STORIE DI INFANZIA NEGATA, A MILANO (fino al 26)

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WORKERS, storie di infanzia negata è il titolo della mostra fotografica di Cristina Francesconi, a cura di Cesvi, che si tiene a Milano fino a sabato 26 nella sede di PWC e de Il sole 24 ore (nella hall entrando a sinistra), entrata libera, aperta 24 ore su 24, come il sole stesso, in via Monte Rosa 91 Milano. Per informazioni: tel. 035/2058058 www.cesvi.org

Nella foto sopra: Halima, 12 anni. Cacciata di casa perché accusata di stregoneria. Per vivere è costretta a prostituirsi.

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Sotto, Vladimir, 5 anni. Accompagnato della sua piccola fisarmonica è obbligato all’accattonaggio.

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Ombrello Si tratta una mostra composta di 25 grandi immagini, scattate da Cristina nel corso dei suoi viaggi nei più differenti angoli de mondo.

La mostra è stata inaugurata nel novembre 2008 sempre a Milano, presso lo Spazio Forma, in occasione di Fotografica08, l’appuntamento Canon.

Da allora però ha girato tanto, prima in Europa (da Bonn alla Conferenza Unesco e al WHH headquarter, sino al One World Film Festival di Praga) e poi in molte città italiane, fra le quali Napoli, due anni fa netti.
Quale la prossima tappa?

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Repubblica Democratica del Congo. Mou, età sconosciuta, allontanata da casa anche lei perché accusata di stregoneria.

Lunedì scorso Cesvi, in collaborazione con PwC, in occasione della Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia (che è stata domenica 20) ha organizzato un incontro aperto alle aziende socialmente responsabili e alle organizzazioni impegnate nella ricerca di percorsi efficaci per la promozione dei diritti nell’ambito della attività di impresa.

Può la CSR (Corporate Social Responsibility) essere uno strumento efficace per la promozione dei diritti umani attraverso la attività di impresa?
Quali difficoltà incontrano le aziende quando cercano di tradurre standard e principi della CSR in scelte operative sostenibili nel tempo?
Come possono collaborare tra loro Fondazioni di partecipazione, associazioni e imprese sul terreno CSR superando la reciproca diffidenza?

Un momento di incontro tra il punto di vista delle aziende attraverso testimonianze dirette di SEA e Coop Lombardia e un Piano d’Azione per le imprese proposto da Cesvi attraverso la campagna Stop Child Labour. Ha modera Valter Nebuloni del Centro Internazionale di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ITC-ILO).

Dal 2007 Cesvi promuove in Italia la campagna Stop child Labour – School is the best place to work, sostenuta anche dall’Unione Europea, rivolta a singoli cittadini, studenti, aziende e governi nazionali, affinché tutta la società civile si attivi in azioni concrete per combattere lo sfruttamento del lavoro minorile e promuovere un’educazione di base di qualità nei Paesi in via di sviluppo.

Cesvi è impegnato anche in progetti dedicati all’infanzia in India contro lo sfruttamento del lavoro minorile nelle fabbriche di mattoni e risiere, in Perù contro lo sfruttamento della prostituzione minorile nelle periferie di Lima, in Zimbabwe a favore dei bambini di strada di Harare e in Kenia con un nuovo progetto che mira a coinvolgere tutti gli attori della società keniota per potenziare la rete sul territorio che combatte contro le peggiori forme di sfruttamento come la prostituzione e il traffico di minori.

Al termine dell’incontro è stata inaugurata la mostra.

PwC Experience è un punto di di ritrovo presso la sede milanese di PwC in Via Monte Rosa 91 (appunto), dedicato a incontri, dibattiti, reading, mostre, conferenze, eventi e in generale “esperienze” orientate all’arte e alla cultura.

PwC fornisce servizi professionali di revisione, di advisory, di consulenza legale e fiscale alle imprese con l’obiettivo di creare valore. PwC è un network distribuito in 158 Paesi con oltre 169.000 professionisti, di cui 3.000 in PwC Italia. Maggiori informazioni sul sito www.pwc.com.

Cesvi è un’organizzazione umanitaria italiana indipendente che opera in tutto il mondo per fronteggiare ogni tipo di emergenza con progetti di lotta alla povertà che valorizzano le risorse locali e mobilitano le popolazioni beneficiarie (www.cesvi.org).

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India del nord. Vidia, 7 anni, venditrice d’acqua. Passa dieci ore al giorno ai bordi delle strade più trafficate con la sorellina di cinque anni.

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Togo. Molti bambini nel mondo sono impiegati in agricoltura e non riescono a frequentare la scuola.

