IL 19 SETTEMBRE LA STAMPA ITALIANA MANIFESTA SULLA LIBERTA’ D’INFORMAZIONE

El PaisIn Spagna, è la prima notizia della prima pagina della versione on line del quotidiano El Pais, preoccu-
pato per la nazione europea la cui aria è divenuta irrespira-
bile.
Nella speranza che il cancro non si espanda anche ad altri Paesi dell’Unione.
Cartoonist Globale porge la sua piena solidarietà al quotidiano L’Unità, al suo direttore Concita de Gregorio, alle giornaliste Natalia Lombardo, Federica Fantozzi, Maria Novella Oppo e Silvia Ballestra (scrittrice) oggetto del last (ma temo non least) attacco dall’uomo più ricco d’Italia, ormai visibilmente allo sbando (l’uno, e di conseguenza anche l’Altra, poveri noi!).

Vignetta di Altan  - 24.10 Solidarietà anche a Dino Boffo, che si è dimesso da direttore dell’Avvenire con una lettera inviata al cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. “Non posso più accettare una guerra sul mio nome”, ha scritto Boffo, affranto.
La notizia è arrivata qualche ora dopo l’autodifesa pubblicata sul quotidiano dei vescovi italiani sotto il titolo Dieci falsità: le deformazioni del Giornale e la realtà dei fatti. Un testo che aveva cercato di chiarire la vicenda giudiziaria del 2002 tirata fuori ad arte, per ripicca e per tentare di infangare la reputazione dei Vescovi (rei di aver giustamente – a mio avviso assai tardivamente – criticato il Grande Corruttore). L’infame campagna era stata ordita, come si ricorderà, dal quotidiano diretto da Vittorio Feltri, recentemente riconfernmato alla guida direttamente da Berlusconi, ciò in palese violazione della legge Mammì sull’editoria. Feltri lo confessato pubblicamente che non è stato Paolo Berlusconi a chiamarlo sostituendolo a Belpietro, quindi, se non prende anch’egli il vizio di smentire quello che dice un attimo dopo averlo detto, a imitazione del premier… Chi ne ha gli strumenti indaghi.
Qui il testo integrale della lettera: Un attacco capzioso e feroce. Qualcuno dovrà spiegare.
Un passo significativo:
“E domando: se si fa così con i giornalisti indipendenti, onesti, e per quanto possibile, nella dialettica del giudizio, collaborativi, quale futuro di libertà e di responsabilità ci potrà mai essere per la nostra informazione?
“Quando si andranno a rileggere i due editoriali firmati da due miei colleghi, il ‘pro’ e ‘contro’ di altri due di essi, e le mie tre risposte ad altrettante lettere che ‘Avvenire’ ha dedicato durante l’estate alle vicende personali di Silvio Berlusconi, apparirà ancora più chiaramente l’irragionevolezza e l’autolesionismo di questo attacco sconsiderato e barbarico”.

Tra le altre contestazioni, viene anche giudicata diffamatoria dai legali del Telepremier la ricostruzione dei rapporti tra gli ambienti vicini a lui (il cortese Gianni Letta e suoi gentili servitori) e le gerarchie vaticane, affinché queste ultime assumessero un atteggiamento indulgente nei confronti del datore di lavoro di Previti.
“Diffamatoria” è stata valutata da un legale di Citizen Berlusconi anche la ricostruzione dei rapporti tra Rai e Mediaset in funzione anti-Murdoch (gira che ti gira, la questione dei soldi e della proprietà delle televisioni torna sempre a galla). Da ridere è che venga contestata a L’Unità anche la citazione di battute di Luciana Littizzetto a proposito dell’uso, da parte del telepremier, di “speciali accorgimenti contro l’impotenza sessuale”.

Fantastico.
Oltre ai giornali, così, si dà un insegnamentino anche ai comici: guai parlare di questi temi, da anni sulla bocca di tutti.
Involontaria umorismo trapela dalle argomentazioni scritte dal legale per motivare questa contestazione, forse indirizzate a nuora affinché suocera (le escort future?) intenda:
“Affermazioni false e lesive dell’onore” del premier del quale “hanno leso anche la identità personale presentando l’on. Berlusconi come soggetto che di certo non è, ossia come una persona con problemi di erezione”.
Era importante fugare questi dubbi, smentendo così le affermazioni dello stesso segno di quelle della Littizzetto fatte pubblicamente tempo fa da Vittorio Feltri, il quale invece non è stato querelato?

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“My Favorite Way” by Black Drawing Chalks (OFFICIAL) from Marck Al on Vimeo.

