CALIMERO, LA PAGOTFILM, CAROSELLO, PEROGATT

Melina Gatto - Marco Pagot

L’amico Marco Pagot (nella foto sopra immortalato a pranzo con Melina Gatto), animatore, regista, manager, figlio di Nino Pagot, uno dei pionieri del cinema di animazione italiano insieme al fratello Toni Pagot e al collega disegnatore e musicista Ferdinando Palermo, ha inviato ieri sera un messaggio a Cartoonist Globale che merita di essere evidenziato, poiché vari siti internet, blog e giornali ripeteranno nei prossimi giorni la medesima puntualizzazione.

Pagot Nino_1971

Pagot Toni_1971

Marco Pagot scrive:

Ho appreso della dipartita del sig. Peroni da alcuni articoli apparsi sui giornali.
Un altro collaboratore della storica PagotFilm è mancato e ne rimangono ormai pochi in grado di testimoniare l’importanza di quel periodo storico che fu l’epoca di
Carosello. È un altro pezzo della storia dell’animazione che viene a mancare, mi dispiace.

Mi scuso con l’amico Luca Boschi se intervengo su questo blog, ma devo rispondere ai commenti che anche qui fanno riferimento agli articoli dei giornali che hanno ricevuto e riportato la notizia della morte del sig. Peroni attribuendogli la paternità di Calimero. Devo correggere questa grave inesattezza che è stata diffusa approfittando di tale triste circostanza. La mia non vuole essere mancanza di sensibilità, ma ho degli obblighi di replica.

Pulcino

Mira-lanza-calimero-ava

La replica si può leggere integralmente qui, nei commenti al post sulla scomparsa dell’amico Perogatt.
Particolarmente interessante è la descrizione, in via propedeutica, del processo produttivo dell’azienda dei fratelli Pagot.

La PagotFilm aveva un sistema produttivo e delle procedure piuttosto ben definite.
– Le definizione di un progetto con il committente
– Il deposito del progetto presso la FIP (federazione italiana pubblicità)
– Lo sviluppo dei soggetti e delle scheggiature e la definizione degli aspetti grafici di base.
– Lo sviluppo delle storie in tavole illustrate e i test di animazione in caso di nuovi personaggi
– La distribuzione delle singole sequenze animate ai vari collaboratori
– Completate le fasi di produzione veniva effettuato il montaggio e la sonorizzazione
– La presentazione del filmato ultimato al cliente per eventuali modifiche concludeva il processo produttivo dei cortometraggi pubblicitari presso la PagotFilm.
Ne riprendo le tappe essenziali.

Carosello

Continua Marco:

Le discussioni dei progetti con le diverse società committenti venivano fatte dai fratelli Pagot a volte affiancati dagli sceneggiatori per proporre una serie di soggetti e di idee.

In particolare il responsabile della Mira Lanza dell’epoca esigeva di essere coinvolto nelle scelte artistiche preliminari, per cui Toni Pagot, che aveva un rapporto preferenziale con lui riscuotendone la massima considerazione e stima, organizzava le riunioni di presentazione dei progetti.

Alla riunione di inizio autunno ’62 per la discussione delle nuove proposte di campagna pubblicitaria erano presenti Toni Pagot, Ignazio Colnaghi, Ferdinando Palermo (che avevano partecipato alla realizzazione delle campagne precedenti) e il responsabile della Mira Lanza espresse le sue valutazioni delle campagne da poco trasmesse ribadendo quanto espresso in una lettera del 26 aprile 1962.

Venne deciso che non si sarebbe più trattato di una serie di canzoncine come quelle in precedenza cantate dal Quartetto Cetra a favore di una serie di racconti di narrazione lineare, venne scartato Gatto Ciccio e Mira Lanza richiese un personaggio più tenero e accattivante per le mamme (erano molto piaciuti i pulcini che apparivano negli spot trasmessi). Nell’ambito di tale riunione nacque la storia della nascita del pulcino bianco che cade nella pozzanghera come possono ancora testimoniare il dirigente di allora della Mira Lanza e l’autore, con Toni Pagot, di tale sceneggiatura, Ignazio Colnaghi (riconosciuto co-autore del personaggio).