Il © delle foto è di Cristina Francesconi/Cesvi

  • Lorella Cap |

    Buongiorno a tutti,
    scrivo per segnalarre una cosa che potrebbe interessare ai lettori di questo post: domani, giovedì 1 Dicembre , in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS, l’AVSI presenterà i risultati del progetto “Free: 10 anni di lotta all’AIDS in Uganda, 10 anni di bambini nati senza HIV”.
    Si tratta di un progetto di una ONG italiana che a partire dal 2002 è diventato un vero e proprio modello di successo a livello internazionale nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’ONU. Un modo per raccontare un’esperienza in Africa fatta di vita, bellezza e umanità.
    A questo link http://www.mediahook.eu/AVSI_PROGETTO FREE_LOW DEF.zip
    si puote trovare il video ufficiale del progetto FREE, convertito per la pubblicazione web.
    Riepilogando:
    Giovedì 1 dicembre ore 10.30
    Sala Protomoteca – Campidoglio
    Via Del Campidoglio 1
    Roma
    Dopo il saluto di Gianni Alemanno, Sindaco di Roma (e qui i conati mi salgiono su uno dopo l’altro, ma questo è il sindaco che la Capitale si è meritato, speriamo se ne vada presto a casa con i suoi amichetti).
    Poi vengono le persone che hanno un senso, evasa la burocazia fastidiosa.
    Interverranno:
    Dr. Lawrence Ojom, direttore ospedale St Joseph’s, Kitgum, Uganda
    Mrs Ketty Opoka, coordinatrice organizzazione non governativa Meeting Point Kitgum, Uganda
    Dr. Linda Nabitaka, PMTCT M&E Manager, Uganda Ministry of Health
    Dr Zikulah Namukwaya, Director PMTCT program, Mulago National Referral Hospital, Kampala, Uganda
    Prof. Carlo Federico Perno, professore di Virologia, Università di Tor Vergata (Roma)
    Alfredo Luigi Mantica, senatore della repubblica italiana
    Conclusioni: Alberto Piatti, Segretario Generale AVSI
    Risultati, strategie, storie e volti di chi ogni giorno lotta contro l’AIDS.
    Per permettere a sempre più bambini di nascere sani.
    Ciao.

  • Cristina |

    Grin grazie anche a te.
    Mi piace ricordare la frase di Jacques Prévert:
    “I bambini hanno tutto, tranne quello che gli portiamo via”.
    I bambini hanno coraggio, riescono a superare dolori, violenze e ogni forma di atrocità con una forza inaspettata. Hanno fantasia e sogni che sembrano veri. Riescono a vedere il paradiso in mezzo all’inferno… dietro quell’angolo che noi ignoreremmo abbandonati alla disperazione. I bambini hanno la saggezza e conoscono già tutte le risposte che noi adulti ignoriamo.
    Puntare il mio obiettivo su di loro non è stato facile, non è stato facile vederli vendere il corpo, non è stato facile vederli costretti a imbracciare un fucile per uccidere e tutto il peggio che neppure si riesce a immaginare. Ma soprattutto non è stato facile ascoltarli. Le loro storie, raccontate con disarmante innocenza, riportavano tutta l’infelice mostruosità di noi adulti… adulti, che al loro confronto risultavamo infinitamente PICCOLI.
    Io ho provato a riportare in uno scatto alcune di queste storie… niente di più.

  • Grin |

    Mi auguro che il commento arrivi, ci sono problemi in linea e questa è il terzo tentativo di postarlo.
    Dunque:
    …..e l’aereo partì.
    Conta poco il fatto che portasse il nome della mamma del pilota (Enola Gay).
    Qualcuno aveva detto: ….”intanto buttiamo la bomba, poi vediamo che succede!”
    E successe che nulla fu mai più naturale sulla terra.
    La naturalità e l’innocenza si dileguarono in un fungo che sparse le sue spore generando reazioni a catena….
    La catena di smontaggio della naturalità di un pianeta era stata innescata.
    Oplà!
    Se l’infanzia è sininimo dell’innocenza di un essere umano naturale,
    dal 6 agosto 1945 l’infanzia è stata negata a tutti per sempre.
    Da allora, al posto della vera infanzia, esistono i bambini.
    Ed esiste un’infanzia come postulato (didattico, giuridico…. )
    Detto ciò noi possiamo regalare ai bambini burattini o filmoni, possiamo nutrirli con braciole biologiche di chianine pascolate e macellate per amor loro, oppure nutrirli di miglio e risotti integralissimi, a seconda del consiglio del pediatra.
    Detto ciò i pediatri lavorano molto come sempre, anche più dei geriatri.
    Detto ciò i figli nati in provetta si annoieranno presto del digitale.
    E dopo la generazione delle mamme, forse una nuova generazione di disoccupate farà figli per dare un senso “logico” alla propria permanenza terrena.
    Ma noi non siamo qui per sottilizzare sulla scelta delle marche dei pannolini.
    Dunque:
    Cristina, tu usi un sistema d’impianto immagine
    essenzialmente tradizionale, il sistema migliore per foto documentarie perché implica e chiede la visione diretta.
    E guardandole in video bisogna trovare il contesto “ottico” che sta alla loro base, altrimenti, per quanto veritiere, le immagine perderebbero completamente la loro realtà.
    Si tratta di immagini che non hai costruito tu, sappiamo che esse sono il prodotto di un’arte atroce e perfetta: l’arte di sottomettere annientandoli, popoli e culture, e che si esprime attraverso la tecnica di mutare territori e individui eliminandone l’identità.
    Sono il prodotto di sistemi economici, commerciali, di scelte politiche e di politiche finanziarie ed economiche ormai internazionali, succedutesi nel
    tempo.
    C’è però un qualcosa di limpido in queste foto, che non viene dal tipo di tecnica che usi, né dal tipo di arte che, come dicevo, ha veramente prodotto queste immagini.
    Credo che venga dalla “tua” arte e non penso che la tua arte sia solo la macchinosa fotografia.
    Ho scritto un sacco di righe di commento….
    Ne aggiungo solo un’altra:
    Brava!

  • Cristina |

    Grazie Antonio!… anche a nome dei tanti bambini fotografati…

  • Antonio |

    Buonasera a tutti, ho visto la mostra, molto bella. Complimenti alla fotografa!

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