ADDIO A RONALD SEARLE

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Il grande illustratore, caricaturista e umorista satirico inglese Ronald Searle se n’è andato nel sonno venerdì scorso, 30 dicembre, in un ospedale in Francia. Aveva 91 anni. La notizia è arrivata solo in queste ore.

La famiglia ha comunicto la notizia alla stampa in questo modo:

“Ronald William Fordham Searle, born 3 March 1920, passed away peacefully in his sleep, after a short illness, with his children, Kate and John, and his grandson, Daniel, beside him, on 30 December 2011 in Draguignan, France.

“He requested a private cremation with no fuss and no flowers.”

Qui c’è l’articolo della BBC e il servizio video che lo riguarda.

Nella foto di apertura, Searle è con Walt Disney, curiosamente recluso in un androne nel periodo in cui aveva dei contatti con l’officina di Burbank, in particolar modo all’epoca de La carica dei 101 (101 Dalmatians, 1961), i cui scenari gli sono debitori da molti punti vista.

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Un sito gli rende il giusto omaggio, con quotidiane aggiunte di materiali.
Per questo non starò a dilungarmi; basta browsare qui.
Il responsabile è Matt Jones. Bravo!

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Secondo molti, Searle è stato uno degli illustratori più influendi del XX secolo a livello mondiale; lo è ancora. Suoi lavori sono usciti sul New Yorker, Lilliput, Punch, Life, Holiday, Le Monde.
Mi risulta che una quarantina di anni fa la Milano Libri abbia pubblicato, assai occasionalmente, dei lavori di Searle, più o meno quando aveva l’aspetto della foto con Walt.
Ai tempi di Ali Baba e di Ubu.

Sicuramente, la libreria milanese, complice il lungimirante e acuto Giovanni Gandini, aveva alcuni suoi libri in vendita, in lingua inglese. Molesworth, per esempio.
Alla vigilia del Novantesimo, la rete televisiva inglese Channel Four (niente a che vedere con la nostra Retequattro; Channel Four è una rete seria e non sclerotica) aveva dedicato un profilo-intervista all’artista.
Più di un blog l’ha postato e l’avevo fatto anch’io, invitando chi volesse proseguire la visione di opere Searle related a guardarsi anche gli shorts che seguono.

Ma adesso, misteriosamente è scomparso dal web. Lo sostituisco con questo servizio che non è comunque male. Fra gli altri parla anche il cartoonist Steve Bell.

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Macchine volanti

Mici

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  • mario |

    Condoglianze ai familiari. Di questo autore mi ricordo di aver sfogliato proprio il libro della Milano libri, tanti anni fa.

  • Luca |

    Capisco.
    Grazie, Claudio (Ferracci) e Marcello (Toninelli).
    Renato Pallavicini de “L’Unità”, bontà sua, mi ha inviato la copertina del libro di Molesworth e domani la pubblicherò nel blog per il giovamento della collettività. Oggi la notizia della scomparsa di Vicar ha assorbitio tutto il mio tempo a disposizione per Cartoonist Glòobale.
    Buonanotte!
    L.

  • marcello |

    L’unico libro di Searle che io posseggo è quello della Garzanti, apparso in collana di tascabili dedicati alla grafica umoristica che ha ospitato anche Sempé, Hoffnung, Chaval, Bosc ecc.
    Per combinazione ne avevo parlato nella mia pagina di Facebook il giorno di Natale, pochissimi giorni prima della sua morte!

  • Santino |

    Davvero interessante!

  • claudio ferracci |

    per J.Bender:
    si, Milano LIBRI HA PUBBLICATO
    MOLESWORTH
    IL FORTISSIMO di Geoffrey Willans & Ronald Searle
    1972 Prima edizione
    pagg. 117+(2)
    con le illustrazioni di Ronald Searle
    Formato 14X21 cm.
    tela editoriale con sovraccoperta
    riporto fedelmente dalla quarta di copertina:
    Le avventure di Nigel Molesworth costituiscono, tanto per darne una vaga idea, l’equivalente britannico di un Giomalino di Gian Burrasca.
    Molesworth, tuttavia, non è semplicemente il monello tradizionale, il ragazzino pestifero che, tutto sommato in buona fede e con una certa dose di ingenuità, ne combina “di tutti i colori”.
    Molesworth, anche se la sua ignoranza è abissale e il suo disprezzo per la cultura incondizionato, è il maligno virgulto della stessa pianta di Evelyn Waugh, di Kingsley Amis, degli “arrabbiati” inglesi di ogni tempo. Nei confronti del suo lontano parente Giannino Stoppani, poi, Nigel Molesworth ha a disposizione i mezzi espressivi più audacemente moderni, talché il racconto in prima persona dei suoi casi non è certo un semplice diario, bensi un composito pastiche di prosa, di versi e di disegni, nel quale trovano applicazione sapientissima il monologo interiore, la parodia, la deformazione surrealistica, tutti i fuochi d’artificio del romanzo-saggio e del metaromanzo.
    L’umorismo “nero” di Molesworth è travolgente nell’enormità dei guasti che produce e, benché la cornice e gli usi descritti nel libro siano tipicamente inglesi, non c’è persona (all’infuori di chi è sissy o secchione) che non si riconosca in continuazione nell’universale inferno scolastico dipinto in queste pagine. Chi non ha mai messo in caricatura i professori, parodiato il testo degli esercizi, composto formazioni di calcio con i grandi nomi della storia e dell’arte? Il genio precocemente spietato di Nigel Molesworth ha fermato tutto ciò in pagine esemplari e memorabili. Un classico dell’umorismo, un personaggio immortale che ha la fredda malvagità di Franti, la lucida intelligenza dell’ArtfuI Dodger di Oliver Twist e lo sfrenato senso del comico di Lazarillo de Tormes.

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