Pochi giorni fa, discutevamo in questo blog dello sciagurato, incosciente, dannoso, interessato e (per i cittadini) antieconomico ritorno al nucleare deciso dal Governo italiano.
Oggi, nell’anno 2010.
Roba da pazzi. Salta agli occhi una volta di più come chi occupa quelle poltrone, purtroppo, non rappresenti nemmeno su questo tema la popolazione del Paese, già dichiaratasi espressamente contraria alla scelta dell’energia nucleare con apposito Referendum.
Ma il reale parere del Paese, è cosa arcinota, è solo un fastidioso impiccio per chi, come sempre, si industria per plagiare l’opinione pubblica invece di ascoltarla.
Adesso che di fatto si impone il silenzio televisivo con la scusa della par condicio preelettorale, si moltiplicano in rete le prese di posizione contro il Governo, nei giorni in cui viene arrestato Angelo Balducci, presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici del Ministero delle Infrastrutture, vengono respinte le dimissioni di Ripassata Bertolaso, detto “il pontificatore di Haiti” (ma anche a L’Aquila, “il Re Sole“), e Massimo Ciancimino dichiara che la nascita di Forza Italia, partito dell’attuale Presidente del Consiglio, avrebbe avuto (se le sue parole fossero riconbosciute attendibili) la benedizione di Provenzano.
I link rimandano alla prestigiosa agenzia Reuters e a una notizia di Repubblica.
Sotto, il parere di Stefano Montanari, ricavato dal blog di Daniele Martinelli, dove si spiegano le vere ragioni dell’intenzione di costruire centrali che non funzioneranno nemmeno: fare soldi con la loro progettazione e la loro edificazione, esattamente come per il famigerato Ponte sullo Stretto di Messina che, per dirla con le parole di Don Luigi Ciotti, non unirà delle coste, bensì, delle co… (indovinate un po’ che parola ha usato).
A proposito della “banda” in questione, sono istruttive le centinaia di commenti sopraggiunti in un solo giorno sul pluriscandaloso Caso Bertolaso.
Istruttivo anche farsi un giro sul sito della bravissima Miss Kappa, che oggi, senza commentare, riporta semplicemente questo dialogo che ha scatenato decine di commenti (ed è stato citato anche al TG 3 e ad Annozero).
In questo clima di nodi che corrono in fretta alla ricerca del loro pettine castigatore, un inaffidabile Consiglio dei Ministri approva il decreto legislativo che disciplina la localizzazione e la realizzazione di nuove centrali nucleari.
Ma per non perdere voti, nessuno di costoro ci dirà – prima delle elezioni – in quali Regioni intendono costruire gli impianti.
Poi, l’attuale “maggioranza” rifilerà la patacca a tutti, compresi quelli che ingenuamente si sono schierati dalla loro parte. L’abbiamo già detto e potevamo risparmiarcelo, perché solo chi non vuol vedere non lo sottoscrive.
Esiste, per fortuna, una campagna contro questa scelta rischiosa; a questo proposito si può firmare un appello su www.nuclearlifestyle.it per chiedere ai candidati alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo di dire No al Nucleare.
L’opposizione delle Regioni è l’unica possibilità che abbiamo per fermare il ritorno del nucleare voluto da alcuni “camerati di merende”.
A proposito dell’argomento nel titolo di questo post, riporto una comunicazione ricevuta qualche ora fa, il cui contenuto può essere illuminante.
“Con il nucleare le bollette non si abbasseranno affatto, ma anzi cresceranno del
5%. Basta leggere le ricerche di importanti istituti finanziari come Moody’s per vedere che il prezzo medio dell’energia nucleare risulta più
costoso non solo di gas (+26%) ma anche dell’eolico (+21%)”.
Lo ha dichiarato il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli, che aggiunge: “Prima di fare alcune affermazioni, Berlusconi dovrebbe guardare i dati: il governo tedesco dal 1950 ad oggi ha speso circa 165 miliardi di
euro per sostenere il programma nucleare (dati ministero ambiente tedesco).
Significa che senza gli aiuti statali, ossia quelli che vengono dalle tasche dei cittadini, il nucleare non ha mercato”.
“Il governo continua a fare il gioco delle tre carte: da un lato elogia il nucleare, ma dall’altro non ha il coraggio di dire dove vogliono costruire le centrali nucleari per paura di un boomerang elettorale. Sfidiamo Berlusconi e Scajola a smentirci sui siti che noi Verdi abbiamo indicato come possibili e a dire, subito prima del voto per le regioni, dove vogliono costruire le centrali”.
Montalto di Castro (Viterbo), Borgo Sabotino (Latina), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Oristano, Palma di Montechiaro (Agrigento), Monfalcone (Gorizia) e Chioggia (Venezia).
Mentre l’ex centrale del Garigliano (tra Latina e Caserta) ospiterà il deposito nazionale per le scorie radioattive”.
In un post di qualche giorno fa, Cesare Milella indicava una lista di possibili siti pugliesi, che quindi nel gioco del Totocentrali, si aggiungono a quelli sgamati da Bonelli.
Erano otto siti potenzialmente idonei, fra cui Otranto, Ostuni, Porto Cesareo, Gallipoli, Lesina.
La vignetta riportata è di Arnald.