Un passaggio altrettanto interessante (ma, ripeto, mette conto leggere la disamina per intero per farsi un’idea e compiere le proprie valutazioni) riguarda il sistema di condivisione del lavoro fra creativi impegnati in vari campi della costruzione degli shorts.

In PagotFilm nessun animatore ha mai realizzato integralmente da solo le animazioni di un intero carosello. La produzione è sempre stata un lavoro di gruppo sotto la direzione di Toni Pagot e in base al coordinamento dei sig. Barenghi e Marosi. Come possono ancora testimoniare i collaboratori rimasti.
La scelta di quali scene fossero da affidare a quale animatore era fatta in base a come i diversi animatori riuscivano a dar vita ai personaggi
.

Ad alcuni di loro, essendo più portati ad esprimere con teatralità di gesti le azioni, venivano affidate le sequenze più attive e in campo lungo, per altri più propensi alle sfumature espressive dei sentimenti venivano affidate le sequenze ravvicinate e i primi piani, sempre in una coralità di lavoro atta a creare il miglior filmato possibile, che non prevedeva ruoli di primadonna ma collaborazione.

I filmati delle animazioni venivano poi montati ed editati dal sig. Marco Visconti e con Ferdinando Palermo che ne ha sempre curato anche la sonorizzazione nonché spesso ne ha scritto le musiche, alla presenza e sotto la direzione di Toni Pagot, che curava il final-cut del filmato e di fatto la regia finale dello spot.

Olandesina-mira-lanza

Il sempre ottimo e solerte Loris Cantarelli mi invia una ricognizione dei fatti compiuta da Marco Giusti, critico cinematografico, lettore di fumetti raffinato, autore televisivo e chi più ne ha più ne metta.

Sul Manifesto di giovedì 15 dicembre 2011, Giusti scrive una memoria sul poliedrico Perogatt, dal titolo “Perogatt”, la matita di Calimero e Silvanella.

Così Giusti ricorda affettuosamente Peroni-Perogatt:

Tanti anni fa, incontrandolo per una commemorazione in onore del grande disegnatore italiano Sebastiano Craveri, maestro di Jacovitti e di Peroni stesso, rimasi sbalordito sentendo su quanti personaggi dell’animazione e del fumetto Peroni, nato a Senigallia nel 1929, e dal primo dopoguerra a Roma e a Milano, aveva messo la matita. Anche perché dietro a quello che vedevamo ai tempi di Carosello, non c’era mai scritto chi fossero gli autori dei soggetti, dei personaggi, delle animazioni. Peroni, ad esempio, si dichiarava «autore» di
moltissimi personaggi della Pagot Film e della Gamma Film per
Carosello. Un elenco che va da Calimero e Draghetto a Billo e Tappo, da Capitan Trinchetto a Cimabue, passando per le versioni animate italiane degli Antenati e dei Pronipoti di Hanna e Barbera.

La verità è che, dovendo sfornare negli anni d’oro di Carosello decine e decine di cartoons da due minuti l’uno, le grandi società di animazione si affidavano a animatori e produzione esterne come quella di Peroni.

A volte, anzi, erano subappaltate a terze produzioni, sempre più piccole. Senza sminuire il lavoro dell’animatore che curava la realizzazione del singolo sketch, è chiaro che i papà di Calimero siano Nino e Toni Pagot, oltre alla sua celebre voce, Ignazio Colnaghi. Ma è chiaro anche che Carlo Peroni ha effettivamente avuto un ruolo importante nello sviluppo del personaggio. E questo vale anche rispetto ad altri personaggi, come Cimabue e Trinchetto, ideati da Roberto e Gino Gavioli della Gamma Film.

