WONDER WOMAN SI CAMBIA IL COSTUME

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La notizia farà affiorare spontaneamnente un salutare “chi se ne frega” a fior di labbra a più d’uno.

Senza troppi commenti, superato il traguardo ragguardevole del seicentesimo numero del suo comic book, Wonder Woman ha cambiato costume (sotto, una preview di come appare sul n. 603), il che ha fatto alzare gli scudi a molti fans tradizionalisti contro la DC Comics, rea di aver rovinato un personaggio ben saldo nell’immaginario collettivo, come si vede dalle foto non commentabili che seguono e dal video conclusivo, girato in Corea, che non va perduto (e quindi, Michele Mordente se lo salverà con il metodìno che conosce solo lui).

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Adam Hughes

Fuori dal coro che avrebbe preferito si fosse cambiata il costume solo dopo un tuffo fra i cavalloni salmastri, spezza una lancia a favore della (frivola) novità l’attrice Lynda Carter, che tanti anni fa interpretò in un notissimo serial televisivo Wonder Woman.
Che è (diciamocelo) Wonder Woman. Rughe a parte.

“I think it will take time for people to get over not seeing a lot of leg,” ha detto la Carter a ABC News.
“[But] I think it’s going to be very sexy and it’s new and I love the little cap sleeve. You know, she’s a hip girl.
[…]
“I think Wonder Woman has a mind of her own. And I think she was just kind of ready for something new. She’s got an attitude and if this is the new thing that she wants to wear, well, by God, she’s going to wear it. And I like that. And I hope that in the story someone mentions, where’s the old one? And she says, get over it!”

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Lynda carter

Eccola qua, la Carter, con un po’ di prole, qualche anno fa.

Sotto, è in una scene di un episodio televisivo, ritratta quando, come Dea greca, si aggira nell’area dove risiede quando non agisce nella società occidentale avanzata, vale a dire in quella zona isolata che risponde al toponimo di Paradise Island (più o meno).

Roba ridicola e pacchiana, certo. Americanate. Ma di sicuro impatto una trentina di anni fa e passa, quando anche in serial come Star Trek o L’incredibile Hulk si vedevano scene, costumi e ricostruzioni ambientali assai discutibili.

Paradise island

Sul seicentesimo numero del comic book, è comparsa da un paio di giorni una recensione su Comic Book Resources (CBR), sito sempre informato e puntuale sulle uscite rilevanti in madrepatria.

Tre stellette e mezzo per l’albo, i credits sono:

STORY BY
J. Michael Straczynski, Gail Simone, Amanda Conner, Louise Simonson, Geoff Johns
ART BY
Don Kramer
, George Perez, Amanda Conner, Eduardo Pansica, Scott Kolins, Michael Babinski, Scott Koblish, Bob Wiacek
COLORS BY
Alex Sinclair
, Hi-Fi, Paul Mounts, Pete Pantazis, Michael Atiyeh
LETTERS BY
Travis Lanham
, John J. Hill, Nick J. Napolitano (che fa il calligrafo, e non firma in corsivo qualsiasi cosa, come un sono ben noto omonimo residente a Roma)
COVER BY
George Perez

PUBLISHER
DC Comics

Wonder

Wonder-woman-sexy-106

Un estratto della recensione:

“Gail Simone and George Perez kick off the issue with a team up of just about every female superhero you can think of, fighting Professor Ivo‘s cyber-sirens, who control the minds of men. It’s a fluff story for the most part, but as an excuse to have a huge team-up drawn by Perez? It’s hard to complain. Perez’s pencils are as lush and gorgeous as ever, and he and Simone make sure to give numerous characters the spotlight throughout the story.

“Long-time ‘Wonder Woman’ readers will be more interested in the last two pages, though, which brings one character’s story to somewhat of a conclusion (although there’s certainly room for more down the line). It’s a nice way to end Simone’s time on ‘Wonder Woman’, and in doing so pay homage to one of the Perez-era characters as well.”

Prosegue qui.

Wonder_woman
Wonderwoman

Per chiudere, la Wonder Woman coreana alla quale si faceva cenno all’inizio del post.
Agisce in un video quasi ignoto (qualcuno ha sibiliato “per fortuna!”?) dal titolo Wonder Girls – Tell Me (원더걸즈-텔미).

AGGIUNTA:
La cover di Playboy!
Grazie a Luigi Bicco per la segnalazione!

