VITTORIO VIGHI IN MOSTRA, A PRATO

Resize.php Riprendiamo a parlare di questo grande e influente umorista grafico e radiotelevisivo, Vittorio Vighi, autocaricaturatosi nell’immagine a destra, il cui nome si lega per la seconda volta al capoluogo centrotoscano, Prato, che già ospitò una sua mostra, Vighi presente, qualche anno fa.

Dal 13 al 27 Novembre 2010 si terrà la mostra antologica
OMAGGIO A VITTORIO VIGHI

c/o Associazione Culturale Grafio
via Santa Chiara 38, Prato.

L’inaugurazione è prevista per sabato 13 novembre alle ore 17.

Apertura: dal martedì al sabato ore 17-19.

Di Vighi parleremo ancora nel corso della settimana.
Per il momento, ci limitiamo a segnalare che al grande umorista è stato aperto un sito specifico, suscitato dal figlio Massimiliano.

Questo è il suo indirizzo: http://www.vittoriovighi.it/

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La mostra pratese propone una panoramica significativa dell’attività grafica dell’artista, innanzitutto con l’esposizione dei quadri della serie Inferni Urbani e della serie Humouresque, alla quale si riferisce anche l’immagine riprodotta sopra.

Ma vi saranno anche proiezioni video di storie a fumetti rare o inedite realizzate in gioventù, delle migliori vignette del periodo del glorioso Marc’Aurelio degli anni Cinquanta, di illustrazioni e di vignette più recenti realizzate con stili diversi da quello suo classico dei “nasoni”.

Nella produzione artistica di Vighi si nota un evidente filo conduttore e un continuo gioco di rimandi tra le vignette, soprattutto quelle più recenti, e i quadri: gli Inferni Urbani con il formicolio brulicante di omini-massa trasparenti contro lo sfondo di città infernali, ma anche gli Humouresque, costruiti con i personaggi dei fumetti in modo apparentemente casuale ma a ben guardare invece ricchi di sofisticati riferimenti alla cultura e alla storia del novecento.

Nasone

Perona

La Lupa

Per un rapido “ripasso” su alcuni passaggi salienti della carriera dell’artista: alla fine degli anni Quaranta, Vighi inizia a inviare le sue vignette a vari giornali. Sarà notato ed apprezzato dall’editore Vito De Bellis, e dai redattori del già citato Marc’Aurelio.

Data l’opportunità offertagli dal giornale satirico, all’inizio degli anni Cinquanta Vighi abbandona gli studi di giurisprudenza per traferirsi a Roma, dove lavorerà a lungo come disegnatore umoristico-satirico per le gloriose testate del settore che allora (diversamente da adesso, tempi grami) si affacciano dalle edicole. Lavora insieme a Maestri della grafica e del racconto come Ettore Scola, Attalo, Mameli Barbara, Artioli, Danilo, Castellano, Pipolo (al secolo Giuseppe Moccia).

Oltre che all’altrettanto celebre, anticonformista Travaso delle idee, Vighi collabora anche a riviste come i magazine di attualità e cultura L’Europeo (di Rizzoli) e Epoca (di Arnoldo Mondadori, fra gli altri insieme a Sergio Toppi). Per questa sua attività, a Bordighera vince nel 1958 il Dattero d’oro, trofeo internazionale dell’umorismo.

Bruto & Cassio

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Esodoi

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Sotto, una foto di Vighi e sopra il frontespizio della sua unica storia a fumetti: una parodia dei manzoniani Promessi Sposi, pubblicata dalla prestigiosa rivista satirica Marc’Aurelio.

Vittorio Vighi

Ai tempi della trasmissione televisiva L’altra domenica, con Renzo Arbore, Andy Luotto, Mario Marenco, Michel Pergolani e molti cronisti di belle speranze, fra cui Milly Carlucci e Mimma Nocelli.

Insieme ad altri disegnatori, fra cui Cassio Morosetti, agente della Disegnatori riuniti, Vighi realizza i quiz umoristici che Arbore sottopone al pubblico, forse per la prima volta collegato in diretta via telefono (in precedenza il telefono in diretta era prerogativa delle neonate radio e televisioni private, a parte un “rottura del ghiaccio” avvenuta alla fine degli anni Sessanta, in Rai-radio, con Franco Moccagatta, Gianni Boncompagni e Federica Taddei, nella celebre trasmissione “di servizio” Chiamate Roma 31 31.

