Nel maremagno dei post incompleti ho ritrovato questo, pronto per essere messo online l’estate scorsa e rimasto inspiega-
bilmente impigliato in qualche uncino della rete.
Rischia forte di presentasi come fetentemente obsoleto (qualche suo passaggio lo data in modo inequivocabile), ma piuttosto che lasciarlo al suo destino, bof, meglio pubblicarlo così com’è, se non altro per la segnalazione del libro la cui copertina vedete riprodotta sopra.
Un po’ di segnalazioni estemporanee, per gente che ha soldi da spendere e ama… ciò che anche noi apprezziamo (o giù di lì).
Cominciamo con un’altra pietra miliare di Milton Caniff, autore della categoria spirituale di Noel Sickles, come sappiamo, sempre indicato da Hugo Pratt come il capostipite di quella linea grafica adottata in Italia da lui, da Paul Campani, dal Dino Battaglia dell’immediato dopoguerra, da Mario Faustinelli e così via.
Cose note.
In realtà ho citato Sickles ad arte, solo perché in possesso di un suo schizzo-dedica per una fan, la piccola Virginia Hilsheimer (della quale ignoro tutto) e intendevo mostrarvelo, dopo alcune strisce a matita della serie caniffiana e alcune sue donnine che si avvalgono della sua meravigliosa inchiostrazione.
Eccolo qua sotto. Ma prima, la briciola di professionalità rimasta in fondo al paniere impone di citare quantomeno il titolo del libro: Male Call, raccolta di strisce singole, autoconclusive. Nate come tali, perché…
Each strip stands alone — as Caniff writes in his introduction, “A continuity wouldn’t work with guys moving around all the time” — and is a single gag, generally based on 1) the sex appeal of Miss Lace, and 2) some piece of generally Army-culture minutia. (Sometimes just one or the other, but usually both.) It’s still funny, a lot of the time, even now, but the jokes are receding into the background as the references become harder to follow. Eventually — maybe in twenty or fifty years — Male Call would have to be published with annotations to explain the jokes.
Come si nota, il disegno di Sickles sopravvissuto è remoto assai, luglio 1935. Proprio il mese del quale sto in questo momento traducendo alcune pagine per Gli Anni d’Oro di Topolino, collana (a mio avviso) quasi miracolosa per tutta una serie di circostanze che eviterò di esporre adesso, e che dalla prossima settimana, trentunesimo volume, imbocca una strada di imperdibilità ancora più clamorosa.
Torna di scena Ub Iwerks, sotto in foto con Walt Disney, alla fine degli anni Venti, e con lui le sue strisce integrali di Mickey Mouse del 1930 che negli States, sinora, insieme a quelle di Win Smith sono state ampiamente censurate, tagliate, strapazzate.
Di Male Call: The Complete War Time Strip 1942-1946, acquistabile tramite Amazon qui (usata ve n’è ora una copia anche a soli 9 dollari, ma non so se quando leggerete sarà già stata presa, temo di sì), parla nel suo blog nomato The Antick Musings of G.B.H. Hornswoggler, Gent. il compassato Andrew Wheeler.
Questo è Walt, caricaturato dal regista Jack Kinney. Rarità e curiosità per collezionisti (come questa) non mancheranno nei prossimi volumi, in particolare nelle appendici (e nello straordinario trentottesimo tomo, quasi tutto di testo e immagini, con i soli fumetti di Gottfredson non con Mickey Mouse da lui mai realizzati).
Queste figure allegate a chewing-gum e tanti altri cimeli attendono solo di essere mostrati, inseriti in questo blog o su carta.
Averci il tempo di lavorare a tutto ciò!!! Ma ci si prova, con l’aiuto di qualche amico/collega.
In queste ultime vignette, ecco Al Capp, curiosamente autocaricaturatosi proprio in compagnia di Caniff, il quale interviene in queste vignette disegnando il giovanotto biondo in uniforme che presenta al creatore di Li’l Abner. E’ il colonnello Phil Cochran, già disegnato da Caniff e proposto a Capp per partecipare a una sua serie a fumetti, adesso che è disoccupato.
Cose curiose, belliche, delle quali si possono solo scrivere briciole, non discorsi completi e compiuti, in un blog fatto in fretta e furia come questo, sempre trafelatamente, con la lingua di fuori come quella di Papy Papero che si essica sventolando in corsa.