Harvey Pekar, rinomato sceneggiatore della serie a fumetti American Splendor, diffuso dal 1976, ha appena lasciato questa terra.
Qualcuno ha letto, in Italia, questa rivista stipata di testo, intensissima, non epica, non umoristica, non avventurosa e tutto sommato piuttosto (diciamocelo) indigesta? Penso in pochi. E onestamente anch’io l’ho fatto di rado, pur attratto dai disegni del sempre eccellente Robert Crumb (vedi copertina sotto), che però in queste occasioni doveva tenere alla briglia una delle caratteristiche distintive dei suoi fumetti: la fantasia sfrenata con vincoli assai labili a un vero e proprio plot.
Tutt’altra cosa, il Crumb all’opera con Pekar, dato che American Splendor parla di di persone malate, casi clinici, turbe assortite. Pekar, il cui carattere non facile è stato rammentato da più d’uno, l’aveva riempita di storie prese dalla realtà, anzi dalla sua esperienza. Dai “casi” incontrati sul posto dove lavorava (attività fumettistica a parte): un ospedale per anziani di Cleveland.
Di Pekar si continuerà a parlare in rete per vari giorni. Adesso, basta fare un giretto per trovare su di lui varie cose, ma soprattutto una lunga intervista da lui rilasciata nel 1993 a Gary Groth, per il n. 162 di The Comics Journal.
Ne seguirà presto un’altra degli anni Ottanta. Per il momento, vi rimando a quella già on line, qui, facendola precedere dalla sua introduzione, che cito di seguito.
Harvey Pekar’s magazine American Splendor has been appearing roughly every year since 1976: the latest—#17—appeared in July. In each issue, Pekar writes stories from his everyday life in the belief that “mundane events, because they occur so frequently, have a much greater influence on people’s lives [than escapist fantasy]…” Pekar bas worked with artists such as Robert Crumb and Frank Stack; he favors realistic illustration and believes “… most cartoony illustrators lack Crumb’s power of observation.”
Pekar funded the first 15 issues of American Splendor with his full-time job as a clerk in a Cleveland veteran’s hospital. (Subsequent issues were published by Tundra and Dark Horse; collections have been published by Doubleday and Four Walls Eight Windows.) He has an exhaustive knowledge of literature, writes jazz criticism, and is a master street-corner shtick artist, as demonstrated in his many appearances on the David Letterman Show. Gary Groth speaks with him here about the form and value of autobiography, as well as the slippery notion of artistic standards.
(…)
Ebbene, sì. I disegni della tavola sopra sono di Alan Moore!
Sotto, un paio di apparizioni dell’accigliato Pekar allo show di Dave Letterman, Late Night, compresa l’ultima, dell’aprile 1993.