Quando alla Scuola Internazionale di Comics tenevo dei lunghi seminari che si protraevano per mesi, su Fumetti e Cinema d’Animazione, quasi ogni anno, per dimostrare quanto espandibili potessero essere i confini dei disegni animati (oltre Daffy Duck e I Griffin, per dire) mostravo alcuni cortometraggi d’autore sublimi, pre-3D, realizzabili quasi a casa propria nel tinello con strumenti elemtari e tanta dedizione, buona volontà e santa pazienza.
Uno degli immancabili era La mosca (The Fly, o meglio A Légy), vincitore dell’Oscar per il miglior corto animato nel 1981.
Roba ormai lontana nel tempo. Szegény légy! A végén milyen kétségbeesetten menekült!
Un capolavoro di Ferenc Rofusz (Budapest, 1946), animatore e regista ungherese che nel 1968 lavorò presso il famoso studio Pannónia Filmstúdió insieme a Marcell Jankovics alla serie Gusztáv (Gustavo), molto conosciuta anche in Italia perché pluritrasmessa dalla Rai TV in bianco e nero dei primi anni Settanta, in coincidenza con l’inaugurazione della fascia prepomeridiana di trasmissioni.
Intanto, chi non lo conosce, può lustrarsi gli occhi con la mosca di Rofusz. Come direbbe Massimo Galletti: “Poi, ringraziate!” (chi non lo cerca appositamente, non si imbatte facilmente nel web in pellicole di questo tipo, quasi occultate protettivamente dalla rete).
Questo riconosciuto capolavoro (Luca Raffaelli mi confermerà) dovrebbe essere stato prodotto / finanziato da Miklós Salusinszky, che avrebbe dovuto fare lo stesso con il nostro cartoon (girato con gli auspici di Vito Lo Russo nel suo Cartoon Studio) What’s Up, Mr. Watzup? (1987). Personalmente lo persi divista alla fine del decennio Ottanta e scopro adesso da Internet che “died 03 Mar 2006 in Budapest, Hungary”!
Prima di questi colleghi ungheresi, della noisità delle mosche si era occupato alla fine di due secoli fa il tedesco Wilhelm Busch, papà di Max e Moritz. Questa sua storiella di arte sequenziale proviene da Fliegenden Blätter, vol. 35, n° 859, 1861.
La fonte di queste vignette strarare è: Universitätsbibliothek Heidelberg – digi.ub.uni-heidelberg.de
Dalla Germania alla Francia, qualche anno dopo, circa 108 fa.
Questa tavola è di Benjamin Rabier, come è logico s’intitola La Mouche e proviene da La Jeunesse illustrée, n° 15 del 7 giugno 1903.
A questo giornale, il protofumettista dedica una tavola di verso argomento ogni settimana fino al 1919.
Infine, un guizzo di nostalgia per i ragazzi degli anni Settanta. Si diceva che Ferenc Rofusz aveva collaborato anche alla serie di Gustavo.
Bene: sarà a lui che si deve l’ennesima variazione sul tema della lotta senza quartiere ingaggiata dall’animale umano contro il vile insetto rompitasche?