FININVEST CONDANNATA (CON SCONTO) PER IL LODO MONDADORI (aggiornato al 10 luglio)

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La notizia del giorno, peraltro prevista benché l’ammontare della richiesta dei Giudici della Corte d’Appello non fosse prevedebile, è che la Fininvest dovrà pagare. Il Biscione dovrà risarcire Cir per la nota vicenda del Lodo Mondadori, alla quale Cartoonist Globale ha dedicato in questi anni un po’ di attemnzione, per circa 540 milioni di euro alla data della sentenza di primo grado dell’ottobre 2009, più gli interessi e le spese decorsi da allora. Il tot quindi arriverebbe quindi intorno ai 560 milioni: un quarto in meno dei 750 stabiliti in primo grado.

Il “bello” (si fa per dire, naturalmente) è che la sentenza è immediatamente esecutiva, in assenza della famosa norma, o codicillo, inserito di soppiatto da una manina misteriosa in una legge che avrebbe potuto, se i tempi fossero “quagliati” prima dell’emanazione di questo verdetto.

Strippy-1

Questa sentenza è la conseguenza di quanto era iniziato nell’aprile 2004, con la richiesta di un miliardo di risarcimento da parte di Cir (sotto, un piccolo riassunto su quanto scrivevamo un paio di anni or sono).

Il procedimento civile il 3 ottobre 2009 ha visto la sentenza di primo grado: il giudice dal calzino violaceo Raimondo Mesiano aveva stabilito che la holding di Carlo De Benedetti avesse “diritto” al risarcimento da parte di Fininvest “del danno patrimoniale da perdita di chance” per “un giudizio imparziale’.

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L’azienda editoriale di Arnoldo Mondadori ha un posto molto particolare nel cuore (o nel cervello, se preferite) dei lettori di Fumetti italiani.
Olklahoma, Pecos Bill, gli Albi del Falco con Nembo Kid e Batman, gli Albi della Rosa, quelli D’Argento con Davy Crockett e altre storie western, i leggendari Albi d’Oro con le loro varie collane che precedono e seguono la II guerra mondiale, senza contare i giornali antologici a fumetti dell’anteguerra e il settimanale per tutte le tasche lanciato nell’aprile 1949. responsabile del boom improvviso e sorprendente dei pocket a fumetti.

Proseguendo nel campo dell’editoria libraria, si possono mettere all’attivo i volumi della Collana Carosello, i Piccoli Libri d’Oro e i loro “colleghi” di minor prestigio D’Argento. E i microscopici Minilibri, la collana L’Intrepida, con Zorro, i fumetti di Hugo Pratt e i racconti con Braccobaldo Bau, peraltro lanciato in Italia proprio dalla “casa di Arnoldo” in libri e albi fumetti insieme a tutti i suoi colleghi di Hanna-Barbera.

Nella foto sopra, vediamo Alberto e Arnoldo Mondadori, tanti anni fa, quando la casa editrice era quella che tutti ricordiamo con piacere.
Nell’altra foto sotto, da sinistra: Alberto Mondadori, Nini Bompiani, Arnoldo Mondadori, Valentino Bompiani.
© Aventi diritto per queste e le altre immagini.

Pecos L’elenco, sterminato, può estendersi ai quasi sconosciuti Dyno o Strippy e alla riproposta dei classici francesi in albi a basso prezzo, al lancio di Mafalda e Momma su Il Mago, alla riproposta di Braccio di Ferro, Blondie, Dick Tracy, Charlie Brown e B.C. nella fortunatissima collana de Gli Oscar Cartoon.
Per le ragioni affettive sopra esposte, a me e ad altri colleghi del mondo dei comics sono sempre sembrati assurdi, inconcepibili, gli accadimenti che hanno circondato la parabola di questa casa editrice (alla quale personalmente devo l’esordio professionale nel settore Fumetti, proprio sul mensile Il Mago) in relazione al Lodo Mondadori, detto anche (confidenzialmente) Guerra di Segrate.

Come la fonte Wikipedia enuncia senza mezzi termini, questa disgustosa questione del Lodo è stata il frutto di “un acerrimo scontro finanziario tra due dei più grandi imprenditori italiani dell’epoca, Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti“. Il Lodo (chiamato più tardi anche “Lodo Previti”) “è inoltre ricordato come uno dei principali processi che gettano ombre e vedono tra gli imputati il noto imprenditore e presidente del consiglio Silvio Berlusconi e i suoi più stretti collaboratori, tra cui Cesare Previti”.

