ORIGINALI AL BOOK PALACE (prima parte)

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Per chi non conosce il Book Palace, che si trova a Lambeth, nei pressi di Londra, be’… qualche minimo assaggio in questo post e un’incitazione a farsi un giretto da quelle parti. Visitarlo è un’esperienza davvero interessante, anche se si tratta in realtà di un grande deposito di albi, libri e tavole originali, non una libreria aperta al pubblico.

Non c’è solo materiale inglese, anche se sì (ve n’è) in prevalenza.
Ci troviamo un migliaio di tavole dell’Impero di Trigan (per esempio), pittoriche qualche decennio prima che tale tecnica venisse divulgata negli States e osannata come se fosse una scoperta “epocale” (termine che peraltro personalmente detesto, come tanti altri, dopo essere stato sfruttato in modo indegno per scopi di propagandetta lobbistica)…

Eccone un esempio, con l’arte illustratoria di Ron Embleton.

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Ed ecco delle donnine di Hugo Pratt.

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Ma non ci sono solo femmine sdraiate dipinte in modo sintetico e allusivo dal Maestro di Malamocco. Eccone una, per esempio, molto “dettagliata” e quasi iperrealistica (oddio, non sarei certo che questa illustrazione sia in vendita al Book Palace, ma alcune imparentate con questa sì).

L’ho ricavata da una mia collezione di immagini, ma posizionata qui serve a portare avanti un discorso che si estrinseca meglio nel post online domattina. Adesso siamo impegnati con la PeroWebConvention al Napoli Comicon e il tempo stringe.

Perowebconvention-2011

Gunsmoke piccola

Questa seduttiva donnina sdraiata e la successiva sono di un illustratore che per anni ha realizzato timidi animaletti antropomorfi per pargoli, fra cui il nostro Pancio il giramondo, vale a dire Gulliver Guinea-Pig. Il Book Palace ha tantissime tavole con quespo porcellino d’India, a cominciare da quella messa in apertura di post, che però è più recente e si deve a Gordon Hutchings.

Lips-of-Death

Cartajpg

Benché firmata Gomez (pseudonimo) anche la donnina pistoluta sotto è di Mendoza.

Gomez

e anche la seguente.

Idem Gomez

Questo che segue, invece, è un Mendoza western vagamente “intrepidaro”. Naturalmente si tratta di copertine per paperback, stampati all’epoca in cui la “gente normale” leggeva ancora e non era ipnotizzata dalle televisione o distratta dai videogiochi spappolacervelli.

MENDOZE WESTERN

Il seguito, con spiegazione ampia sui roditori medoziani, nel post del due maggio.

Playhour cover

Katie