Seconda parte, con le notizie odierne che confutano quelle di ieri: in una conferenza stampa a Los Angeles, il portavoce del Coroner della Contea, Craig Harvey, escludendo che la morte sia sta provocata da un trauma esterno o da una caduta, ha indicato che le cause esatte della morte saranno note solo “fra quattro-sei settimane”, al termine di nuovi esami supplementari.
[l’immagine sopra: Michael Jackson and Bubbles, dello scultore Jeff Koons (porcellana, © 1988)]
Mentre (probabilmente) vi ripassate l’inizio della featurette Captain Eo, prodotta dalla Walt Disney nel 1986 per mostrarla nei parchi (Walt Disney World e più tardi EuroDisney), in 3D con occhialini, riprendo il discorso interrotto nel post precedente. Mark Evanier era stato arruolato per gettare le basi di questa serie animata (non andata in porto) perché Michael aveva simpatia per Richie Rich, della cui serie televisiva lo sceneggiatore californiano era stato story-editeor.
Evanier ricordava che Michael gli faceva queste “confessioni” sui fumetti e i cartoons mentre lo accompagnava nella sua proprietà, mostrandogli giostre, attrazioni alla Gardaland e il suo llama pascolante.
“I love Richie Rich.”, dichiarò a un tratto Michael, con convinzione. E Evanier replicò con la stessa frase che a chiunque sarebbe balzata in mente: “Michael, you are Richie Rich.”
Sulla morte di Michael Jackson, da Los Angeles precisa Lexi Amberson, che ha letto la prima parte di questo omaggio di Cartoonist Globale alla popstar:
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Leggendo il tuo pezzo su Michael Jackson ho visto che chi commenta quasi si stupisce per la presenza della polizia di Los Angeles sulla scena del “misfatto”. Ma non c’è nulla di misterioso in questo. Il Dipartimento di Polizia non ha fatto altro che seguire una procedura che qui è normale.
Al Dipartimento sono infatti arrivate due telefonate distinte: una dall’abitazione di Jackson (fatta presumibilmente da un responsabile del Los Angeles Fire Department mentre il cantante veniva messo sull’ambulanza) e una dall’ospedale. E siccome la causa della morte non è stata accertata al di là di ogni dubbio, la prassi vuole che il Dipartimento svolga un’indagine, che verrà chiusa (a meno di sviluppi imprevisti) non appena il Coroner della Contea avrà stabilito la causa del decesso.
Ma tutto questo è lo svolgimento normale e non riguarda soltanto le celebrità. E’ così per qualsiasi caso in cui la causa del decesso non è accertata.
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Grazie, Lexi, da queste parti le procedure di colà non sono affatto chiare; si tratta quindi di un atto d’ufficio.
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Ciò detto, proseguiamo la carrellata di memorabilia (anche se la definizione in questo caso non è del tutto appropriata) cin un paio di partecipazioni di Michael Jackson alla serie di Matt Groening e compagni The Simpsons.
La gialla famiglia piaceva a Michael, soprattutto il personaggio di Bart, per il quale contribuì a scrivere il brano
Do the Bartman insieme a Bryan Loren: Ma l’ex Re del pop non ricevette alcun credit nella trasmissione, perché sotto contratto altrimenti, con un’altra etichetta discografica. Fu lo stesso Michael a chiamare il produttore dello show per offrire la sua collaborazione.
In un’altra occasione, eccolo a fornire la sua voce per augurare buon compleanno a Lisa.
Il pezzo animato in questione, forse, non sarà “ben fruibile” da tutti per ragioni di programmi o connessioni.
Se così è, chi ha difficoltà passi direttamente oltre…
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… e oltre troverà l’apporto dell’animatore inglese Will Vinton che, con i sui pupazzi in plastilina e materie varie, realizza delle sequenze in animazione 3D (atipica e ante litteram) per Moonwalker, con Michael in persona.