Il primo numero della collana Gli Anni d’Oro di Topolino è già arrivato nelle edicole questa mattina, anche se gli esercenti hanno l’obbligo di metterlo in vista, e di venderlo, solo dalla mattina di lunedì (la domenica non vengono distribuiti i collaterali).
La vendita avverrà insieme al Corriere della Sera e/o alla Gazzetta dello Sport, sul numero di lunedì della quale c’è anche una mia breve dichiarazione su Floyd Gottfredson e sul Mickey Mouse classico, raccolta in un servizio di presentazione dell’opera, curato Fabio Licari.
Uno dei pezzi forti del volume (che, speriamo, incontrerà i favori degli appassionati, magari convincendo alla lettura delle eccezionali gesta di questo Topolino epico anche i giovanissimi) è Topolino e il mistero dell’uomo-nuvola (Island in the Sky), storia a strisce il cui titolo campeggia sulla copertina del libro.
© Disney per le immagini.
Su questa storia, realizzata da Floyd Gottfredson (soggetto e disegni), Ted Osborne (sceneggiatura) e Ted Thwaites (ripasso a china), si è aperta nella giornata di ieri una discussione in un apposito gruppo del web frequentato da appassionati ed esperti (non solo di fumetti, bensì di cultura in generale). Oggi si hanno echi di questa “scoperta”, o dei risultati ai quali sembra di poter addivenire, sia nel blog di Leonardo Gori Anni Trenta (particolarmente in tema, considerando la datazione dell’episodio), sia nel sito afNews, a questa pagina.
La storia, pubblicata sui quotidiani statunitensi dal 30 novembre 1936 al 3 aprile 1937 e in Italia per la prima volta sui numeri dal 223 al 255 di Topolino giornale, nel periodo che va dal 1º aprile all’11 novembre 1937, ha una peculiare caratteristica, rilevata più volte, non ultima nel convegno (S)comunicare la scienza: hai vinto, Galileo, tenutosi sabato scorso a Poggibonsi con (tra gli altri, Giulio Giorello, Pier Luigi Gaspa e Piergiorgio Odifreddi – con la presenza del blogger scrivente).
La parte più interessante (e dibattuta) della storia è nella striscia del 29 marzo 1937, quasi alla fine dell’episodio. La vignetta premonitrice in cui si è vista un’allusione alla bomba atomica, non ancora… gettata (ovviamente), riserva una sorpresa, se confrontata con il suo testo originale americano e con la nuova, corretta traduzione italiana, realizzata da Alberto Becattini per il volume in uscita lunedì.
Nell’apertura di questo post, la stessa vignetta contiene la traduzione italiana “atomicamente anomala e profetica”, sulla quale si è discusso.
Ecco, invece, a stessa in originale e con la nuova versione de Gli Anni d’Oro di Topolino, che sia avvale del filologico lettering di Diego Ceresa.
CLIC sulle immagini per ingrandirle e leggerle meglio.
La domanda che ci si pone, a questo punto, è la seguente: la profezia messa in bocca al Dottor Enigm, ripresa più volte in successive ristampe italiane dell’episodio di Topolino giornale, si deve esclusivamente all’adattatore (non certo “solo” traduttore) italiano del 1937, e in base a quali intuizioni, che in Italia si potevano avere “in più”, rispetto agli Stati Uniti?
Inoltre, chi poteva mai essere il geniale adattatore dell’epoca? Qualche bravo letterato e traduttore impiegato nella Casa editrice di Arnoldo Mondadori anche per altri testi, più impegnativi dal punto di vista sociale e scientifico?
A questa domanda, poiché la scoperta è divenuta “plateale” solo adesso (e per la maggioranza dei lettori lo sarà da lunedì) non c’è per il momento alcuna risposta. L’ipotesi che si tratti di un Guido Martina free lance già arruolato presso la Mondadori non convince.
Per una sua fattiva collaborazione in questo senso bisogna attendere almeno l’anno seguente; nel 1937, Martina sarebbe a Parigi a occuparsi di cinema.
E allora?
Gli appassionati di Disney troveranno, anche solo in queste vignette, almeno un’altra ragione per acquistare questa opera (sulla quale all’inizio della settimana comparirà in questo blog una pagina di FAQ, nel tentativo dii rispondere ai principali interrogativi dei suoi possibili acquirenti). Si tratta della possibilità di vedere il disegno originale del Mickey Mouse a strisce, ampiamente adattato nella sua versione italiana.
Prendiamo il personaggio stesso di Enigm.
Nella versione conosciuta in Italia, la sua pelle era “nera”, come quella di Topolino, Pippo, Orazio, o dello stesso Setter (presente in queste vignette).
Quando Romano Scarpa ricreerà il personaggio, nel 1959, crederà di essere lui a trasformare il colore la pelle di Enigm da nero a… rosa (o comunque chiara). L’artista veneziano ce l’aveva confidato nel corso di una intervista, con il giusto orgoglio dell’innovatore.
Tutti avevamo presa per buona la sua dichiarazione, avendo presente questa versione originale e italica di Enigm.
Da questa edizione degli Anni d’Oro di Topolino, scopriamo invece che Gottfredson aveva creato sin dall’inizio un Enigma “chiaro”.
Il Topolino della testata del giornale era stato disegnato da Antonio Rubino.