Ebbene, il valente Giulio Bonatti, che interviene talvolta nei commenti di questo blog, ha avuto la sventura di essere “mio allievo” a vari corsi e ricorsi alla Scuola Internazio-
nale di Comics. “Alla Comics”, come tutti la chiamano confidenzial-
mente. Sotto, potete vederlo himself durante un’intervista girata a Piacenza qualche mese fa nella quale presenta una pubblicazione a fumetti da lui inventata (e gestita) a forma di cubo: ogni facciata una vignetta, con possibiltà di finali alternativi, come le celebri “storie a bivi” ideate dall’ingegnoso Bruno Concina e i libri illustrati dell’etichetta Bantam. Durante il dialogo, l’intervistatrice non si risparmia e confonde il professor Ernő Rubik (dell’omonimo cubo “componibile”, docente di architettura e scultore ungherese) con il regista di 2001 Odissea nello spazio Stanley Kubrik.
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Giulio così presenta la fanzine Katlang!, realizzata da lui e da svariati suoi colleghi (in pratica, è l’intervista che prosegue):
“Noi di “Katlang!”, stiamo partecipando a tutte le varie fiere e fierettine che i nostri impegni ci consentono di seguire.
Abbiamo anche ricevuto un paio di piccole recensioni su Lo Spazio Bianco, per Toilet e Cartolina, il link alle quali si trova sul nostro blog (nella colonna di destra).
Ci siamo oramai da tre anni ed ora che ci siamo abbastanza consolidati come gruppo, stiamo cominciando a sperimentare. Riflettendo sul concetto di “autoproduzione” siamo arrivati alla conclusione che, a parte il problema prettamente economico dell’autoprodursi, abbiamo, potenzialmente, alcuni punti di forza.
Innanzi tutto siamo gli editori di noi stessi, nessuno ci dice cosa dobbiamo fare, il che ci assicura una notevole libertà che non troveremmo altrimenti.
Non siamo legati ad un formato (possiamo fare i fumetti a cubo…) né alle normali logiche editoriali.
Un altro punto che possiamo volgere a nostro vantaggio è l’alto grado di artigianalità. La copertina di Cartolina, ad esempio, l’ho ritagliata in A4 con le mie mani, rilegandola con uno spago. il costo di produzione di 100 riviste è stato di appena 30 euro, il che ci ha consentito di tenere assai basso il prezzo e l’aspetto della rivista ha un che di “fatto in casa” che, a parer mio, ha un forte impatto empatico ed incuriosisce il lettore in cerca di un’alternativa rispetto al tradizionale fumetto da edicola o libreria.
Un altro punto è il fatto di essere “antologici”.
Le antologie sono sempre più rare, perchè editorialmente sconvenienti in un mercato come quello italiano, in cui una casa editrice si sorregge spesso su alcuni autori forti per sopravvivere. E quindi sono le autoproduzioni che, avendo a disposizione molti disegnatori, riescono a tirar su una rivista antologica molto più facilmente, in poco tempo e con più voglia.
Noi, in particolare, ci diamo un tema ad ogni albo.
In Toilet le storie sono dedicate al più intimo di tutti gli ambienti, il bagno, mentre in Avatar ogni storia è un personale punto di vista sulla propria esperienza con i social network.
Cartolina, invece contiene due storie molto diverse, spezzoni di esperienze, idee e pensieri che, messi insieme, sono come una lettera che parla, in definitiva, di me.
Per noi, come per molti altri esordienti, l’autoproduzione è una grande palestra ed un’ottima vetrina. Pamela Poggiali e Stefania Aquaro, note anche come BKiss, dopo aver pubblicato una storia nel primissimo numero di Katlang!, sono state notate da Francesco Ciampi, che le ha arruolate come disegnatrici per un suo libro (ovvero, 8/1/2075) insieme a Burchielli.
Uno svantaggio è la distribuzione, che avviene solo nelle fiere o in conto vendita in qualche libreria. A questo punto, però, avendo un contatto così diretto sul pubblico, perchè non sfruttarlo?
Per Lucca abbiamo in programma di realizzare un grande rotolo di tavole a fumetti, tutte storie autoconclusive da una pagina, messe in serie. Chi verrà potrà acquistare questo fumetto, al metro, tagliato di fresco davanti ai suoi occhi ed imbustato, come se fosse un pezzo di stoffa o un etto di prosciutto. Storie all’ingrosso.
Una cosa del genere non sarebbe possibile con le strip su internet.
Un fumetto, come e forse più di un libro, è importante anche in quanto oggetto. Al di là dell’intimità che produce l’aver fra le mani un oggetto, poter infilare i naso fra le pagine ed isolarsi completamente, c’è il fatto che le autoproduzioni sono, spesso, oggetti particolari e difficili da reperire, il che ne aumenta notevolmente il fascino. Chi, poi, non vorrebbe sperare che l’autore della fanzine appena comprata non sia destinato, magari, a diventare un grande autore, così da avere fra le mani un pezzo da collezione?
Per quanto ci riguarda, beh, Speriamo!
Oltre al fumetto al metro, stiamo portando avanti progetti personali per Katlang! che dovrebbero uscire per Lucca. ci saranno varie cose, sempre con un occhio verso queste idee, ma è ancora tutto in fase di definizione.
Aggiorniamo periodicamente il nostro blog (katlang.blogspot.com), per informare su ogni novità.”
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La chiacchierata avrebbe potuto chiudersi qui, ma già che ci siamo, in un contesto di crisi (negata dall’alto) come quello in cui versa la povera Italia, edizioni fumettistiche comprese, non potevamo esimerci dal domandare a chi lo sperimenta sulla propria pelle, come sia attualmente la situazione delle fanzines e dei monografici in autoproduzione.
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“Sono ottimista. SelfComics e Monipodio hanno chiuso i battenti dopo cinque anni di attività, ma sono arrivati Ernest, Epoc, Fumetti Disegnati Male, Toc, i Superamici, Lamette e tantissimi altri, grandi e piccoli, alternativi e non.
Le fiere più importanti cominciano a dare spazi, come la Self Area a Lucca e La Stanza a Napoli, il Fullcomics a Piacenza concede spazi a prezzi economici per le autoproduzioni.
C’è di che esser contenti.”