CENSURA AL MOCA DI LOS ANGELES

Blu-mural

Chi segue questo blog sa quanto le censure, il conformismo e tutta questa paccottiglia ci faccia venire un principio di psoriasi.

Questa volta a compiere un misfatto non è un editore o un editor o qualcosa di simile, ma addirittura un museo di arte contemporanea, anche molto considerato per altro, il Museum of Contemporary Art (MOCA) della democratica Los Angeles, dove qualcuno si è sentito in dovere di seguire le orme del democratico Putin (per fare il primo nome che mi affiora alla mente), in tema di libertà di espressione.

La censura è avvenuta ai danni di un italiano, il pittore e graffitista Blu.

Il muro

Ridipingere A Blu è stato chiesto di arricchire con una sua opera una parete del museo (quella della foto sopra), e l’artista ha fornito non tanto una raffigurazione astratta ma emotivamente forte (per dire, alla Guernica) degli orrori della guerra, bensì qualcosa di più didascalico, a suo modo naturalistico e perciò immediatamente comprensibile a tutti.

Forse un po’ troppo: una serie di bare di legno coperte con enormi banconote da un dollaro.

Bene, meno di 24 ore dopo la conclusione dell’opera, sulla parete è stata passata una mano di bianco, come documenta il video che embeddo sopra.
Naturalmente, per giustificare la nuova imbiancatura vi saranno state scuse sull’affesa alla memoria dei caduti in Afghanistan, in Iraq e così via; come se la responsabilità di tali uccisioni in guerra potesse essere fatta ricadere su un artista contemporaneo e non sui petrolieri e sui governi che hanno intrapreso le missioni in quelle terre, adducendo motivazioni di fantasia per tener buona l’opinione pubblica.

Dettagli sul tema della censura museale si trovano in questo articolo del Los Angeles Downtown News, a firma di Ryan Vaillancourt. Al giornale appartiene il © di un paio delle foto riprodotte qui.

Segue un divertente video di Blu, che è anche un animatore, se non si fosse capito.

MUTO a wall-painted animation by BLU from blu on Vimeo.

Altro eccezionale video, con soundtrack di Andrea Martignoni.
Vi consiglio di guardarlo e di suggerire di farlo ad amici e nemici con il passaparola. Davvero, è qualcosa che non si vede così spesso.
Parla delle conseguenze dell’evoluzione, con veri graffiti fatti su case, strade etc e filmati con la tecnica dei disegni animati.

Per questa ragione, fra le categorie di questo post ho inserito anche Geni creativi (mai tale sigillo di appartenenza fu più meritato).

BIG BANG BIG BOOM – the new wall-painted animation by BLU from blu on Vimeo.

In chiusura, il graffitone di Blu che campeggia su un muro di Lambrate: un messaggio di ritorno a mezzi di trasporto più umani vs. un caos di traffico dall’aspetto cimiteriale.
CLIC sopra per vederlo meglio.

Complimenti!

Lambrate

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  • paolo |

    Per tornare su un vecchio post: ho conosciuto il Martignoni, e ora sono convinto che non è Blu… Comunque mi risulta che Blu sia di Bologna (come il Martignoni), ma non ne sono certo

  • paolo |

    Vanessa: scusa se ti ho chiamato Vaness.
    Comunque vado ai festival da spettatore, non da animatore. Ho invero partecipato all’organizzazione di Lucca Animation 2009, ma sempre per cercare film in giro per l’Europa…

  • Vanessa |

    Accidenti, Paolo! Sei proprio onnisciente! Sei un animatore se ho ben capito.
    Martignoni firma come autore delle musiche, avevo pensato anch’io che fosse il vero nome di Blu.
    Vediamo se qualcun altro ne sa di più. Certo, a Lambrate dovranno pur averlo visto quando ha fatto il murales.
    Per Franco e Moise: in TV danno sempre più l’impressione di essere degli ignoranti fatti e finiti, specchio del nostro tempo.
    A proposito, nella firma precedente ho dimenticato la “a” finale del nome.

  • paolo |

    a Vaness: chi e’ e dove vive Blu? BOH? Posso dire questo: “Muto” e’ stato mostrato l’anno scorso a tutti i festival di animazione e di corti cui ho partecipato, e Blu non si e’ mai visto! Di solito veniva Andrea martignoni al suo posto… Ho anche espresso ai ben informati in materia la mia ipotesi che in realta’ Blu sia Andrea Martignoni (come dire Superman e Clark kent oppure Kid Paloma e Zorry Kid), ma pare che non sia cosi’. Aspettiamo nuovi sviluppi…

  • Franco |

    Ciao,
    sottopongo anche qui il messaggio che ha scritto nella posta del Fan Club di Facebook Paolo Moisello e mi unisco a lui: roba da pazzi sul serio. E nessuno protesta? Fateci un post!!!
    Bestemmione fumettistico stasera a “L’Eredità” (RAI 1): Carlo Conti pone la ‘dfficilissima’ domanda: “Flash Gordon si chiamava così perché aveva un flash da macchina fototgrafica sulla maglia?”.
    Risposta (ovviamente) “NO!” ma l’eresia è il commento di CC che conclude: “… aveva un fulmine giallo!” CONFONDENDO ‘THE FLASH’ della DC Comics con FLASH GORDON di Alex Raymond…
    ANATEMAAAA!

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