Incredibile!
La prima agenzia pubblicitaria del mondo (la JWT) e il Museo del Fumetto di Lucca (MUF), diretto da Angelo Nencetti, vincono una serie di premi prestigiosi nel giro di pochi mesi, grazie a una campagna che coniuga famosi capolavori dell’arte (classica e contemporanea) con la tecnica del Fumetto.
Lo slogan che accomuna la “collezione” è: I fumetti sono arte. Solo, più divertenti (il concetto è divertente anch’esso, e in inglese suona indubbiamente meglio).
Sopra, un esempio significativo di opera d’arte… fumettata.
Dopo i 2 bronzi a Cannes, l’argento al Clio, il Merit a One Show e l’oro al New York Festivals arriva anche il bronzo per JWT al LIA (London Advertising Award) con la campagna stampa COMIC-STRIPS per il Muf, il Museo Nazionale del Fumetto.
Con la Direzione Creativa Esecutiva di Pietro Maestri hanno lavorato i copy/Creative Director Bruno Bertelli e Paolo Cesano e gli art director/Creative Director Cristiana Boccassini e Flavio Mainoli.
Le illustrazioni sono opera del nostro amico Manlio Truscia (del quale, a mo’ di bonus, vedete in chiusura una sua illustrazione che non fa parte di questa rassegna per il MUF, ma che si basa su un concetto simile, riguardando una famosa illustrazione del grande Norman Rockwell).
JWT nasce ufficialmente nel 1864: è la prima agenzia pubblicitaria del mondo. Dal 1951 opera in Italia con due uffici a Milano e a Roma. Nel 1987 entra a far parte del gruppo WPP.
Oggi è una delle principali agenzie di comunicazione del mondo. Il gruppo JWT italiano, guidato da Pietro Dotti, è strutturato per studiare piani di comunicazione integrata, attraverso partecipazioni dirette o alleanze strategiche nelle diverse aree della comunicazione.
Tra i principali clienti in Italia, annovera: BAYER, DIAMOND TRADING COMPANY (DTC), F.lli BRANCA, HEINEKEN, J&J, KELLOGG, KRAFT, LOTTOMATICA, MAZDA, NESTLE’, NOKIA, ROLEX, UNILEVER, SHELL, etc.
Bene.
Chi volesse vedere Rockwell in persona, il suo museo, l’archivio e alcuni dei suoi modelli, può sorbettarsi i video sotto. Eccezionali sensazioni.
Nel terzo si intravede anche l’originale del dipinto che Truscia ha rielaborato mettendoci dentro il populista biricchino.