Rai

Sempre da Loris, ricevo anche il pezzo conparso sul quotidiano cattolico Avvenire lo scorso 16 dicembre, con una lettera di Luigi Pagotto, figlio di Toni Pagot (Luigi aveva commentato anche in Cartoonist Globale) e la risposta della redattrice Angela Calvini.

Calimero_avvenire_16-12-11-1

  • Luca Matturro |

    Salve, per chiedere il permesso di utilizzare un’immagine e il nome di calimero per la costituzione di una equipe professionale che si occupa di bambini maltrattati, a chi mi posso rivolgere?
    Grazie mille

  • Giovanni Capoccia |

    Credo che questa discussione sia e sia stata coimunque costruttiva, informativa. Ciascuno resterà senz’altro sulle proprie posizioni. Nulla togli alla grandezza degli autori citati, che purtroppo non sono più tra noi. Peroni, quoto Contix, è stato una persona simpatica, dotata di grande sensibilità e umanità. So che è stato anche amico di questo blog per averne letto più vole le incursioni.
    I suoi blog erano e sono pieni di aneddoti interessanti, curiosi e senza dubbio nati dal grande cuore di Perogatt.
    Marco Giusti attribuisce a Peroni tanti personaggi, ai quali ha dato la vita per tutta la loro vita o semplicemente per un breve tratto, all’inizio o durante la loro navigazione nel mondo della Fantasia.
    di Tony (o Toni) Pagot ho amato molto le storie sul “Giornalino” e credo che fossero sue anche quelle dei volumi di Calimero (condivise con Sergio Toppi) dati in omaggio con i punti della Mira Lanza.
    Nino Pagot è stato quel genio pionieristico che sappiamo, un ingegno davvero raro, un capostipite generoso dell’animazione italiana.
    Non conoscevo Ferdinando Palermo e nelle ore di oggi pomeriggio mi sono documetato come potevo. Grande disegnatore anche lui, perbacco! E pieno d’inventiva. Mezzo “Corriere dei Piccoli” era suo a quanto pare, nel dopoguerra.
    Penso che sarebbe giusto accantonare questa diatriba e riconoscere a tutti ampissimi meriti creativi. Sono d’accordo col signor Pagot sul fatto che parlandone ancora non si rende un buon servigio al Signor Peroni, che sarà comunque ricordato per tantissime altre cose, di grandissimo pregio.

  • Contix |

    Egregio sig. Marco Pagot,
    Io non conosco Lei personalmente, né sono ovviamente in grado di smentire o confermare tutto ciò che Lei ha scritto: sono solo un semplice fan di fumetti e di cartoni animati.
    Ma ho conosciuto il sig. Carlo Peroni, anche personalmente, e devo dire che raramente nella vita si incontrano persone dotate di una così grande umanità, umiltà e, soprattutto, SINCERITA’! Tutto ciò che Carlo diceva veniva dal cuore ed alcuni aneddoti che ha scritto nei suoi blog erano sassolini che voleva togliersi dalle scarpe….e so bene che tanti non se li è potuti togliere perché non aveva né tempo né soldi per stare dietro ad eventuali cause legali!
    Detto questo, Le chiedo scusa per l’insinuazione del mio post precedente, ma ribadisco che non ho motivi per non credere alla versione di Perogatt sulla paternità di Calimero, pur con i documenti e le testimonianze che Lei ha qui riportato.
    Per fare un paragone con le dovute proporzioni: anche alla Disney è difficile attribuire la paternità di un personaggio ad una singola persona (lo stesso Mickey Mouse si dice che fu creato materialmente da Ub Iwerks, non da Walt Disney), per cui, alla fine, il creatore risulta sempre il proprietario dell’azienda (in questo caso, Walt Disney). Ma accade pure che singoli impiegati di quell’azienda inventino nuovi personaggi che poi diventino a pieno titolo parte di essa (es.: Romano Scarpa, con i suoi tanti nuovi personaggi disneiani)….e sui quali, paradossalmente, non potranno reclamare nessun diritto. Dato che dietro ci sono rilevanti interessi economici da parte dell’azienda-madre, ciò è comprensibilissimo.
    Ma Carlo questo lo sapeva ed ha sempre detto che non pretendeva molto: si sarebbe accontentato di una stretta di mano, di un caffé o di un semplicissimo “grazie”. Evidentemente, durante la sua collaborazione con la Pagot, ciò non è avvenuto e se l’è portato dentro per tutta la vita.
    E non aggiungo altro, se non associandomi agli altri post e ribadendo che Perogatt è stato un GRANDE del fumetto e dell’animazione italiana e che per lui contavano soprattutto i lettori e/o gli spettatori: è solo grazie ad essi che è andato sempre avanti nonostante la montagna di ingratitudine che ha conosciuto nella sua vita.
    Contix
    (Mi scuso anche se non mi firmo con nome e cognome, ma su Internet preferisco usare questo nickname col quale tutti mi conoscono)

