All’inizio dei favolosi (bah!) anni Novanta mi sono trovato alla direzione editoriale della rivista Horror, pubblicata dall’etichetta Comic Art.
Il successo di Dylan Dog e l’apparente nuovo interesse dimostrato dai lettori italici per il fumetto dell’orrore aveva spinto Rinaldo Traini (patron della Comic Art e gestore di una bella rassegna di tavole originali al Circeo nell’estate 2011) a tentare questa mossa editoriale, proponendo un mensile con contenuti di alta qualità, in linea con le altre riviste della casa editrice romana.
Ripensandoci oggi (meno di venti anni dopo) sembra un’avventura azzardata, forse improponibile anche solo un paio di anni più tardi, per le sue caratteristiche molto amatoriali, e molto nerd.
Ma meno male che, per circa ventimila lettori italiani (ridottisi a due terzi dopo il primo semestre di vita della testata), quella rivista horror c’è stata, e ha goduto di una dignitosamente lunga navigazione in edicola prima di subire una serie di metamorfosi necessarie per contenere i costi delle royalties dei fumetti in sommario.
Non voglio dilungarmi su di essi, ma basta accennare al fatto che capolavori del fumetto angloamericano Hellblazer, Swamp Thing, o Sandman sono stati presentati per la prima volta in Italia su quelle pagine, con traduzioni del sottoscritto o di Francesco Manetti, mentre Paolo Accolti Gil (che già aveva il suo podio in una versione riveduta e corretta della vecchia All American Comics) si è occupato talvolta di tradurre per Horror racconti a fumetti pittorici tratti da scritti di Clive Barker.
All’epoca avevo anche fatto richiesta, tramite le brave Phyllis Hume e Chantal d’Aulnis, di vecchie storie soft horror realizzate per la National D.C. da artisti del calibro di Neal Adams, Gil Kane, Alex Toth e così via. Ne avremmo pubblicata solo una parte, in seguito al mutamento dei contenuti divenuto obbligatorio soprattutto quando l’aria per i fumetti horror era resa irrespirabile da una campagna perbenista sciatta e approssimativa montata in quel periodo da un po’ di cattolici preoccupati (fra i quali se non sbaglio l’ex calciatore Gianni Rivera) in vena di attribuire a carico dei fumetti corruttori le peggiori colpe delle nefandezze compiute dalla turbolenta gioventù dello Stivale.
Tra gli altri fumetti, Horror proponeva in Italia per la prima volta la prima versione di Swamp Thing, realizzata negli anni Settanta da Len Wein e Bernie Wrightson.
Normalmente, come nell’uso mio e di Alberto Becattini (che si occupava di illuminanti, memorabili e insostituibili articoli sugli autori più classici del comicdom americano), a tutti i soggettisti, matitisti e inchiostratori venivano attribuiti i relativi credits.
A tutti, ma non al creatore dello straordinario logo della testata Swamp Thing, che (come si vede dagli esempi di questa pagina web) aveva pesantemente ispirato la scritta-logo Horror.
Tento di rimediare adesso, Si tratta del Maestro Calligrafo Gaspar Saladino, uno dei più rilevanti letteristi statunitensi, soprattutto nell’ambito della “Silver Age” e, ancora più specificamente, di quelli realizzati per la DC Comics (allora National DC, come sappiamo) da quel vulcano di Julius Schwartz.
Il post è costellato di scritte magnifiche di ogni tipo dovute a questo grande aertista della “parola grafica scritta”.
A Gaspar Saladino, il Diego Ceresa americano ante litteram, rendo questo piccolo omaggio adesso, invitando chi desidera approfondirne le tappe della straordinaria carriera a fare un CLICK qua su Dial for Blog, dove si sintetizza il grosso delle sue collaborazioni con altrettanti Maestri del Fumetto.
Mark Evanier, che in questi giorni citiamo spesso, così commentava questo tributo a Saladino, compiuto un paio di anni fa (quantomeno).
I’m not going to write a lot about him here because I want you to go check out two other places. “Robby Reed,” the creator of the Dial B for Blog website, is offering up an extraordinary tribute to Mr. Saladino that will tell you a lot more than I can possibly relate here, plus its loaded with examples. It all starts here.
And then over the next few days, drop by the weblog of Todd Klein. Todd’s the guy who wins the Eisner Award for Best Letterer so often that it has been suggested that they just hand him one every year when he arrives at the con, and then at the ceremony, they’ll have a category called “Best Letterer Other Than Todd Klein.” As Todd explained on a panel when I interviewed him at the last Comic-Con, Saladino is a special hero of his and he’s also posting examples of the man’s craft. That starts here.
Not much I can add to those two celebrations of the man, other than to say I think he’s every bit as important an artist as anyone who drew on the pages he lettered. It’s about time he got more recognition.