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Di seguito, qualche passo dell’appello dell’Unità ai lettori.
“Le argomentazioni contenute nei due atti di citazione sono formalmente dirette a dimostrare che l’Unità ha colpito la reputazione di Berlusconi, ma nella sostanza delineano un illecito non previsto dal nostro ordinamento: quello di lesa maestà“.
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A parte quest’ultimo atto intimidatorio di afrore stalinista, tra le tante manifestazioni che intraprenderanno da ora in poi i “giornalisti italiani non venduti”, si comincia con quella indotta il prossimo 19 settembre.
Si svolgerà a Roma sul tema della difesa, con arma bianca fra i denti, della libertà d’informazione massacrata quotidianamente dal premier, dalle sue reti, dai suoi giornali, dai suoi mastini sguinzagliati ad azzannare chi gli fa le pulci, laici o ecclesiastici che siano.

Lo ha deciso la segreteria della Fnsi (Federazione nazionale della stampa), riunitasi già il 2 scorso per stabilire appunto le modalità dell’iniziativa, che riunirà sindacati e mondo del lavoro.
«C’è un allarme – dice la Fnsi in una nota – che sta diventando molto alto nel Paese. Non è la prima volta che è stata necessaria la mobilitazione anche contro governanti di segno diverso da quello attuale, ma oggi si sta vivendo una fase di grande delicatezza con attacchi senza precedenti. Non solo disegni di legge bavaglio, ma anche azioni forti in sedi giudiziarie e manifestazioni pubbliche che hanno l’oggettivo risultato di costituire una minaccia per chi fa informazione ritenuta non gradita. L’informazione non si farà mettere il guinzaglio».

Tanto per portare ancora un po’ avanti la deriva della democrazia sino alle conseguenze estreme, oggi il premier ha querelato l’Unità.
L’impegno quotidiano è stato assolto.
Ieri si era scagliato contro l’Europa, suscitando prima lo sconcerto, poi l’ironia e la compassione dei parlamentari europei, che hanno avuto un’ulteriore conferma sullo stato di cialtroneria misto ad aspirazioni dittatoriali circolanti nei nostri banchi. Due giorni fa aveva scatenato l’impeccabile, imparziale, indipendente, specchiato Vittorio Feltri a infangare il giornale dei Vescovi, qualche giorno prima se l’era presa con La Repubblica.
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Anche Antonio Di Pietro. Sul suo blog, sostiene che siaè giunta l’ora che il parlamento discuta se Silvio Berlusconi ”possa rappresentare ancora il paese con la piena facoltà di intendere e volere”.
”I segnali che arrivano ogni giorno – secondo Di Pietro – sono a dir poco allarmanti e si fa strada in me la convinzione che sia davvero necessaria una perizia psichiatrica per un uomo da quale dipende il destino dell’Italia”.
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Di Pietro, azzeccatamente cita ”segnali di questa possibile instabilita”’, come la ”vicenda delle escort”, le ”reazioni scomposte di fronte a contestatori di piazza”, le ”sparate sui magistrati” gli ”attacchi alla stampa, ai quotidiani Avvenire e La Repubblica”.

Di Pietro critica poi ”le dichiarazioni sulla crisi e su quel forzato ottimismo, l’intenzione di affrontare le manifestazioni studentesche con lapolizia, l’accoglienza a Gheddafi, l’attacco ai portavoce dell’Ue, la minaccia di bloccare il Consiglio europeo e chissà oggi cosa ci riserva”.
”Pertanto ritengo necessario – conclude Di Pietro – che in Parlamento si affronti il nodo di fondo di questa vicenda umana: la necessita’ urgente di valutare, prima che faccia altri danni, se Silvio Berlusconi possa rappresentare ancora il paese con la piena facolta’ di intendere e volere. Dopotutto si tratta di raccogliere l’appello di sua moglie che sicuramente lo conosce bene”.
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In chiusura, ringrazio il sacerdote genovese Paolo Farinella per aver suggerito la visione del video qua sopra definendolo “esilarante e strabiliante e perverso e mistificante e pazzesco.
Vedetelo e ascoltatelo fino in fondo e non perdete nulla perché è un monumento alla disonesta immoralità di uno che sta offendendo il mondo intero.”
Grazie, Don Paolo!
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La vignetta con il bananiere è ovviamente dell’amico Altan (© Quipos).

