IL TEXONE DI MAGNUS IN LIBRERIA E IN EDICOLA (con una preview e un inedito da Castel del Rio)

Figura intera

Per il secondo anno filato il supplemneto del Corriere della Sera, Sette, ha dedicato ai fumetti il suo fascicolo più vicino al clou delle vacanze estive.

Il messaggio è: nel mese d’agosto, sotto l’ombrellone o sul declivo montano, leggetevi un po’ di fumetti, italiani!

Il personaggio portante dell’iniziativa, che ha campeggiato quest’anno anche sulla copertina del settimanale e ha occupato alcune delle sue pagine interne, è il Tex Willer di Claudio Nizzi e di Roberto Raviola (vale a dire “di Magnus“), quello disegnato in punta di pennarellino Grinta Testadura (adeguatamente trattato) che per oltre sette anni, dal 1988 al 1996, ha fatto sputar sangue e inchiostro al più grande fumettista italiano d’avventura del Novecento.

Questa “pietra emiliana” (come diceva Walter Chiari interpretando Ciccio De Rege) s’intitola, come tutti sanno, La valle del terrore: duecentoventiquattro tavole frutto di un’impresa artistica nata da una serie interminabile di ricerche preliminari, molte avvenute nell’eremo appenninico di Castel del Rio dove il grande fumettista si era rifugiato a meditare, a lavorare, a verificare le sue credenze religiose e filosofico-politiche.

Da ciò che vedeva intorno a sé sul tranquillo e piuttosto silente Appennino, Magnus ricavava prospettive, rappresentazioni grafiche in scala di costruzioni e terreni, studi della vegetazione, dell’oggettistica e del mobilio che attribuiva con qualche accorgimento all’America dei tempi del ranger bonelliano.

Oggi, in attesa di comparire a quattro colori (che effetto farà?) come supplemento di Repubblica, nella sua interminabile collana di collaterali texwilleriani, questo Texone torna in un’edizione definitiva per la libreria nel suo originario bianco e nero.

Il volume, imperdibile e di obbligato acquisto per chi già non ne possiede alcuna versione, si completa di una sezione a colori comprensiva di interviste e bozzetti in parte inediti nel terzo volume dedicato da Rizzoli Lizard all’arte di Magnus.

Primo piano Tex

Tanti schizzi

Tanti schizzi seconda parte

Su Magnus, un’altra anticipazione è d’obbligo.
Il 17 e 18 settembre P.V. si terrà la manifestazione alidosiana dedicata al Grande Maestro, il “Magnus Day”!

ManifestoCDR_2011_OK

Questo è un primo lancio, in settembre aggiungeremo un po’ di dettagli.

Alidosian Tree

E questa magnifica illustrazione a matita pastello è un inedito che Gabriele Bernabei ha dato in anteprima a Cartoonist Globale e… chi andrà a Castel del Rio vedrà… in una forma magnifica!

  • Emanuela Oliva |

    Comprato il TEXONE alla Borsa del Fumetto di Milano in via Lecco 16 a 24€ ********** E’ bellissimo!!! In edicola non riuscivo a trovarlo, sicuri che esce anche in edicola? Sabato 17/9 farò di tutto x andar anche a Castel del Rio 🙂

  • Nicola Cantù |

    Buon pomeriggio.
    Luca Basenghi ha ragione su tutto il fronte, senza essere offensivo né verso Nizzi, né verso Magnus. Le cose stanno così, la discrepanza esiste, il libro si fa acquistare per i disegni e non per i testi, ma il disegno è scoordinato dallo spirito che anima il testo. E’ il rischio dei Texoni ed è stato corso.
    Anche da chi altri? Da Buzzelli, forse…

  • Luca Basenghi |

    http://www.mobydickeditore.it/moby/index.php?option=com_jcollection&view=item&id=159%3Aclaudio-nizzi&Itemid=13
    Claudio Nizzi è in pensione e si dedica alla scrittura di romanzi. Non è stato messo alla porta da Bonelli. Figuriamoci, dopo aver scritto Tex per tanti anni! E dico Tex, mica Brad Barron…
    Il fatto è che chiunque avesse scritto la sceneggiatura per “La Valle del Terrore” sarebbe stato criticato perché non “all’altezza di Magnus”. Mi sembra assurdo. Io non sono un amante di Tex, ma in quel volume se c’è qualcosa fuori posto sono i disegni, non i testi. E tenete conto che Nizzi ha scritto la storia proprio per Magnus, cercando di trovare ambienti e personaggi a lui più congeniali. Ovviamente non poteva scrivere una storia dello Sconosciuto, che pretese!
    Per quanto riguarda le differenze Magnus/Giardino, ha ragione Marcello. Giardino vende e ha sempre venduto in tutto il mondo, Magnus no.
    Magnus ha accettato il lavoro di Tex per motivi economici.

  • marcello |

    Sì, la discussione è interessante, e ci sarebbe molto da dire e sviscerare.
    Per Francyduck: la “scelta” di Magnus credo sia figlia anche (o soprattutto) della sua situazione personale all’epoca. Servirebbe il conforto di informazioni più precise da parte di chi lo frequentava, ma credo si fosse separato dalla moglie, e non so da quando sapeva della malattia che poi ce l’ha strappato. In ogni caso, il paragone con Giardino è forse fuori luogo, perché l’autore di Max Fridman ha un segno e una narrazione molto “francesi” e godeva (e gode) di stampe e ristampe in tutti i paesi europei e non solo, mentre il disegno di Magnus (ma anche e forse soprattutto i suoi testi) credo non abbiamo mai riscosso più di tanto interesse oltralpe. Forse anche questo l’ha “costretto” a cercare soluzioni professionali più casalinghe. E poi può darsi che fare il Texone lo abbia anche appassionato e divertito, anche qui dovrebbero dirci di più (uscendo dall’agiografia) quelli che gli erano accanto. Resta il fatto (e qui vengo a Pietro) che Nizzi non era (credo si sia “autopensionato” qualche anno fa) un autore esaltante, o perlomeno capace di esaltare uno come Magnus, che avrà perciò cercato la sua soddisfazione autoriale in ambito meramente illustrativo, per quel suo ultimo monumentale lavoro. Il cui lunghissimo tempo di lavorazione è probabilmente dovuto da una parte alla situazione personale di cui sopra, dall’altra dal suo disegno ormai quasi maniacale, e magari pure dal fatto che facendolo in gran parte per la pagnotta, lo faceva a ritmi ridotti al minimo indispensabile alla sua sopravvivenza.
    Per chiudere, per me Magnus è stato un autore molto amato e apprezzato. Nei miei primi lavori, era per me fonte di ispirazione continua. Il mio giudizio “a posteriori” su di lui è che, per quanto mi sia sempre piaciuto, fin dai primi Kriminal e Satanik, trovo che dal punto di vista del disegno abbia fatto le sue cose migliori su Necron, mentre dal punto di vista della scrittura+disegno il suo apice sia rappresentato dallo Sconosciuto tascabile (“soprattutto Largo delle tre api” e l’episodio che si svolge a Mont St. Michel). Mi hanno deluso molto, narrativamente, La compagnia della forca, Lo sconosciuto “d’autore”, Milady, e I briganti, tutte “trovate” abbastanza pretenziose e poco coinvolgenti.

  • Pietro Montagni |

    Che bel modo di scrivere hai, Grin!
    E per il resto, questo è un bel post e la discussione è molto prroficua. Ci vorrebbe un libronne definitivo su Magnus, meglio di quelli che avevano pubblicato in passato quelli della Glittering Images.

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