  • Marco Pagot |

    In risposta al sig. Contix (devo usare il suo pseudonimo visto che non mi è dato di sapere chi sia il mio interlocutore).
    Non avrei potuto replicare prima. Se mi avesse letto con maggior attenzione avrebbe rilevato che “A seguito della dipartita del sig. Peroni sono venuto a conoscenza di una redazione di ricordi piuttosto amari fatta da lui sul suo blog”. Ho potuto replicare al momento che di tale testo sono venuto a conoscenza. Se non fosse stato fatto pervenire alla stampa forse non avrei potuto replicare ancora per anni.
    Col sig. Peroni non condividevamo le stesse frequentazioni e per quanto ricordo l’ultimo incontro che ho avuto con lui risale alla metà degli anni ’70 quando terminò la collaborazione per i fumetti da noi prodotti per la Williams.
    La sua affermazione che mi sono avvalso del diritto di replica solo dopo la dipartita del sig. Peroni non considera che anche il sig. Peroni ha scritto della vicenda solo dopo la morte del secondo dei fratelli Pagot, né valuta che il sig. Peroni non abbia mai comunicato queste rivendicazioni direttamente alla mia famiglia, avremmo potuto replicare in precedenza in sedi più adatte. La sua obbiezione, sig. Contix, sembra quasi un tentativo di sviare l’attenzione dai fatti reali e documentati da me esposti.
    Le faccio inoltre presente che la sua affermazione relativa a Cartoomics 2010 è inesatta.
    Nel contesto della mostra vennero citati i nomi della più parte degli animatori che hanno contribuito alla realizzazione dei filmati cui ci si riferisce, in tale occasione era iscritto anche il nome del sig. Carlo Peroni, che non ho mai negato essere stato uno degli animatori dello studio. Non sono quindi stato “obbligato” a farlo (non capisco chi lei pensi potesse obbligarmi in tal senso). L’ho fatto perché il fatto era corrispondente ad una realtà oggettiva. Come lo sono gli altri fatti da me esposti.
    La sua insistenza su questo tema rende un cattivo servizio al sig. Peroni, se la sua memoria si sia confusa con gli anni o se in un momento di amarezza egli abbia voluto dare sfogo ai suoi pensieri più cupi non ci è dato di sapere, ma alla luce dei fatti verificabili da me forniti credo che sarebbe meglio non continuare su questa strada. Il rischio è che il sig. Peroni non venga ricordato, come ben dice il sig. Pietro Fusco, per le sue doti e per i suoi personaggi, ma solo per questa brutta vicenda.
    Marco Pagot,
    Gentile Luca Boschi approffitto ancora una volta del tuo spazio, non volermene troppo.

  • Pietro Fusco |

    Noi amiamo (abbiamo amato) Carlo Peroni, la sua simpatia, la sua carica umana, anche il suo impuntarsi su questioni che l’avevano toccato, sicuramente. E’ stato un grande artista e resta nei nostri cuori con le sue opere.
    Poi, se ha creato o meno Calimero interessa poco. Questo non toglie nulla alla sua grandezza.

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