MILO MANARA E SEI GIOVANI ARTISTI A ETRUSCOMIX

Manara_Etruria

Dal 30 giugno al 25 ottobre, il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia propone al pubblico un evento ideato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per l’Etruria meridionale, realizzato con la partecipazione della Regione Lazio, organizzato da Civita e Napoli COMICON.
Il suo nome è Etruscomix e coinvolge sei fumettisti, alloggiati in apposite Residenze d’Artista, che rievocano con le loro tavole inedite le bellezze di un territorio ricco di storia e suggestioni: l’Etruria.

I fumetti, con le loro storie, sono frutto della fantasia di giovani artisti e dialogano armoniosamente con i reperti archeologici del Museo.
Manifesto simbolo della mostra è la tavola realizzata da Milo Manara, illustratore e autore di storie a fumetti noto in tutto il mondo per il fascino sensuale delle sue tavole i cui pregi non staremo a decantarvi qui.

Durante il periodo dell’iniziativa, verrà presentato il volume che raccoglierà le storie inedite a fumetti in una pubblicazione coordinata da COMICON ed edita da Black Velvet nella collana Altrevisioni.

I sei fumettisi, Francesco Cattani, Marino Neri, Paolo Parisi, Michele Petrucci, Alessandro Rak e Claudio Stassi hanno concentrato la loro attenzione su tre luoghi: appunto il già citato Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, la Necropoli della Banditaccia di Cerveteri e la Necropoli ed il Museo di Tarquinia.
Sotto potete vedere una tavola-esempio di ciascuna storia in anteprima, grazie a loro e al solerte Antonio Iannotta, che mi ha spedito il tutto.

In ordine di discendente, sono tavole appunto di Francesco Cattani, Marino Neri, Paolo Parisi, Michele Petrucci, Alessandro Rak e Claudio Stassi.

Questi autori, che sono stati invitati due per ogni sede prescelta, si sono immersi per una settimana, fisicamente e metaforicamente, nella cultura e nei luoghi dell’Etruria; il periodo di residenza e lo studio delle sedi hanno suscitato in loro la scintilla creativa per ideare fumetti inediti, ispirati dall’enorme bagaglio storico e culturale col quale sono stati in contatto.

Nelle sedi di Cerveteri e Tarquinia, le stesse immagini in mostra a Roma, saranno riprodotte su pannelli per esterno ed inserite nel percorso archeologico, contaminando in maniera artistica il percorso di visita, che in alcuni punti chiave mirerebbe a far rivivere ai visitatori le stesse sensazioni provate dall’autore.

INFO
Sede della mostra: Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
Orari: tutti i giorni 8.30-19-30. Lunedì chiuso. Ultimo ingresso ore 18.30.
Biglietto: euro 4,00
Tel. +39 0632810

Cattani
Neri
Parisi
Petrucci
Rak
Stassi

  • Willi |

    Be’, dai, non esageriamo, non necessariamente tutto il diverso è bello. Ci sarà diverso bello e diverso brutto, no? O comunque potrà essere questione di gusti, no?

  • Michele |

    Elitari? Sperimentali?
    Ad ogni modo diversi…
    Sono dell’idea che la diversità sia fonte di ricchezza per l’arte in generale.
    Invece in questo paese sembra sempre più che la diversità sia da contrastare.
    E allora allineiamoci tutti. Un unico stile grafico, magari imposto dall’alto.
    Che tristezza…
    Michele