Okla Adesso, dopo un sacco di tempo, e una cortina di nebbia omertosa per me inaccettabile (e incompresibile) qualche nodo è venuto al pettine.

In merito, mette conto soffermarci su quanto ha raccontato a suo tempo il giornalista Rinaldo Gianola in un articolo riportato anche dal sito Dagospia: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-7840.htm

Ne sintetizzo alcune parti, rimandando chi lo desidera all’originale. E sperando anche di non fare confusione o non sbagliare dei passaggi.
Naturalmente, ogni correzione o integrazione è ben accetta, questo blog (nel caso venissero inviate) sarà lieto di pubblicarle sia per portare nuovi elementi di conoscenza, sia per rettificare eventuali inesattezze che per rimediare a involontarie omissioni.

Il caso «è a sentenza», dicono gli avvocati (questo scrivevamo nell’ormai lontano 2009, riprendendolo dalle fonti giornalistiche sopra citate). Il giudice monocratico Raimondo Mesiano della decima sezione civile del Tribunale di Milano ha raccolto tutte le infomazioni necessarie per pronunciarsi, pare in tempi ormai ravvicinati (salvo sorprese), sulla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Cir, finanziaria della famiglia De Benedetti nei confronti della Fininvest, holding della famiglia Berlusconi, in merito al caso Mondadori.

Circa quattro anni fa la Corte di Cassazione aveva stabilito definitivamente la colpevolezza degli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora (che assistevano la Fininvest nella guerra di Segrate) e del giudice Vittorio Metta.

Classici audacia Mondadori

La sentenza del 1991 sul Lodo Mondadori, che aveva tolto indebitamente la proprietà della storica casa editrice a De Benedetti a favore di Berlusconi era stata comprata.

I soldi della Fininvest avevano corrotto il giudice Metta.
Il proprietario della Fininvest, Silvio (non ancora il “Papi” di tutte), era uscito però “pulito” dal procedimento già nel 2001, salvato da una miracolosa prescrizione, la quale, com’è noto, non implica che il fatto non sia stato commesso.

Oscar La Cassazione, nelle motivazioni della sentenza divulgate nel luglio 2007, aveva riconosciuto alla Cir della famiglia De Benedetti il diritto a ottenere un risarcimento per i danni morali e patrimoniali patiti nella vicenda Mondadori (chiaro, no?).

Le parole della Cassazione aprivano la strada alla causa civile, sottolineando «tanto il danno emergente quanto il lucro cessante, sotto una molteplicità di profili relativi non solo ai costi di cessione della Mondadori, ma anche ai riflessi della vicenda sul mercato dei titoli azionari».

Come quantificare il danno subito da De Benedetti?

Difficile trovare una strada che possa essere per tutti quella giusta nello stabilire l’ammontare del risarcimento. La Mondadori era una grande casa editrice vent’anni fa, lo è a maggior ragione oggi, dopo aver assorbito gruppi un tempo autonomi e indipendenti, spesso svuotandoli di contenuto e sostituendo i loro staff.

Dal canto suo, la Fininvest era una holding di partecipazioni importante negli anni Novanta. E sarebbe diventata enormemente più ricca grazie anche allo sviluppo della Mondadori che ha affiancato le altre partecipazioni come Mediaset, Mediolanum, il Milan (GULP!) e di recente persino Mediobanca.

Dizmon

Per non parlare dell’effetto indotto dal Berlusconi politico, che ha favorito le società sue (anche se intestate a parenti e amici, questo mi sembra sufficientemente chiaro, no?).

La Cir, invece, negli scontri con Mister B. e i suoi consociati e collaboratori ha perso almeno due grandi opportunità imprenditoriali, come la Sme (l’ex holding agroalimentare dell’Iri per la quale l’Ingegnere aveva già definito l’acquisto prima del niet di Bettino Craxi e amici più o meno socialisteggianti) e appunto la Mondadori.

Gli avvocati della Cir, Elisabetta Rubini e Vincenzo Roppo, hanno quantificato il danno in un numero preciso: 468.882.841,02 euro.

Già non è poco, ma non basta affatto: tale cifra deve essere adeguata agli interessi maturati e a una normale rivalutazione monetaria, come si usa in questi casi.