Fino a poco tempo fa questo video era reperibile su YouTube, ora invece appare la scritta bianca su fondo nero secondo la quale sarebbe stato disattivato (si veda sotto) perché “l’account associato al video è stato chiuso”:

E’ possibile che qualciuno possieda il filmato o se lo sia copiato (Michele Mordente?) o ancora ne abbia uno simile da poter mostrare?
Sicuramente, questi e altri esistono nelle Teche Rai. Sarebbe un bel completamento dell’omaggio a Vittorio Vighi, un modo simpatico per ricordarlo, dato che quei quiz erano visti da milioni di persone che, forse, non associavano quelle immagini al loro autore.

LINK CORRELATI

VENNI, VIDI, VIGHI

I PADRI DELLA LUPA, di Oreste Flamminii Minuto

  • Luca Boschi |

    Caro Massimiliano, ben trovato!
    Sono contento che la mostra si sposti a Lizzano, dove ho vissuto anch’io, un po’, tanti anni fa (e ricordo tutto perfettamente).
    Da domani la notizia comparità qui, a questo indirizzo:
    http://lucaboschi.nova100.ilsole24ore.com/2011/08/vittorio-vigni-in-mostra-a-lizzano-in-belvedere-bologna.html
    In bocca al lupo!
    Luca

  • Massimiliano |

    Ciao Luca, ciao a tutti
    volevo farvi sapere che la mostra antologica ‘Omaggio a Vittorio Vighi’ verrà replicata a Lizzano in Belvedere (BO) dal 16 al 27 agosto 2011 nei locali della Ex Colonia Ferrarese, ore 17,30-21,30. Mio padre infatti era originario di questo comune dell’Appennino Tosco Emiliano, lo stesso dove è nato, in loc. Pianaccio, Enzo Biagi, e mi fa piacere che gli amici della Pro Loco e dell’Associazione Capotauro lo vogliano così ricordare. Verranno esposti i quadri della serie Humouresque e della serie Inferni Urbani e proiettati video con vignette, fumetti, personaggi (anche Caracalla!!).
    Un caro saluto
    Massimiliano Vighi

  • Moerandia |

    Ma come mai il mio commento si è moltiplicato :-O (em …).
    Bè, già che ci sono cito un bel poster di Vighi che ho visto tante volte, intitolato “Caracalla & his Termae” (speriamo che non facciano crollare pure quelle), con l’imperatore Caracalla che spazzolandosi faceva il bagno in una tinozza.
    Saluti.
    G.Moeri

  • Luca Boschi |

    Hello, Lele!
    Bene, io ho quel fumetto e mi è piaciuto talmente tanto da ispirarmi una tavola in rima, esattamente con quello sotto gli occhi per cercare di riprenderne lo spirito, per un “Forum” di apertura su un “Totem Comic”, oltre dieci anni fa.
    In effetti, ci sono dei punti di contatto dal punto di vista grafico, ma quel fumetto non era di Vittorio Vighi, bensì di Alberico Motta (un grandissimo non sufficiente valorizzato, che di quando in quando legge anche questo blog, ma del quale finalmente la Kappa Edizioni ha deciso di ristampare un suo ciclo – benché minore – straordinariamente ben fatto: “Big Robot”; avevo già intenzione di parlarne appena possibile).
    Il titolo di quella storia è “Picciotto” e fa parte del ciclo “Il racconto del mese” che Motta pubblicava sul mensile “Pierino”, tutto fatto da lui, con copertine mirabolanti e originalissime.
    A una vecchia Cartoomics gli accennai all’eccezionalità del suo lavoro proprio con quei personaggi, ma sembrava non curarsene troppo.
    La storia compare sul n. 1 del tascabile, in data giugno 1963. E’ quasi certo che in seguito sarà stata ristampata, come minimo su un numero di “Super Pierino” (altra testata da acquistare per chi ama questa produzione, come Fabrizio Mazzotta e Andrea Leggeri, per dire).
    I versi iniziali, scanditi da un cantastorie col nasone e con i baffi arricciati, forse “siculi”:
    “Questa è la triste storia
    del povero picciotto,
    che attraversò la patria
    per fare il poliziotto.
    Ehi, dopo tante pene
    a casa tornò, baldo,
    e mise le catene
    al genitor ribaldo!…”
    Quando mai si osava scrivere storie così “libere”, e destinate ai ragazzi, in un fumetto, in quello stesso periodo? E su temi e in scenari italiani, oltretutto.
    Qualcosa di geniale.
    Finiva col figlio poliziotto in primo piano che portava in prigione il padre e a entrambi spuntava una lacrimuccia perché comunque, pur su sponde avverse, si erano ritrovati.

  • Moerandia |

    Il che mi ricorda che in un mio blog ora scomparso avevo commemorato Vittorio Vighi, dovrei rimettere in rete l’immagine.
    Negli ultimi tempi aveva cambiato totalmente stile, con figure più stilizzate, e collaborava col settimanale “La peste”.
    Saluti.

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