Ci giunge adesso da un noto collezionista la triste notizia della scomparsa, avvenuta nelle prime ore di questa mattina, del commerciante fiorentino Silvio Di Miceli, decano del collezionismo antiquario di fumetti e libri illustrati.
Cartoonist Globale porge le sue più sentite condoglianze alla famiglia e a tutti gli amici che lo conoscevano (in pratica l’intero mondo del collezionismo e delle mostre mercato italiane).
Sempre presente alle mostre mercato, a partire dagli anni “caldi” della riscoperta del fumetti di antiquariato (dal Salone Internazionale dei Comics di Lucca alle mostre dell’ANAF, antesignane dell’attuale Fiera di Reggio Emilia), Di Miceli era anche l’ideatore e il gestore del famoso negozio fiorentino Il Nerbiniano, situato in Via dell’Albero (angolo Via della Scala), a cento metri dalla stazione ferroviaria di Santa Maria Novella.
I collezionisti che venivano da fuori Firenze, in un attimo erano fra quelle mura e, ad affare combinato, potevano riprendere il treno in un battibaleno sfogliandosi gli oggetti del desiderio.
Il negozio prendeva il nome della famosa Casa Editrice G. Nerbini, che pubblicava anche una rivista amatoriale con lo stesso titolo, nella gestione compiuta dall’appassionato Alfonso Pichierri.
Rivendita di fumetti d’antiquariato nata in epoca precedente al sorgere delle fumetterie sul territorio nazionale, Il Nerbiniano è stato per decenni il luogo d’incontro privilegiato per gli appassionati e collezionisti quantomeno dell’Italia centrale, ai quali forniva a getto continuo pubblicazioni del passato rare e introvabili; un esempio a caso fra i tanti è l’albo Bambù, la cui copertina apre il post, o anche i giornali con i leggendari fumetti d’epoca disegnati da Walter Molino, come Virus o Capitan l’Audace (più sotto una pubblicità).
Di Miceli è stato uno dei maggiori conoscitori, esperto e competente, dei fumetti d’epoca; per un certo periodo anche editore, con alcuni cicli di ristampe anastatiche, gestite da solo o in collaborazione con altri editori amatoriali del settore, di serie a fumetti italiane altrimenti non più disponibili sul mercato. Fra queste, le collane “all’italiana”, Kansas Kid e Sitting Bull, gestite insieme a Mauro Ricciardelli e al suo staff di Al Fumetto negli anni Settanta.
Poco prima, Di Miceli aveva rieditato fra le altre cose Orlando l’invincibile di Rino Albertarelli, pubblicata sul raro Audace degli anni bellici, e ancora Sciuscià integrale e completo, Il piccolo sceriffo anastatico, Carnera, Nat del Santa Cruz, El Bravo, Il sergente York.
Personalmente, sono stato molto grato a De Miceli per un gesto significativo fatto nei miei confronti nel 1999, unico fra i commercianti a riconoscere con fatti concreti lo sforzo compiuto dal presente blogger come Direttore Culturale di Lucca Comics. Il tentativo, archiviato da altri immediatamente dopo l’edizione autunnale 1999, era quello di riportare (in coordinamento con l’allora Direttore Organizzativo Angelo Nencetti) il fumetto da collezionismo a Lucca, che ne fu la gloriosa sede propulsiva negli anni dell’organizzazione gestita dall’associazione culturale Immagine.
In precedenza, infatti, la manifestazione aveva privilegiato alti settori di mercato, relegando ai margini, con somma insoddisfazione degli appassionati, i fumetti “storici”, i libri, gli albi, i “giornalini” che erano stati l’anima del vecchio Salone Internazionale dei Comics.
Di Miceli fu il solo, non richiesto, a prendere posizione di propria iniziativa, apprezzando la filosofia della creazione di un'”area collezionismo”. Scrisse di pugno all’allora Sindaco di Lucca, Pietro Fazzi, interpretando anche il pensiero di tutta la categoria, per sostenere la mia direzione di Lucca Comics, minacciata variamente da parte di chi, poco dopo, avrebbe sciolto senza tentennare l’Ente Max Massimino Garnier, danzando allegramente sulle sue ceneri.