  • Luca Boschi |

    Riporto, per dovere di cronaca e per completezza d’informazione, il comunicato della Direzione de l’Unità sull’infame vicenda.
    Volentieri riporto il titolo, azzeccatissimo, del comunicato: COME IL FASCISMO
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    Le argomentazioni contenute nei due atti di citazione (nelle foto: le copertine dei due numeri del giornale “incriminati”) sono formalmente dirette a dimostrare che l’Unità ha colpito la reputazione di Berlusconi, ma nella sostanza delineano un illecito non previsto dal nostro ordinamento, quello di lesa maestà.
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    Il legale del presidente del Consiglio contesta le nostre opinioni politiche, le nostre valutazioni (peraltro condivise da opinionisti di altri giornali nazionali e internazionali e comunque attinenti alla libera manifestazione del pensiero tutelata dall’articolo 21 della Costituzione) sui rapporti tra la maggioranza e il Vaticano. O i giudizi sui comportamenti privati del premier e sulla loro compatibilità col suo ruolo pubblico.
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    Viene addirittura qualificato lesivo della onorabilità del premier il fatto di aver riportato giudizi espressi pubblicamente da Veronica Lario attorno alle sue condizioni e alle sue frequentazioni con minorenni. Persino l’opinione di una scrittrice come Silvia Ballestra viene inserita nell’elenco delle affermazioni non pubblicabili.
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    Un passo dell’atto prodotto dal legale del premier riassume bene il senso complessivo dell’iniziativa. “Si è scritto, spacciandolo per vero, che ‘tutto’ sarebbe stato ‘nascosto ‘ manipolando l’informazione attraverso le televisioni. E che il dottor Berlusconi non solo avrebbe tale controllo ma addirittura ne avrebbe abusato e continuerebbe ad abusarne in danno del servizio pubblico Rai e per i suoi interessi personali (che sarebbero una sorta di guerra contro Sky). Il che, come quant’altro divulgato dall’Unità, è mera invenzione”.
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    In definitiva, è “diffamatorio” anche dire che Berlusconi controlla l’informazione in Italia.
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    Viene contestata la “illiceità” di due interi numeri del giornale in tutte le loro parti che si riferiscono al presidente del Consiglio e, attraverso il combinato disposto di articoli e commenti, diventa “diffamatoria” una linea politica e una visione del mondo.
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    Non è possibile, nei due atti di citazione, trovare nulla che riguardi il merito delle affermazioni contestate. Né, quindi, ci viene data la possibilità di dimostrare che esse sono fondate su dichiarazioni pubbliche (addirittura fatte da parlamentari della Repubblica un tempo legatissimi al premier, come Paolo Guzzanti) o su dichiarazioni già acquisite dall’autorità giudiziaria (come quelle della D’Addario) e diffuse da tutta la stampa mondiale.
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    E questo chiarisce le ragioni della scelta della sede civile e la richiesta di un risarcimento esorbitante.
    E’ evidente che Silvio Berlusconi, come già il fascismo, vuole chiudere il giornale fondato da Antonio Gramsci.
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    Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per impedirlo. Lanciamo, ai nostri lettori e a tutti i democratici, un appello perché si mobilitino a difesa della libertà di stampa.

  • Silvio (mi vergogno di questo nome, ma...) |

    Che si dice all’estero?
    “Il risultato (dell’attacco del Giornale all’Avvenire) è uno scontro aperto tra la Chiesa e Berlusconi. Un simile raffreddamento di relazioni segnò l’inizio della fine per il precedente governo di centro-sinistra italiano”.
    Questo è la previsione del settimanale Economist, nel numero che va in edicola domani (oggi, se leggete di venerdì).
    La prestigiosa testata britannica, considerata il primo vero settimanale globale al mondo, con un milione e mezzo di copie vendute in tutti i continenti, paragona insomma lo stato dei rapporti tra Berlusconi e la Chiesa a quello che precedette la caduta del governo di Romano Prodi.
    Il settimanale fa questa analisi all’interno di un articolo intitolato: “Superman colpisce ancora”, centrato sui crescenti problemi del premier italiano nei suoi rapporti con il mondo cattolico, l’Unione europea e i giornali di opposizione o stranieri.
    Speriamo che il settimanale abbia fatto centro e che, alla faccia di chi grida “ipocriti” senza aver nulla nel cervello (e non perché è di destra, sia ben chiaro, perché ha il cervello vuoto) possiamo porre una pietra tombale definitiva, magari con tintinnio diffuso di manette, su quest’obbrorio ammorbante.
    Un caro saluto, amici!
    Silvio

