Il titolo è pretestuoso, pubblicitario.
Di fumetti in egiziano si tratta (non di quelli di Mubarak in senso tecnico), o meglio di fumetti d’importazione adattati, o ridisegnati ad uso delle popolazioni locali.
In effetti, la famiglia di Hosni Mubarak ha lasciato il Paese, ma la scorsa notte ha ordinato ai militari di occupare le strade. Cosa accadra? Ben pochi avranno voglia di leggersi dei fumetti, in questi giorni.
Ma in futuro potremo parlare specificamente anche di questo; per il momento…
Be’, ci sono momenti in cui la storia è scritta dalla gente e questo è uno di quelli. Le azioni di egiziani comuni nelle ore a venire avranno conseguenze enormi in tutto il Paese, nella regione e nel mondo. Bisogna considerare che nel giro di pochi giorni i manifestanti pacifici in Tunisia hanno abbattuto una dittatura che durava da 30 anni. Ora le proteste si sono propagate in Egitto, Yemen, Giordania e oltre. Questo potrebbe essere l’abbattimento del “muro di Berlino” del mondo arabo.
https://secure.avaaz.org/it/democracy_for_egypt/?vl
Sotto, alcuni link per avere più informazioni:
Egitto: manifestanti, sciopero generale e domani un milione in corteo
http://www.asca.it/news-EGITTO__MANIFESTANTI__SCIOPERO_GENERALE_E_DOMANI_UN_MILIONE_IN_CORTEO-985812-ORA-.html
Internet, cellulari e tlc in black out. Così il governo egiziano spegne la democrazia in rete
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-01-28/internet-cellulari-black-cosi-185147.shtml?uuid=Aaqj7l3C
L’occasione che perderemo
http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/31/news/occasione_egitto-11862368/
“L’Italia più di qualsiasi altra nazione europea dovrebbe appassionarsi al sommovimento in corso lungo la Quarta Sponda. Chi più di noi dovrebbe interessarsi alla ricostruzione del circuito mediterraneo, destinato a intercettare la quasi totalità dei flussi commerciali fra Asia ed Europa, di cui saremmo naturalmente il centro? A chi più che a noi conviene la graduale composizione della frattura tra le sponde Nord e Sud del “nostro mare”?
“O davvero pensiamo sia possibile erigere una barriera impenetrabile in mezzo al Mediterraneo? Qualcuno pensa ancora che lo sviluppo del Sud del mondo sia una minaccia e non una formidabile risorsa per il nostro stesso sviluppo – anzi, la condizione perché non si arresti?
“Eppure Roma tace. Il nostro governo ha trovato modo di non esprimersi fino a sabato. Meglio così, forse, visto che quando ha parlato – via Frattini – nessuno se n’è accorto. Mentre tutto il mondo si preoccupa del dopo-Mubarak, noi ci dilaniamo sulla “nipote”. Stiamo perdendo l’occasione di incidere in una svolta storica – stavolta l’aggettivo è pertinente – che riguarda molto da vicino la vita nostra, soprattutto dei nostri figli e nipoti.”
A Londra la famiglia Mubarak
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-de390bc8-a6ce-4fe7-b29a-2530c39d284b-tg1.html
Amnesty International: l’Egitto cessi di reprimere le proteste
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4420
Aggiornamenti continui pubblicati dai manifestanti egiziani qui (in inglese):
http://www.elshaheeed.co.uk
Campagna per la libertà digitale di ACCESS in Egitto (in inglese)
https://www.accessnow.org/page/s/help-egypt
Le comunicazioni via satellite e via radio possono forse ancora sfondare il blackout imposto dal regime. L’organizzazione americana Avaaz chiede di inviare solidarietà agli egiziani mostrando di essere dalla loro parte contro la dittatura, e che anche i governi occidentali democratici facciano altrettanto.
Chi è d’accordo con Avaaz può cliccare sotto per firmare il messaggio di solidarietà, e inoltrare questa e-mail a tutti:
https://secure.avaaz.org/it/democracy_for_egypt/?vl
Photo by Arabist, via TwitPic.