  • alino e Claudio |

    Caro Giovanni,
    ti rispondiamo per quanto ci riguarda, probabilmente siamo i più titolati a farlo, avendo scelto sia Manara che tutti i 6 autori coinvolti, in quanto curatori del progetto.
    Senza entrare nel merito di una diatriba sullo stile di disegno che secondo noi rientra solo nell’ambito del gusto personale, ci teniamo a sottolineare un paio di punti che dimostrano come la tua analisi sia stata, se non ingiusta, perlomeno affrettata…
    Manara è senza dubbio l’autore, in attività, più rappresentativo del fumetto italiano, oltre 40 anni di carriera, praticamente da subito ad altissimo livello, consacrazione e collaborazioni varie a livello internazionale ed una padronanza tanto del disegno illustrativo che della pagina sequenziale, lo hanno fatto lavorare sia per la pubblicità, che per la stampa oltre che, ovviamente, nella produzione a fumetti.
    Accanto a lui, sfido chiunque a non sfigurare, a prescindere dal tipo di carriera e preparazione, soprattutto se hai meno anni di quanti lui ne abbia passati sul tavolo da disegno…
    Tra l’altro, la sua illustrazione, splendida, è stata commissionata e utilizzata come manifesto e linea guida di tutto il progetto, quindi è di per sé uno strumento che voleva e doveva essere efficace da solo.
    Molto diversa è l’efficacia delle pagine di un fumetto (disegni + testo), che devono raccontare una storia. Ed il compito dei sei disegnatori era anche alquanto arduo, dovendo condensare in sole 8 pagine, dopo una residenza di una settimana nei luoghi coinvolti, una storia secolare come quella del popolo etrusco.
    Come fare quindi a paragonare un’illustrazione, nata per comunicare in un sola occhiata, e otto pagine di storia a fumetti, che invece devono comunicare nel passaggio da una pagina all’altra, nello scorrere del testo parlato e di quello narrato, nei silenzi delle vignette mute, nei dettagli disegnati e negli spazi bianchi tra una vignetta e l’altra?
    E qui veniamo al secondo punto che non torna: come hai fatto tu, dando un occhio ad una sola pagina per autore, a bollare i sei come “sperimentali” o addirittura “acerbi”? Hai paragonato quell’unica pagina all’illustrazione di Manara? Ingiusto… Hai stabilito che come fumettisti non fossero all’altezza, ma non hai letto i loro fumetti? Affrettato…
    Francamente però, e qui lo diciamo come curatori e quindi anche come garanti nei confronti del Museo di Villa Giulia della scelta degli autori, non possiamo proprio accettare che dei professionisti, con all’attivo già svariati libri a fumetti, e uno stile personale già formato, oltreché forte, vengano trattati così, sulla base di una rapida occhiata ad una pagina estratta da un contesto progettuale molto articolato.
    Potresti leggere il libro, che tra poco andrà in distribuzione per Black Velvet, e poi dare un giudizio nel merito del loro stile, e come dicevamo all’inizio, potresti trovarlo inadeguato, ma unicamente per il tuo gusto… anche se, poiché la scelta che abbiamo fatto è stata così eterogenea per stile di tratto e carattere nella narrazione, siamo sicuri che almeno un paio ti piaceranno per forza.
    Facci sapere.
    alino e Claudio

  • Valerio |

    Mah, Giovanni, io credo che molti disegnatori giovani, per la loro formazione culturale si esprimono così, non possono essere tutti quanti bonelliani.
    Questa è una linea comune anche a lavori di altri paesi (Francia, Canada, anche Spagna).
    Certo, siamo lontani dai geni di Metal Hurlant etc. ma quelli erano disegnatori consumati con alle spalle vari anni di attività nel fumetto seriale.
    Io penso che trattandosi di una mostra vadano bene questi artisti proprio perché sono più vicini all’arte figurativa (astratta, moderna… che termine si dovrebbe usare per definirla?) che al fumetto.
    Un discorso simile, ma anche differente nello stesso tempo, potrebbe valere per Dino Battaglia e Sergio Toppi, molto “artisti”.
    Quest autori somigliano un po’ tanto a quelli elitari del Centro Andrea Paz.
    Ciao,
    Valerio

  • Giovanni L. R. |

    Il livello diverso di Milo Manara rispetto agli altri giovani fumettisti balza immediatamente agli occhi.
    Tanto bravo e classico è lui, altrettanto “sperimentali” (vogliamo dire così?) e purtroppo “acerbi” fumettisticamente parlando sono loro.,
    Naturalmente non voglio offendere nessuno con questa mia valutazione.
    Però mi sembra sotto gli occhi di tutti il grande divario.
    Lo dice uno che non ama affatto lo stile che va per la maggiore sui graphic novel italiani. e questo potrebbe anche essere un pregiudizio. Ma per me il fumetto dev’essere chiaro, comprensibile, invogliare alla lettura specialmente se gli argomenti sono difficili o complicati.
    Mi sembra che questi stili grafici (con loro identità, per carità) invece cerchino di spingere il lettore a chiudere i libri, a disertare le mostre.
    Oddio, certe tavole magari sono belle da vedere esposte in una galleria d’arte. Ricordano incisioni su linoleum o qualcosa di simile. Ma c’è una bella differenza con le tavole dei graphic novel di Will Eisner o anche di Hugo Pratt (“Una ballata del mare salato”) e anche di autori come Seth, per citarne uno dei più giovani, o Ivan Brunetti…
    Infine, penso anche che le scuole di comics dovrebbero allontanare gli studenti da questi stili grafici, mentre temo che in qualche caso possano incoraggiarli.
    C’è bisogno di comunicazione e non di girigogoli artistici, quelli stanno da un’altra parte.
    Ognuno è libero di fare quello che vuole, intendiamoci, ma non credo che con queste grafiche si riesca a raccogliere molti consensi, ad allargare l’area di giovani lettori di fumetti.
    Se mi porterete argomenti validi per confutare quanto sostengo, sarò lieto di ascoltarli e usarli come pietra di confronto.
    Grazie, scuate e lunga vita all’arte di Milo!
    Giovanni

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