  • Daniele Tomasi |

    Geroboamo, specifico due cose del mio pensiero:
    -la congrega di persone a cui mi riferivo e’ al pari suo. Io ritengo che non esiste una persona che fa da solo, ma le cose vengono fatte da un gruppo, di cui uno, per sua iniziativa o perche’ spinto da altri, mostra la faccia ma non significa che sia al di sopra degli altri. Il caimano ha iniziato la sua avventura politica in compagnia dei suoi alleati in affari, non ha fondato da solo il suo partito, ma essendo quello piu’ conosciuto e stimato dall’opinione pubblica (visto come un imprenditore che dava lavoro a tanti e che aveva creato tre televisioni con tanti programmi di successo, sempre sorridente e ben vestito) e con la capacita’ dialettica del venditore, era la persona con le maggiori possibilita’ di figurare come “la personificazione del partito che rendera’ l’Italia il Paese di Bengodi”. Ma non significa che abbia maggiori responsabilita’ rispetto agli altri fondatori del suo partito (tanto per dirne uno, Dell’Utri). A fianco a questi, ma un gradino sotto, stanno quelli (come il presidente dei senatori che hai citato) che sono arrivati in un secondo momento e lo hanno appoggiato per le motivazioni che hai detto, e che assieme hanno disposto tutti i portaborse. Ecco perche’ sono pessimista, proprio perche’ i suoi pari rimarranno, qualora il caimano dovesse perder tutto, perche’ non se li trascinerebbe con lui;
    -il mio parere negativo sul caimano e sui soci che ritengo responsabili quanto lui non sta tanto nelle azioni politiche intraprese (azioni politiche generiche, non certo per quelle specifiche come le leggi ad-personam), ma nel fatto che non ritengo, per i suoi/loro trascorsi giudiziari, abbiano diritto al posto dove stanno, alle cariche che ricoprono, ai soldi che si intascano, alle gigantesche pensioni che prenderanno, e soprattutto al non aver fatto seriamente i conti con la giustizia. Ripeto, non la legge, ma la giustizia, quel concetto teorico per cui chi ha fatto del male a delle altre persone deve assumersene le responsabilita’. Concetto che la legge dovrebbe supportare, ma essendo disuguale per tutti, non puo’.
    DanieleTomasi – http://danieletomasi.blogspot.com

  • Geroboamo l'opinionista |

    Daniele, pur pessimista, ha capito tutto.
    Anche quando giustamente il massimo colpevole dell’attuale sfascio se andrà, trascinato con gli argani dalla sedia alla quale è incollato (il potere si abbarbica alle poltrone, con i suoi tentacoli di piovra), oppure trascinato altrove da un infarto, o da un ictus, ci sarà tutta quella palude di ometti, omuncoli e omicchioli che nei liquami hanno prosperato a continuare a rendere mefitico il clima per noi poveri italiani.
    L’Italia è condannata a stare fuori dalla storia.
    Condannata da quasi metà dei suoi stessi elettori, trattati lobotomicamente.
    Ci sono degli scherani che qualsiasi cosa accada, pur di restare attaccati alle seggiole, e di succhiarci denari, le studieranno di tutti i colori.
    E’ notizia di oggi quanto sostiene (BLEAURGH!) Gasparri, a Frascati: “Non so cosa farà la consulta ma in qualche modo troveremo la soluzione. Avendo un consenso forte supereremo un eventuale vizio negativo. Troveremo un avvocato, un Ghedini o un Ghedoni, che troverà un cavillo”.
    Così il pessimo presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri, ex missino, nel corso della Summer School del partito libertino risponde a una domanda sull’ipotetica bocciatura del ‘lodo Alfano’ da parte della Consulta.
    L’importante, per lui, è che l’imperatore del male continui a imperare indisturbato al di là della legge. Perché sa che in tal modo anche quelli come lui avranno soldi, potere e passaggi televisivi nelle TV vendute a volontà.
    Altrimenti, dovranno industriarsi per imparare un mestiere: maniscalco, manicure, custode di scuola elementare, svuotatore di fogne.

  • Daniele Tomasi |

    Nonostante questo pessimismo, proprio perche’ credo nella coscienza pulita di una parte della popolazione non ritengo acettabile questa dittatura strisciante.
    E’ una forma di dittatura l’imposizione di questo clima di terrore nei confronti di chi non e’ allineato, e’ una forma di dittatura proprorre l’uso della forza contro le manifestazioni di piazza. e’ una forma di dittatura determinare che la legge sia sempre piu’ disuguale per tutti, e’ una forma di dittatura cercare di minare l’Unione Europea. Con dichiarazioni come: “Questa è una cosa che non si può accettare, perchè si danno alle opposizioni di ogni Paese delle armi di polemiche che invece non esistono” (S.Berlusconi, Settembre 2009) che e’ la frase finale di una dichiarazione riportata qui http://www.lastampa….it/redazione/cmsSezioni/politica/200909articoli/46946girata.asp e che rende chiaro che Berlusconi vuole la dittatura sia in Italia che in tutta Europa!!!
    DanieleTomasi – http://danieletomasi.blogspot.com

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