BARBARELLA: IL REMAKE, UN PROGETTO DI DINO DE LAURENTIIS

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Questo post può considerarsi un omaggio a Dino De Laurentiis (scomparso ieri novantunenne), la cui attività di produttore cinematografico sarebbe ingiusto confinare nell’esperienza di Barbarella, ma questo è forse il link più diretto che avvinghia l’attività del grande cervello cinematografico fuggito (anche allora) dell’ingrato Stivale con il nostro medium preferito (senza tacere il fatto che De Laurentiis è stato anche produttore del Diabolik diretto da Mario Bava nello stesso anno).

Circa un anno fa, De Laurentiis aveva espresso l’intenzione di realizzare, con tecniche contemporanee, un remake di Barbarella, senza fare alcun torto al cult diretto da Roger Vadim nel 1968. Aveva affidato la sceneggiatura della nuova pellicola a Joe Gazzam e contattato Robert Luketic (The Ugly Truth) per dirigere il nuovo film.
Cosa ne sarà di questo progetto?

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Film a parte, non sarebbe male, ora che l’occasione è propizia, girovagare un po’ intorno al pianeta Jean-Claude Forest (1930-1998), immenso grafico e fumettista francese di quella delicata e creativa stagione che dagli anni della riscoperta dei fumetti si estende con vigoria almeno fino alla para-rivoluzione di Métal Hurlant.

Barbarella

Linus_31x Con un po’ di piroette spaziali, lo riconosceremmo figlio di un succoso rigoglio di grafemi un po’ psichedelici, un po’ astratti, un po’ contaminati dalla grafica pubblicitaria quasi “giapponista” degli anni Sessanta e oltre.

Se la Barnbarella di Forest (sopra e a destra, sulla prima copertina che Linus le aveva dedicato, suscitando qualche prurito e spingendo i redattori a una dolorosa opera di decapezzolatura della bionda eroina) è ben nota, un po’ meno lo sono altre divagazioni sul tema, come il delizioso poster del lungometraggio dedicato all’eroina navigatrice dello spazio. Quello rarissimo, realizzato da Kàja Saudek, che per la gioia dei visitors ho messo immediatamente sopra, con una Jane Fonda anche più affascinante di quanto non fosse stata nella pellicola.

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Questo stile un po’ pop, un po’ camp, pur senza le facilitazioni globalizzanti di Internet, varca paesi e continenti.
Trovo qualche punto di contatto fra il cartellonista geniale e piuttosto ignoto, operante in una zona d’Europa tradizionalmente posta in ombra, e l’artista giappone dell’illustrazione sopra: First Love Inferno. Aquirax Uno.
L’anno di grazia & disgrazia è ancora il 1968.

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Nel 1955, Forest aveva illustrato questo misconosciuto romanzo di Catherine L. Moore: Shambleau.
A questo link, armati di santa pazienza, se ne possono sfogliare le pagine una per una, ingrandirsele e scaricarsele.

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Forest bacio

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Tornando alla pellicola che non si farà (forse) e che non si è fatta: appena tre anni fa Robert Rodriguez aveva sottoposto alla Universal l’idea di mettere in ponte un remake di Barbarella, proponendo uno script completo ad opera di Neal Purvis e Robert Wade. Rose McGowan, la quale avrebbe vestito i panni della protagonista. Invece, nada.

Barbarella-piuma

Barbarella

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  • Giovanni |

    Grazie di cuore per questo contributo informativo, Stefano!
    Incontrai Roy Thomas fiugacemente a Torino. Fu una bella cosa averlo invitato. Parlava in continuazione…

  • Stefano Priarone |

    Mi sembra forse il caso di citare una domanda che avevo fatto anni fa in un’intervista a Roy Thomas, storico sceneggiatore Marvel, sul Conan film prodotto da lui.
    D:I film di Conan: sei accreditato come co-sceneggiatore di Conan il distruttore
    R: Per Conan il barbaro mi pagarono diecimila dollari per fare da consulente (non fui accreditato sullo schermo), ma quando scrivi fumetti diecimila dollari per un lavoro di tre giorni sono un sacco di soldi!
    Quando decisero di fare il sequel fui chiamato dal produttore Robert Pressman, a causa di un errore del partner di Pressman, il produttore italiano Dino De Laurentiis, e finii per scrivere la sceneggiatura assieme a Gerry Conway. Fui io a proporre Grace Jones nel ruolo di Zula: non la avevo mai sentita cantare, ma avevo visto delle sue foto e mi sembrava fosse perfetta per il personaggio. Io e Gerry pensammo all’ambientazione generale, una sorta di pseudo western. Tuttavia, la nostra sceneggiatura fu riscritta da un altro scrittore e ne rimase ben poco. Solo qualche scena qua e là (come quella in cui viene presentata Zula), il mio agente mi disse: se togli l’audio e scurisci lo schermo, è proprio il film che hai scritto!
    Il film non è venuto molto bene, ma sono stato accreditato, e ricevo ancora qualche centinaio di dollari di diritti l’anno (videocassette, DVD, programmazioni televisive, etc.).
    Era strano lavorare con De Laurentiis, dovevamo spesso interrompere le nostre riunioni perché voleva vedere il calcio in televisione!
    Ciaoissimo
    Stefano

  • Orecchia Dolce |

    E comunque, onore al grande Dino. La mia vicinanza alla famiglia e a chi l’ha amato.
    O. D.

  • Orecchia Dolce |

    Da notare, un SOLO commento su 34.927 visioni sino a ora!!!

  • Orecchia Dolce |

    Il video di Barbarella, con tanto di canzone, ci mette un po’ a mettersi in moto.
    Ganzo l’unico commento che si legge in rete: So dumb to post something like this.
    In effetti non è granché, anche la descrizione dice la medesima cosa.
    The opening scene from the 1968 Sci-Fi Cult Cassic is worth the ticket price, even if the rest of the film is more or less forgettable. No actual nudity, but a thrill nonetheless. – Here is Jane Fonda as Barbarella, the woman from the future who saved the Universe from total destruction with the power of her sex appeal

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