Prima di raccontare la singolare coincidenza che giovedì prossimo vedrà il fumettista campano Bruno Brindisi ospite (guarda un po’) a Brindisi, a grande richiesta (mail private), dispensiamo oggi qualche nota e immagine sul grande illustratore Gustaf Tenggren, che Cartoonist Globale aveva presentato tanto tempo fa a proposito del suo lavoro ispiratore di Biancaneve e i Sette Nani, che sarebbe proseguito egregiamente con analoghe caratteristiche anche per Pinocchio.
Premessa forse inutile ma necessaria: con qualche sventagliata di CLIC ogni immagine si ingrandisce e si può ammirare nel suo massimo splendore possibile per il web.
Dopo quell’esperienza, arriviamo intorno al 1940, periodo in cui Tenggren decide di dare una svolta netta alla sua attività di illustratore.
Come per altri animatori o disegnatori che non si ritrovano più nel clima mutato che lo coinvolgono, sia al lavoro negli Studios che sul quadrante internazionale, con la Seconda Guerra Mondiale appena scoppiata, Tenngren sceglie di non realizzare più illustrazioni secondo i canoni prevalenti dei suoi colleghi europei. Quelli che avevano anche influenzato profondamente gli stili Disney succedutisi negli anni precedenti.
Una leggenda vuole che Tenggren prenda tutti i lavori che ancora possiede (fortunatamente non quelli per Disney, conservati con scrupolo nella morgue e giunti sino a noi) e li bruci in un rogo impietoso in strada.
Profumatamente pagato prima della guerra, con i tagli generalizzati del 1940, Tenggren pensa prima di semplificare il suo stile per correre di più e guadagnare quanto basta con un aumento della sua produzione.
Ma poi, amante del suo lavoro, dopo aver operato una sintesi che lo soddisfa indugia di nuovo con il colore, si concentra su singoli dettagli, sperimenta cià che la nuova avventura creativo gli suggerisce.
In sostanza, impiega comunque molto tempo per le sue illustrazioni, ma si è staccato in modo netto dal naturalismo degli illustratori europei e dalla “morbidezza” disneyana del decennio precedente, quella che ha il suo designer simbolo nel grande Fred Moore.
Guardate, per esempio, quanto poco disneyana sia questa raffigurazione di Tenggren de La Bella e la Bestia.
O questa sua Cenerentola…
Riccioli d’oro (Goldilocks) e i tre orsi…
La fiaba di Cappuccetto Rosso…
Un gigante beffato dal piccolo Jack, seguito da una strega che interloquisce con un soldato…
La principessa che non sghignazzava mai…
Tornando al Natale, che per fortuna ci siamo lasciati dietro le spalle das un mese e possiamo osservare con distacco salutare, seguono alcune illustrazioni “di stagione” di un Tenggren la cui metamorfosi è del tutto compiuta; il suo stile nuovo influenzerà altri artisti dell’intera collana dei Little Golden Books, spesso poco disneyani anche quando presenteranno personaggi Disney.
Lo dimostra anche il Golden Book recentissimo che ho presentato qualche settiomana fa, ispirato all’ultimo lungometraggio Disney in 2D, The Princess and the Frog.
Il libro è Sing for Christmas, scritto da Opal Wheeler.
Come diceva Herbert Pagani, alla fine non resta in effetti che cantare, per far passare la paura.
In chiusura, la copertina del bellissimo libro.
A questo link una ricca galleria di immagini di Tenngren.