Quand’è che il termine “Fumetto” è diventato di uso comune per designare il medium e non solo la “nuvoletta” (il balloon)?
Se n’è discusso a lungo anni fa, anche portando a conforto documentazione di varia natura e di epoche diverse, come l’articolo che segue, redatto da Antonio Rubino.
Normalmente si considera che il termine “Fumetto” (o meglio “Fumetti”) sia entrato nell’uso comune all’inizio degli anni Sessanta, poco prima della nascita di Linus (aprile 1965) anche grazie all’uscita del volume I Fumetti scritto da Carlo della Corte.
Se quella di Della Corte può essere considerata forse la consacrazione del termine, adesso posso affermare che almeno alla fine degli anni Cinquanta già era ampiamente diffuso, almeno fra le persone acculturate.
Lo dimostra la riedizione del documentario televisivo Tra gli zingari, reaalizzato nel 1958 da Nazareno Taddei, andata in onda il 29 giugno 2010 nella fascia pomeridiana sul canale satellitare Rai Edu-Storia.
In quel documentario un piccolo zingaro sfogliava un “oggetto” che la voce fuori campo identificava come “Fumetti” (il genere). Si trattava verosimilmente di una raccolta de Il Monello o dell’Intrepido, della Casa Editrice Universo. Data la consistenza del volumetto sarebbe stato fuori luogo definirlo “giornalino”.
E torniamo ad Antonio Rubino (autoritrattosi nel remoto 1908 come si vede qui a destra) e i suoi articoli in difesa dei fumetti, o comunque (dicendola più blanda) a favore del medium del quale si sta occupando preferibilmente. Questo è ricavato da Paperino e altre avventure (formato giornale) n. 34 del 18 agosto 1938.
Un bel CLICK sopra per ingrandire l’immagine e renderla più leggibile.
Curiosamente, adesso, oltre a non citare la parola “fumetti” non si cita nemmeno il nome “Walt Disney“, ma lo si definisce “tavolista”: disegnatore di tavole, in contrapposizione all’attività di realizzatore di “cartoni animati”.
La mia (modesta) impressione è che in questo suo secondo articolo Rubino voglia ridurre al minimo gli appigli ai quali il Min Cul Pop possa attaccarsi per criticare o censurare i contenuti di Topolino e Paperino. Forse per questo sceglie di mostrare qualche vignetta dell’italianissimo e sdoganatissimo Emilio Salgari al posto degli animali antropomorfi testimonial dei “giornalini”.
A commento di questo post, Gianfranco Goria sviluppa nel suo imperdibile sito Araba Fenice News alcune considerazioni, che riprendo di seguito, perché possono essere oggetto di riflessione ulteriore:
(…) Ci troveremo l’uso del termine “tavolista” per indicare chi realizza le “tavole disegnate”, utilizzando così un termine che richiama la pittura e gli affreschi rinascimentali: le “tavole” (rimando alla pittura su tavola), o i “cartoni” (termine che ricorda sia i cartoni preparatori degli affreschi, sia i cartoni d’arazzo, opere d’arte in sé, a dirla tutta, altro che “bozzetti” come si intendono oggi).
“Tavolista”, quindi, come “realizzatore di tavole, di cartoni”, cartoonist, insomma. E cosa c’è in quelle tavole? Quadretti. Ma non nel senso di “serie di quadratini”, ovviamente! Nel senso di serie di piccoli quadri, usando il termine pittorico. Tavole (o cartoni) che contengono serie di piccoli quadri, contenenti a loro volta dei disegni compiuti e dei contenitori di dialoghi (i “fumetti”, così detti per la somiglianza con nuvolette di fumo). (…)
Anche questo post, come si può ben vedere, si avvale del logo che annuncia una novità fumettistica visibile on line dal 1° luglio.
Il loghetto con il fumetto immacolato, da par suo, si riferisce al nuovo Lo Spazio Bianco, sito articolatissimo creato per discutere, conoscere, chiacchierare, azzuffarsi, fare la pace, ricredersi, arricchirsi (spiritualmente, ovvio) sugli amati Fumetti, dei quali adesso conosciamo un “parametro temporale” in più.
Con un CLIC qua sopra si accede ai lavori in corso.
LINK CORRELATI