Nembo La somma finale, dunque, arriva a un miliardo di euro, circa 2000 miliardi delle vecchie lire. I legali di De Benedetti hanno avanzato la richiesta di risarcimento solo nei confronti della Fininvest, la persona giuridica che ha certamente beneficiato della sentenza che sfilò la Mondadori alla Cir, ma hanno deciso di non citare Previti, Pacifico, Acampora e Metta, cioè i responsabili materiali del reato sanzionato fino all’ultimo giudizio della Cassazione.

Batman Mondadori n.1 Perché?

Semplice: i condannati risultano pressoché nullatenenti, sono proprietari di poco o niente e pare che gli avvocati della Cir non siano riusciti a ottenere nemmeno il pagamento delle spese processuali (tra parentesi, quali riflessioni suscita nei nostri lettori questa constatazione? L’attuale condono mascherato che il Governo sta varando in questi giorni, per caso, ha qualche relazione con questi fatti? Lo dico così, tanto per dire… Ogni precisazione su questo e altri punti della presente ricostruzione è ben accetta e sarà pubblicata, integrazioni e rettifiche incluse).

Intanto, siamo sempre più determinati a sottoscrivere una colletta fra i visitors di questo e degli altri blog che vorranno aderire, in favore di questi ex miliardari attualmente sul lastrico.

Ma torniamo all’articolo in questione, forse il solo che riporta valutazioni che a suo tempo non mi sembra proprio siano state troppo approfondite dai TG censurati o autocensurantisi per ragioni ben note.

La sentenza riconosce alla famiglia De Benedetti un pieno riconoscimento delle sue ragioni (la Mondadori è andata alla Fininvest con una sentenza comprata, grazie a un giudice corrotto), vorrebbe ottenere un risultato sul piano economico.

Pietre preziose

Le reazioni alla notizia.

“E’ indiscutibile – afferma in un comunicato stampa prontamente diramato Marina Berlusconi – che questo attacco abbia come principali protagonisti una parte della magistratura (e della magistratura milanese in particolare) e il gruppo editoriale che fa capo a Carlo De Benedetti”.

E aggiunge, è un verdetto “che nega l’evidenza” e che condanna la Fininvest a “versare una somma addirittura doppia rispetto al valore della nostra partecipazione in Mondadori”.

Inoltre, Marina Berlusconi spiega che in Fininvest “siamo certi di essere assolutamente nel giusto, dobbiamo credere che le nostre ragioni verranno alla fine riconosciute”.

Il legale più televisivamente attivo del Presidente del Consiglio, Niccolò Ghedini, ha parlato di sentenza “contro ogni logica processuale e fattuale, addirittura ampiamente al di là delle stesse risultanze contabili”.

Qui il documento integrale depositato dai magistrati.

Retrocover Su La repubblica di oggi, 10 luglio, Giuseppe D’Avanzo spiega nell’articolo “Berlusconi è il corruttore” – Illegalità per creare un impero come l’imprenditore, divenuto in seguito Presidente del Consiglio (carica che attualmente detiene, il che è quantomeno bizzarro oltre che incomprensibile in un Paese sedicente civile) abbia “voluto, organizzato, finanziato la corruzione di Vittorio Metta che gli consegna la più grande casa editrice del Paese”.

L’articolo è oltremodo istruttivo e consiglio di leggerlo per intero.
Certo, queste cose sono ben note a molti di noi.
Ma alcuni, molti milioni di italiani, si sono ampiamente disinteressati di questi fatti legati a “capitali oscuri, costanti prassi corruttive, liaisons piduistiche” (cito D’Avanzo).

Poi, mi piacerebbe sapere se chi ha avuto il fegato di passare sopra a questa scandalosa vicenda nel corso degli ultimi vent’anni sostenendo il “grande acquirente” (così giudicato in appello) ha ancora il coraggio di guardarsi in faccia al mattino o se sia per lui più opportuno eliminare dalla casa ogni spicchio di specchio per evitarsi questa vergogna.

In omaggio a Nunziante Valoroso, che l’ha ricordata nei commenti, aggiungo la copertina di una genmma tratta dalla leggendaria collana mondadoriana Le pietre preziose: libri cartonati di grande formato (infatti questa cover, forse di Giancarlo Gatti, è tagliata sulla destra perché non entrava nello scanner a disposizione) dai contenuti vari. Oltre ai soggetti disneyani vi si potevano trovare riduzioni di film, storie (per così dire) “d’autore” e testi originali, come quelli sul clown Scaramacai scritti da Guglielmo Zucconi e illustrati da Manlio Amodeo (immagine a destra, nella retrocopertina del libro Scaramacai del 1960, e illustrazione sotto tratta dallo stesso) e Grazia Nidasio.

