino sintetico Ullaò, le cui storie erano state in parte scritte con i coniugi Saio. Su suggerimento di Alberico Motta, molte delle pubblicazioni di questo periodo pubblicate dalla Casa editrice Alpe avevano argomenti monografici, in questo caso il sogno.

E oniriche erano tutte le storie dell’albo, al pari della copertina: ecco spiegata la stravaganza surreale della composizione grafica, che prosegue in quarta con dei Cucciolo e Beppe vagolanti nell’etere, o in evenescenti abissi marini, chissà.

BRERAfacsimileBASSA

Le opere di Tiberio Colantuoni e Umberto Manfrin, come già annunciato, sono in mostra da mercoledì 25 presso la Biblioteca dell’Accademia, sotto il titolo Dal sogno al segno, con sottotitolo Il tratto umoristico nel Fumetto.

Manfrin Tiramolla 3D blog

Sopra, una curiosa interpretazione manfriniana, con Tiramolla, della moda del fumetto in 3D esplosa negli anni Cinquanta. E poi dimenticata, per essere riscoperta a inizio anni Ottanta da Alfredo Castelli, Gianni Bono e Silver su Eureka e poi su Super Almanacco Paperino.
Le tre vignette che seguono, invece, si riferiscono a Davy Crock.

La mostra è accompagnata dal testo di un comunicato, che copio di seguito. Alla manifestazione sarà abbinata una pubblicazione a tiratura limitata realizzata da Paolo Telloli di Ink, nella quale… Be’, ne parleremo a parte, vale la pena di accaparrarsela!

Il comunicato recita:

Negli anni Duemila il Fumetto ha raggiunto la dignità di letteratura disegnata e arte sequenziale, ed è universalmente indicato come Nona Arte. Eppure una delle sue espressioni più raffinate e popolari, la più antica e originale, rischia di scomparire e diventare leggenda.

Manfrin_devycrock1957

E’ il fumetto umoristico, quello che dalle origini del XIX secolo al 1929 ha generato i codici espressivi del nuovo mezzo di comunicazione di massa, prima del fumetto realistico e avventuroso. Ha raggiunto i massimi livelli e la maggiore diffusione mondiale tra il 1950 e il 1990, e l’Italia ha generato in quel periodo autori di grande popolarità e personaggi entrati nel patrimonio dell’immaginario collettivo.

Tra quegli autori, due in particolare hanno condotto una vita parallela. Il primo nato a Roma e il secondo a Udine, si sono formati a Milano all’officina creativa dell’Accademia di Brera e hanno mantenuto sempre un bellissimo rapporto di amicizia, distinguendosi per generosità e onestà, partecipando ai progetti più innovativi con spirito d’avventura. Hanno collaborato con le edizioni Alpe, con Renato Bianconi, con il Corriere dei Piccoli

Foto di tutti quantiTiberio Colantuoni (1935-2007) ha disegnato Cucciolo e lo Sceriffo Fox, il gatto Felix, Braccio di Ferro e Pinocchio, Nonna Abelarda e Volpetto, ha creato Sfortunino, Big Tom, l’Ombra e portato avanti per circa cinquant’anni il simpatico scimmione Bongo.

A destra, Colantuoni è fotografato alla manifestazione CernusComics insieme ad alcuni suoi colleghi in forza soprattutto presso le Edizioni Bianconi e Metro. Alla sua destra, il già citato Albertico Motta, Sandro Dossi e Pierluigi Sangalli.

Sotto, alcune tavole sciolte sue e del suo collega di mostra, a cominciare da quella dei Tre vicepoliziotti, con i tre nipotini Tip, Top e Tap.

Surrealmente incredibile il fatto che, per divertirsi, Manfrin appiccicasse con nonchalance sulle tavole di cartoncino dei ritagli di giornale a caso, o che lo colpivano particolarmente. In questo senso va letta la scritta assurda “LA CALVIZIE VINTA” sul letto di Cucciolo e Beppe.

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Umberto Manfrin (1927-2005) ha legato la sua firma soprattutto a Tiramolla, ha creato Ullaò, Astarotte e Gabriellino, disegnando anche Braccobaldo, gli Antenati, il gatto Isidoro, Rob e Starry.

Le loro storie hanno affascinato generazioni di lettori. Insieme hanno sostenuto, dal suo nascere, l’ambizioso progetto del Museo del fumetto di Milano, che sarebbe diventato realtà soltanto nel 2011 e che oggi, con la loro Accademia, li ricorda con grande affetto e una mostra di una prima selezione delle loro creazioni, grazie all’aiuto delle loro famiglie.

Temple 1

Bongo4

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FridolinLa tavola che segue è stata disegnata da Colantuoni per il mercato tedesco, per conto dello studio di Rolf Kauka, in particolare per la “banda” di personaggi derivati da Fix und Foxi, i due volpini non troppo noti da noi (ma pubblicati, all’inizio degli anni Sessanta, su Bimbo e Bimba).

In particolare, la tavola riguarda il personaggio di Fridolin, una sorta di felino (un gatto, insomma, il cui nome sembra quasi veneto). La tavola sotto è di Tiberio, non la copertina e la retro immediatamente sopra, mostrate solo a scopo esemplificativo.

A destra un pupazzo piuttosto raro raffigurante il gatto, in una versione meno stilizzata di quella che a Tiberio era stata chiesta (e che aveva realizzato con grande maestri adattandosi allo stile grafico dominante in Casa Kauka).

Colantuoni frido

E questi sono alcuni (segnatamente due, uno per uno) dei vari pupazzi di gomma (chimica) con i due volpini.

Pupazzi

Fridolin

Nic e Noc-Colantuoni
Questa vignettona di chiusura del post ritrae Bongo lo scimmione con Nik e Nok (chimati anche Nic e Noc) gli identici gemelli malfattori creati da Colantuoni come nemesi di Nonna Abelarda delle avventure su Volpetto, ma poi rilanciati un po’ su tutte le pubblicazioni con la “vecchiarda”, compre la “gigante” Festival di Soldino.