I GELMINI DELLA NEUTRINI (o viceversa)

Tunnel Gelmini

Una delle ultimestupidaggini proferita da Mariastella Neutrini, a proposito della recente scoperta dell’attività dei gelmini, ha provocato una serie di reazioni beffarde forse eccessive, dato che stiamo solo parlando di una fra le innumerevoli dimostrazioni offerte negli ultimi anni dalla suddetta di essere quel che è.

Se ritenute davvero eccessive, queste vignette, e gli sbeffeggiamenti che da ieri hanno invaso la rete sono ancor più il segnale dell’insofferenza verso una ministra che pessimamente ha svolto sin dall’inizio il suo lavoro: un compito affibbiatole da chi non era (né è) minimamente in grado di assegnare incarichi a nessuno, all’interno di quello che anche i moderati, e i non pochi osservatori di destra senzienti, definiscono il peggior governo della storia d’Italia.

Bof!

Per cui, ecco qualche vignetta in merito: timidi tentativi di sopravvivere con labili beffe, per tenere duro, soportando con gli scarsi mezzi a disposizione (la satira, l’humour), la lancinante e inesorabile agonia di una cricca (definizione ormai sdoganata da tutti i TG, virgolette o meno; in TV non si vedono.

Le illustrazioni sono di Manlio Truscia, alias Remolo ’11, e di Marilena Nardi (sotto). La quale aggiunge:

Tra le varie raccolte in internet, la mia preferita è «Code di neutrini in ingresso al Gran Sasso. Si consigliano percorsi alternativi» (Twitter)

SuperGelmini

Marilena segnala anche a questo link di una galleria di disegni dedicati alla memoria di Peppino Impastato. Fra questi c’è anche quello di Letizia Algeri, sotto a destra.

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/09/23/foto/omaggio_a_peppino_impastato-22139846/1/

Casolare

Letizia algeri-bf0f-84c750df43ae La giornalista, Adriana Falsone, mostra il lugo (foto sopra, © degli aventi diritto), dove gli assassini di Peppino Impastato, dopo aver eseguito il delitto, misero a punto la messinscena che diede vita al depistaggio.

Prossimamente (speriamo il prima possibile), questo casolare diventerà proprietà della Regione, che lo destinerà a museo.
La proposta dell’assessore all’Economia Gaetano Armao, d’intesa con il Comune di Cinisi, risponde all’appello lanciato attraverso “Repubblica” da Giovanni Impastato, fratello di Peppino, il quale aveva denunciato lo stato di degrado in cui si trova la struttura di contrada Feudo, a Cinisi.

Aveva detto: “Salviamo questo casolare, è tutto ciò che qui attorno conserva l’ultimo respiro di Peppino”.

Dopo la pubblicazione dell’articolo, 44 disegnatori di tutta Italia si sono mobilitati e hanno realizzato altrettante tavole dedicate a Peppino e al luogo in cui fu ucciso per sostenere questa campagna per la memoria.

“Sono le immagini dentro di noi a mantenere viva la memoria e questi disegni sono i simboli che stanno qui a manifestarlo. Nonostante tutto Peppino non è morto, è qui con noi adesso e potete vederlo con i vostri occhi – spiega Lelio Bonaccorso, promotore della mobilitazione degli artisti, autore dell’illustrazione in chiusura di post.

“Sarebbe meraviglioso – prosegue Lello – se a questa iniziativa partecipassero molte altre persone, esprimendo così con forza che “Peppino è vivo e le sue idee non moriranno mai””.

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