Manlio Amodeo

  • Anna Bandiera |

    Ma quale “odio uscito”?
    Ipocriti prende lucciole per lanterne.
    Io sono ul ladro (faccio un esempio). Rubo i gioielli di casa a un signore.
    Il ladro viene condannato. Se qualcuno prende le parti del ladro, sicuramente è un po’ “spostato”, o è confuso.
    Oppure sostiene che il derubato si è inventato tutto e i giudici hanno sbagliato.
    Ma con la politica questo non c’entra nulla, si tratta di cronaca giudiziaria e di questioni più o meno sballate.
    Dove sta l’odio?
    Io credo che chi ama il ladro, poi manifesti qualche sentimentuccio razzistico verso l’emigrato che va a prendersi un cesto d’insalata dal fruttivendolo e se lo inguatta sotto la maglietta.
    Ci sono ladri e ladri.
    Io credo che iI ladri che ti convincono (con vari mezzucci) di stare dalla tua parte politica e le danno ossigeno, secondo Ipocriti dovrebbero essere considerati innocenti.
    Ma come ragiona certa gente, ditemelo, non lo capirò mai.

  • Cartoonist Globale |

    Caro Ipocriti, ognuno ha i suoi difettucci.
    Se attraverserai i vari blog fumettistici e non, scoprirari che un blog “non è un sito dedicato” e rispecchia, come una sorta di diario, una serie di pensieri, tensioni ed emozion, anche impulsive,i legate a chi lo gestisce.
    Non si possono separare le cose che ci piacciono da quelle che non ci piacciono, ma prendere “tutto compreso”. Come avveniva a suo tempo sulle riviste.
    “Linus” di Giovanni Gandini, Oreste del Buono, Fulvia Serra etc.; “Eureka” di Maria Grazia Perini e /o Ferruccio Alessandri, la stessa “Comic Art” di Rinaldo Traini (e così via) ospitavano ed esprimevano opinioni collegate o meno al mondo del Fumetto.
    Perché non siamo isolati da quanto si muove intorno a noi. E spesso questioni di tipo sociale (per dire: il divorzio, la ricerca sulle staminali, l’interruzione di gravidanza, l’intervento in Afghanistan, il terrorismo, l’emigrazione, la fuga di cervelli…) o politico (censure sull’informazione, tagli e aumenti di stipendio, proliferazione di “poltrone” a scopo clientelare, rapporti con la criminalità organizzata o anche semplicemente scelte ritenute sbagliate di governi, Parlamento e amminiztrazioni locali) incidono direttamente sulla nostra vita quotidiana.
    Anche chi cura un umile blog come questo sente la spinta a dare spazio a questi temi.
    E, devo dire, in questo modo offre anche a te la possibilità di dire la tua e di farla valutare a chi ti legge.
    Quello che mi ha sempre personalmente dato fastidio è la “divisione” in tifoserie, come se si parlasse di sport, chi sta di qua e chi di là, destra contro sinistra, Lazio contro Roma, Ladri contro Guardie (e viceversa).
    Molte volte siamo scesi a discutere di questo atteggiamento e molte volte, devo dire, trovo che chi pensa di avere ragione per “incensare” la propria squadra-parte ha invece torto.
    Poi, va da sé che ci sia anche chi ha messo il cervello in ghiacciaia, ma dobbiamo aspettarcelo. Ogni giorno incontriamo per strada, negli uffici, in televisione, un tot di persone così. Perché non dovrebbero circolare anche in rete?
    In ogni caso, caro Ipocriti!, sappi che mi fa piacere se nonostante queste cose che non ti piacciono, trovi qualche ragione per frequentare questo blog. Se a spingerti a farlo sono delle curiosità su autori o personaggi (o correnti artistiche, scuole, studi e staff) o perché hai domande da porre e ricevi qualche stimolo alla lettura facendo nuove scoperte, allora avrà un senso che questo blog stia in piedi.
    Come avrai constatato più volte, qui si dà ampio spazio ad autori che sicuramente, per incidente o convinzione profonda hanno militato o si sono trovati a Destra. E questa loro posizione, pur influenzando la loro attività artistica e i contenuti da loro trattati, non è considerata né un merito né un demerito, ma semplicemente un fatto.
    Jacovitti (confermo quanto ha asserito Tomaso Turchi, jacovittologo di vecchia data), non è stato di Destra. Certamente è stato fascista, e quando il regime è caduto si è sentito ferito. Poi è sicuramente stato anti-stalinista (vedi le campagne “anti-Baffone”) e anti Pci-Psi ai tempi dell’arco costituzionale. Vedi battute contro Craxi, per esempio, sul “Cantagallo”. Ma lui stesso, con ironia, si è autodefinito “di centro”, e tutta la sua opera del dopoguerra lo identica come tale. Un centro illuminato dalla geniale follia che è sempre stata la cifra del suo lavoro.

