Ciò detto, va anche rimarcata la notevole qualità stilistica degli albi, disegnati con felice tratto da Nino Camus, autore di cui il fumetto non aveva prima rivelato traccia e che altre non ne lascerà nemmeno in futuro. Personaggi ben delineati e vignette di grande dinamismo caratterizzano infatti le sue belle tavole in bianco e nero, rigorosamente a sei quadretti (sembra quasi un format bonelliano ante litteram, in pieno stile Dylan Dog o Tex Willer!). Il montaggio serrato, contraddistinto a sua volta da un dialogo privo di fronzoli e funzionale all’azione, e dalla quasi totale assenza di didascalie (fenomeno questo assai raro nel periodo), garantisce inoltre una lettura agile, veloce e coinvolgente delle storie.
Non sappiamo chi sia stato responsabile dei testi della collana (lo stesso Camus?), ma il taglio imposto ne fa un esempio innovativo nell’ambito del fumetto italiano dell’epoca; privo, oltre tutto, di quella retorica un po’ melensa, che spesso caratterizza tante storie e tanti personaggi, coevi e non solo…
Pier Luigi Gaspa, Luciano Niccolai
Per la libertà – la Resistenza nel fumetto
Settegiorni Editore, 2009
Quando nel paragrafo dedicato a Pam il partigiano – finora unica vera serie a fumetti che vede protagonista un esponente della Resistenza, fatto di per sé già meritorio – scrivevo queste elogiative righe, del suo realizzatore grafico non avevo notizia alcuna se non del nome: Nino Camus, appunto. Un nome del tutto sconosciuto fino a questo momento agli appassionati di fumetti. Meno invece a quelli dell’umorismo e, forse, del cartone animato, come vedremo più avanti.
Per fortuna, dopo oltre sessanta anni dalla pubblicazione di Pam, a colmare questa lacuna giunge in soccorso la rete, internet; nella fattispecie rappresentata dal nostro inclito Cartoonist Globale (il cui meritorio – e faticoso – lavoro merita tutto il plauso possibile), che nel tempo si è occupato e più volte del succitato volume e della Resistenza a fumetti più in generale. Dunque, la rete, il Cartoonist Globale e… la gentilissima signora Grazia, figlia di Giovanni Camusso, in arte Nino Camus.
Imbattutasi nei post che riguardavano suo padre, la signora Grazia ha infatti provveduto a sollevare, per quanto le era possibile, la cortina di mistero che ricopriva il vero nome e l’attività di questo (ingiustamente) dimenticato disegnatore, dal tratto modernissimo e sicuramente innovativo per il suo tempo. E purtroppo svelandoci il vero motivo per il quale di detto artista, dopo Pam il partigiano, apparso verso la fine del 1945, non si è più trovata traccia nel mondo delle strisce disegnate.
Nato a Torino il 23 giugno del 1910, Giovanni Camusso non è sopravvissuto a lungo alla pubblicazione del suo eroe della Resistenza, spegnendosi a Milano l’11 marzo del 1947, come ci informa la signora Grazia, a causa di una gravissima malattia vascolare.
Torinese di nascita, appena diplomato, Camusso, come testimonia la tessera di riconoscimento sotto riportata, viene assunto dalla FIAT, per la quale lavora alcuni anni nell’ufficio tecnico della sezione automobili-aviazione.
Contemporaneamente porta avanti la sua carriera di vignettista per riviste satiriche quali il Bertoldo, il Marc’Aurelio, Candido, Becco Giallo, il Travaso.
Per tutti gli anni Trenta e i primi anni Quaranta del secolo scorso, sue vignette e raccontini illustrati appaiono anche su la Domenica del Corriere e Tribuna Illustrata, come raccontano le ricevute di pagamento che corredano queste righe, singolare memento della vivace attività di Camusso in campo vignettistico.
Un esempio della grafica satirica dell’Autore si può vedere dall’illustrazione sotto, realizzata per una cartolina dal titolo L’ultima palla. Senza data, è probabilmente del 1945.
Come ci informa sempre la signora Grazia, Camusso si trasferisce quindi a Milano nel 1939 (foto sotto), chiamato a collaborare a quel capolavoro del cartone animato italiano, recentemente restaurato, che è La rosa di Bagdad.
Purtroppo, del suo intervento nella realizzazione della pellicola animata al momento non ci è dato conoscere di più.
Del giovane e sfortunato disegnatore sappiamo solo che durante gli anni della guerra lavora a Milano nelle industrie aeronautiche Caproni in qualità di progettista e disegnatore. Poi, al termine del conflitto, la breve vicenda editoriale di Pam il partigiano e l’improvvisa scomparsa all’età di neanche 37 anni.
Facile a dirsi, oggi, ma mi sento comunque di affermare che se la malattia non lo avesse portato via così presto, alla luce del suo tratto elegante e dinamico e della sua modernità nell’affrontare le storie disegnate, Giovanni Camusso avrebbe senz’altro potuto dare un contributo notevolissimo allo sviluppo del fumetto italiano.
Per concludere queste brevi righe, mi preme ringraziare sentitamente la signora Grazia per il materiale e le notizie che ci ha gentilmente fornito. Gettano un po’ di luce sulla figura di un padre artista, mai conosciuto realmente, dal momento che è scomparso quando lei era ancora in tenerissima età, ma del quale custodisce un’ammirazione e un affetto che le mere parole non possono descrivere, e della cui condivisione le sono personalmente grato.
Sopra, una foto del matrimonio di Giovanni Camusso, risalente al 1937.