Buoni 150.
Speriamo in qualche miglioramento dell’Italia e degli italiani (soprattutto) nei prossimi 150, già che questi sono appena sfumati.
“Accontentarsi” sembra la parola d’ordine, nell’intervista sotto, anche di Giuliano Amato, aka Dottor Sottile: un politico che personalmente non ho (gioco di parole) mai amato, anche avendolo conosciuto di persona prima di posizionarsi nell’agone politico come supporter di Craxi Bettino.
Amato parla in qualità di presidente del’Associazione per le celebrazioni del 150°anniversario della provvisoria unità d’Italia.
“L’Italia che nacque allora era un Paese fragile, dobbiamo ringraziare i patrioti del Risorgimento”, afferma il Dottor Sottile, che su Totem Comic, nei primi anni Novanta, disegnai con le sembianze di Tiramolla.
Condivisibilissime (secondo me) sono le parole di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, intervistata sempre da Rassegna (a questa pagina), dove le si chiede di fare il punto sulla teorizzazoione di Giusppe Mazzini, che ipotizzò un’Italia “una, libera, indipendente, repubblicana”.
Riflette la Camusso: A essere pessimisti si dovrebbe dire che nessuno di questi quattro presupposti sia oggi pienamente e irreversibilmente conquistato.
L’Italia è una, ma qualcuno la vorrebbe divisa in macro regioni con parlamenti autonomi. Sarebbero ipotesi risibili, se quel partito che rifiuta l’inno di Mameli e usa a malincuore il tricolore non sedesse tra i banchi della maggioranza e non avesse ministri importanti nel governo, tra cui il ministro dell’Interno.
Libera e indipendente oggi non vuol dire, come allora, non “occupata dallo straniero”, ma libera di esprimere le proprie politiche, in quanto autorevole nel contesto europeo e internazionale.
Mi pare che il nostro prestigio sia fortemente intaccato e che la nostra scarsa autorevolezza ci impedisce persino di partecipare dignitosamente alle discussioni europee e Onu sulle rivolte del Maghreb.
Persino sulla vocazione repubblicana ci sarebbe da riflettere, nel momento in cui qualcuno interpreta il proprio ruolo istituzionale come quello di un satrapo mediorientale che non accetta la separazione e l’autonomia dei poteri.
Ma io non sono pessimista. Rifioriscono i valori, i principi della Costituzione.
Le vignette del Grande Blek riprodotte in questo post sono state inviate a un gruppo di amici del vigile e attivissimo Marco Pugacioff, inossidabile restauratore di persoonaggi delle edizioni Alpe e Dardo.
Nel ringraziarlo (come sempre), riporto le sue parole:
Cari Amici,
A Tutti voi voglio dedicare nel giorno della festa per i 150 anni della nascita d’Italia, un’immagine simbolica del Maestro Jean-Yves Mitton.
In questa immagine si riconosce con molta fatica Blek Macigno, al secolo Yannick Leroc, tanto da rassomigliare al ligure Giuseppe Garibaldi.
Ma la distinzione praticamente NON ESISTE!
Evviva Blek!
Evviva Garibaldi!
L’unico reale eroe che l’Italia tutta (ormai prossima alla divisione) abbia mai avuto.