    Poi, mi piacerebbe dare spazio (e spero possa accadere) a “cretors” italiani sicuramente di Destra, come Guareschi, De Seta senior, Isidori e così via. E anche altri, che già sono stati trattati, e che pur non lasciandolo trapelare dal loro lavoro, sono stati e stanno adesso, indiscutibilmente a Destra.
    Ma non chiederemo loro la tessera, come non la chiediamo a nessuno, a meno che non vogliano entrare loro stessi in argomento.
    Ciao a tutti!

  • IPOCRITI ! |

    Missione compiuta. E’uscito l’odio, la rabbia, la malafede e l’imbecillità della sinistra quando vuole attaccare e distruggere un suo nemico.
    E tu Luca Boschi, perché ti ostini a fomentare queste malvagità ? Sei grande quando parli di fumetti, ma piccino quando fai propaganda politica. Smettila ! O diventerai corresponsabile della ferocia che, dio non voglia, potrebbe scatenarsi in Italia.

  • Eliasbetta Micia |

    La tua amica Lexi scrive alcune fra le frasi migliori della settimana.
    7. “Cosa farebbe Gesù?” (Charlie Rangel, Congressman Democratico, in un dibattito sul debito pubblico. Rangel ha avuto svariati problemi col fisco americano per redditi non dichiarati)
    8. “Beh, tanto per cominciare Gesù pagherebbe le tasse” (Mike Huckabee, ex-Governatore Repubblicano dell’Arkansas)

  • Giona Balena |

    Bisxogna dire che il nodo di ragionare come all’Asilo Infantile è duro da elimninare.
    O da superare.
    NON SO e non voglio sapere le colpe di De Benedetti.
    Non mi interessa. Per me è un signor nessuno, non lo stimo nemmeno, è come se non esistesse.
    NON E’ uno che ha voluto correre in politica e in questo modo qualche minus habens e molti complici lo hanno votato e ci ha rovinato la vita per oltre tre lustri con le sue idee retrograde, da cavernicolo, già superate negli anni Settanta.

    Così, questo tizio ha potuto riportare alla luce i fascisti, o i postfascisti, ha sdoganato le peggiori schifezze come le cretinerie della Lega, il razzismo, l’omofobia, ha reso la Cultura qualcosa di risibile, ha umiliato l’Università e la scuola in genere, ha inondato i cervelli di stronzate, non ultima la sua ostinazione far credere che il lifting sia quelcosa di giusto solo perché lui, evidentemente bisognoso di trattamenti psicoterapeutici, crede che si possa restare eternamente giovani e galletti.

    Il modello incarnato da questo signore e dai suoi è quanto di più nocivo vi sia stato.
    A De Benefdetti non posso imputare questo, se con la Olivetti ha fatto delle porcate (e non escliudo affatto che l’abbia fatto) ALTRI GIUDICI in ALTRI MOMENTI indaghino (o avranno indagato).
    E se colpevole, paghi, sconti l’ergastolo, scappi in Sudamerica… per assurdo.
    Il problema NON E’ questo, Salvatore, mi meraviglio che tu non lo capisca.

    Ora stiamo parlando di qualcuno che è ritenuto colpevole di corruzione anche in appelloo, che con qualche artificio ha scontato condanne penali per questa e per altre questioni e che siede su una poltrona che non gli compete.
    Le bufale che i suoi prezzolati raccontano sul voto degli italiani sono SOLO BALLE, diciamolo una volta per tutte!
    Se io (per dire) sono un omicida e qualcuno mi vota, l’omicidio non conta più nulla?
    Queste sono stupidaggini, ma siccome le sue TV, i suoi gioornali, i suoi venduti le ripetono a nastro, qualcuno alla fine le prende per accettabili.
    Ma che concetto paleocomunista della democrazia ha questo cantante da crociera?

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