Playboy022008nb6

  • Luigi Bicco |

    Rincaro la dose, nel caso ti
    interessasse. Qui:
    http://blog.newsarama.com/2010/07/02/agent-of-s-t-y-l-e-and-friends-wonder-womans-new-look
    un bel post di newsarama che percorre
    storicamente tutti i costumi della bella
    amazzone per eccellenza.

  • Luigi Bicco |

    Lietissimo di esserti stato
    utile in qualche modo, Luca 🙂

  • Moerandia |

    Però, Linda Carter si mantiene ancora in forma 🙂
    Riguardo al costume, i cambi di costume per i supereroi ogni tanto ci sono, poi si torna indietro; in questo caso sembra quasi che abbiano “urbanizzato” la supereroina. Non so che storie siano, so che qualche tempo fa lo scrittore di “Aquaman” invece di sfruttare le possibilità narrative del mondo sottomarino aveva fatto inabissare una città di terra rendendo i personaggi capaci di respirare sott’acqua. E lì via alle guerre tra bande, agli spacciatori di droga e alle siringhe, ecc.
    Ovverosia, se i supereroi in edicola sono frutto di un grande fiorimento degli ingegni dal 1956 in poi, agli editori moderni questo non interessa un bel niente, e pensano a sfruttare i personaggi appiattendoli tuti sul modello “inferno metropolitano”, anche con gli espedienti quasi comici descritti sopra per Aquaman.
    Pare che le vendite dei supereroi negli USA non siano più le stesse di prima (in effetti hanno abbandonato le edicole), e che la zona che maggiormente assorbe albi sia quella newyorkese.
    Questo nuovo costume sembra in effetti quello di una Wonder Woman trasferitasi alla periferia di New York.
    Belle anche le immagini d’annata e la statuetta (i disegni moderni invece hanno qualcosa di freddo …); la ricostruzione dell’Antica Roma non sarà fedelissima ma quello sceneggiato, realizzato negli USA ma coprodotto dalla Rai e credo mai trasmesso in Italia, intitolato “Roma”, doveva essere molto peggio.
    Saluti.
    G.Moeri

  • Moerandia |

    Però, Linda Carter si mantiene ancora in forma 🙂
    Riguardo al costume, i cambi di costume per i supereroi ogni tanto ci sono, poi si torna indietro; in questo caso sembra quasi che abbiano “urbanizzato” la supereroina. Non so che storie siano, so che qualche tempo fa lo scrittore di “Aquaman” invece di sfruttare le possibilità narrative del mondo sottomarino aveva fatto inabissare una città di terra rendendo i personaggi capaci di respirare sott’acqua. E lì via alle guerre tra bande, agli spacciatori di droga e alle siringhe, ecc.
    Ovverosia, se i supereroi in edicola sono frutto di un grande fiorimento degli ingegni dal 1956 in poi, agli editori moderni questo non interessa un bel niente, e pensano a sfruttare i personaggi appiattendoli tuti sul modello “inferno metropolitano”, anche con gli espedienti quasi comici descritti sopra per Aquaman.
    Pare che le vendite dei supereroi negli USA non siano più le stesse di prima (in effetti hanno abbandonato le edicole), e che la zona che maggiormente assorbe albi sia quella newyorkese.
    Questo nuovo costume sembra in effetti quello di una Wonder Woman trasferitasi alla periferia di New York.
    Belle anche le immagini d’annata e la statuetta (i disegni moderni invece hanno qualcosa di freddo …); la ricostruzione dell’Antica Roma non sarà fedelissima ma quello sceneggiato, realizzato negli USA ma coprodotto dalla Rai e credo mai trasmesso in Italia, intitolato “Roma”, doveva essere molto peggio.
    Saluti.
    G.Moeri

  • Luigi Bicco |

    Mi spertico esausto sul pavimento
    preso dall’emozione di cotanta
    attenzione nei miei confronti 🙂
    Si, le copertine di Hughes per
    Wonder Woman credo siano tra le
    più riuscite della dc comics.
    Non vedo l’ora di vederle raccolte
    in un sol post.
    E poi volevo segnalarti che anche
    il prestigioso mensile PlayBoy ha
    omaggiato la nostra eroina stars&stripes.
    Qui: http://img144.imageshack.us/f/playboy022008nb6.jpg/
    Niente male, direi.

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