Oggi afNews rilancia, giustamente, un argomento del quale si è parlato nelle ultime settimane e che non ho ancora potuto evidenziare qui benché alino (oggi impegnato con l’ultima giornata di Salerno COMICON, sotto il video spot) mi avesse segnalato l’inizio della diatriba addirittura il 14 novembre scorso.
Parlo delle posizioni sui manifestabti indignatissimi di Wall Street (e per estensione del resto del mondo) espresse da due grandi del Fumetto angloamericano (per così definirlo, con approssimazione): Alan Moore e Frank Miller–
Quest’ultimo ci va giù duro, insultando pesantemente, nel suo blog.
Tipo:
The “Occupy” movement, whether displaying itself on Wall Street or in the streets of Oakland (which has, with unspeakable cowardice, embraced it) is anything but an exercise of our blessed First Amendment. “Occupy” is nothing but a pack of louts, thieves, and rapists, an unruly mob, fed by Woodstock-era nostalgia and putrid false righteousness. These clowns can do nothing but harm America.
“Occupy” is nothing short of a clumsy, poorly-expressed attempt at anarchy, to the extent that the “movement” – HAH! Some “movement”, except if the word “bowel” is attached – is anything more than an ugly fashion statement by a bunch of iPhone, iPad wielding spoiled brats who should stop getting in the way of working people and find jobs for themselves.
This is no popular uprising. This is garbage. And goodness knows they’re spewing their garbage – both politically and physically – every which way they can find.
Wake up, pond scum. America is at war against a ruthless enemy.
Maybe, between bouts of self-pity and all the other tasty tidbits of narcissism you’ve been served up in your sheltered, comfy little worlds, you’ve heard terms like al-Qaeda and Islamicism.
Difficile restare neutrali. Portare argomentazioni articolate e convincenti, a quanto pare, non è facile, né per Miller né per i suoi detrattori. L’antipatia che (diciamolo) personalmente ho provato per i suoi fumetti degli ultimi quindici anni, troppo inutilmente violenti e cinici per i miei gusti, cattivi maestri impregnati di sensazionalismo grafico-narrativo, privi di quell’ironia che pervicacemente ricerco nelle opere della fantasia che pretendano di avere qualcosa da dire di inedito sul nostro mondo sciagurato, si rispecchia perfettamente anche in queste dichiarazioni trancianti.
Lo scorso 9 dicembre, nel pezzo I maestri del fumetto litigano su Occupy Wall Street, ComUnità riporta, in un articolo che potrebbe essere di Renato Pallavicini, anche se non ne trovo la firma, la reazione di Alan Moore alle dichiarazioni un po’ rabbiose (e superficiali, ad essere moooooooolto gentili) di Miller-
A Miller, che sembra quasi un pensionato rincoglionito al Family Day, Moore interpellato dalla stampa risponde: “Noi due abbiamo opinioni diametralmente opposte su ogni cosa, specie su questo movimento”.
E sulle opere di Miller, Moore ha le idee chiare: “Sono misogine e omofobe”, anche se a dirla tutta, forse solo gli ultimi lavori milleriani eccedono nel testosterone. Per lo sceneggiatore di Northampton, “gli indignati americani e britannici sono infatti del tutto giustificati nel dimostrare il loro disgusto morale”. Disgusto espresso, tra l’altro, in modo “intelligente e non violento. Che poi è un altro motivo per cui Frank è infastidito”.
Con un’ulteriore steccata, Moore dopo avere benedetto l’uso della maschera di V da parte degli indignados, dice che forse a Miller sarebbe piaciuta “una protesta fatta da un gruppo di giovani sociopatici travestiti da Batman”.
Lasciando fuori dalla mischia l’Uomo Pipistrello, poveretto, che non c’entra affatto e merita rispetto, per quel che può valere mi associo nel rilevare una vena di machismo imbecille nell’opera più recente di Miller. Probabile conseguenza, di solito, di problemi personali irrisolti che l’artista (in genere) sublima nella sua opera creativa. L’omofobia indubbia e un certo disprezzo per il sesso femminile sono conseguenze dirette di questa visione disturbata del mondo, che sfocia anche in passione militaristica astratta (niente a che fare con le strategie di difesa intraprese legittimamente dai Paesi: qui siamo su un piano del tutto diverso e deteriore).
Dalla diatriba era per il momento rimasta fuori la posizione di un terzo grande fumettista anglofono (sempre “per così dire): David Lloyd, disegnatore della maschera di V (che nella foto sopra è indossata, per moda, addirittura da Lady Gaga), ormai comunemente adottata dagli indignati di tutto il mondo, compresi quelli americani (e, anzi, da loro prima che tutti gli altri).
Napoli, disegnatore di V per vendetta: felice lo… di TMNews
“La maschera di V è perfetta per la protesta degli indignati, è un segno di speranza”, afferma nel servizio che si può “fruire” sopra appunto David Lloyd, in Italia un mesetto fa invitato dalla NPE (Nicola Pesce Editore) per promuovere il libro di storie brevi in bianco e nero Materia oscura, pubblicato a fine ottobre e tecnicamente esaurito.
Com’è noto, nel fumetto di Lloyd, scritto da Moore (e questolo scrivo solo a beneficio di chi capita in questo blog per caso) il vendicatore anarchico indossa la maschera di Guy Fawkes, personaggio realmente esistito che tentò di far saltare in aria il Parlamento inglese.