Come promesso, le immagini di questo post sono a beneficio (parole grosse) di Glauco Guardigli, che notava nei commenti di questa panoramica sulle tavole di The Spirit esposte a Napoli Comicon, la presenza di alcuni assistenti di Will Eisner nell’esecuzione (e magari anche nell’ideazione) di quelle vignette vintage.
Questa rapidissima galleria ne presenta alcuni: artisti di livello non secondario, benché forse ancora un po’ acerbi quando lavoravano nello staff di Will.
Si comincia con Lou Fine, autore della copertina di National Comics riprodotta sopra, ricavata da una tavola originale, con tanto di attaccature e di biacche.
Ancora Lou Fine è l’autore di queste altre storie, appartenenti a serie gestite anche da altri disegnatori, a partire da quella dell’incredibile Doll Man, eroe che, secondo qualche osservatore un po’ malizioso di oggi, nasce per esercitare un certo appeal più ai gay che alle giovani lettrici (alcune delle sue copertine sono scopertamente allusive), per proseguire con The Ray, dove l’influsso eisneriamo risalta, per esempio, nell’inquadratura del ragazzino in primo piano.
La presenza di Lou Fine risulta anche all’interno di questo comic book dalle pagine friabili, delicatissime da maneggiare. Potrebbe essere sua anche la copertina, benché sia difficile da capire, dato che si cimenta con uno stile pupazzettistico che non gli è consueto.
Di Jerry Grandenetti abbiamo parlato altre volte, come in questo post, mentre sull’altro collaboratore di Eisner, il Maestro Jack Cole, Cartoonist Globale è stato un po’ troppo latitante.
Qui sotto c’è una sua copertina, di quando il personaggio che aveva creato, Plastic Man, era già divenuto un successo. Incidentalmente, Giorgio Rebuffi dice di essersi ispirato anche a lui (evidentemente con Roberto Renzi) per la creazione di Tiramolla.
Sotto, ancora Jack Cole (Jake), questa volta in un altro momento della sua attività, quando all’inizio degli anni Cinquanta disegnava vignettone per la rivista Playboy, chiamato da Hugh Hefner, fungendo inconsapevolmente da modello ai suoi colleghi, per una linea di “barzellettone” inconfondibile e molto influente (copiata da tutti, diciamolo).
Si chiude con un’autocaricatura di Cole nelle ultime vignette di questa tavola e con una delle sue foto più note.
Povero Jake, raggiunto da un proiettile esploso volontariamente dal suo revolver appena acquistato, dopo aver scritto le ultime volontà su un paio di biglietti alla moglie e al suo editore.