Un cabarettista di talento diceva qualche giorno fa in TV: l’acqua è come Michaal Jackson. Incolore.
Sulla stessa rete, ieri sera, il grande cantante, compositore e dancer dalla vita non certo felicissima veniva ricordato con altri toni, mentre
una ridda di notizie piuttosto sconclusionate e contraddittorie si rincorreva sulle reti televisive USA. Per un TG era morto, per un altro, contemporaneo, ancora in coma… Per la CNN, mentre l’anchor-man Wolf Blitzer lo dava “vivo ma in coma”, il serpentone delle notizie gli strisciava sulla pancia statuendo, una volta per tutte: Michael Jackson dead.
Con lui, fino all’ultimo, non si sapeva mai come stesse sul serio ciò che lo riguardava. Pedofilo o vittima di succhiadenari, santo o demone, testimone di Geova (lodato dagli scocciatori della domenica mattina che regolarmente mi suonano alla porta per vendermi Svegliatevi!… “E non ce n’era bisogno, replico io: mi ero già organizzato con la suoneria del cellulare!”) o rinnegato per essere stato zombie nel video Thriller…
Dal punto di vista del Cartoonismo Globale, su di lui una cosa si può affermare con sicurezza: Il “Re del Pop” era un appassionato di disegni animati (vedi sopra la sua foto con Ward Kimball e sua moglie Betty, davanti a una parte della collezione di locomotive del grande animatore) e di fumetti.
Vari mesi fa ho postato, qui, un video che lo ritraeva durante una visita allo studio di Stan Lee, grande fan dei supereroi Marvel. Sotto trovate un altro momento di quell’incontro, girato con mezzi di fortuna, ma degno di nota.
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A Michael piaceva anche Richie Rich, il personaggino creato decenni fa da un grande disegnatore americano che attualmente lavora con il disneyano Francesco Guerrini (non anticipo altro, leggerete la notizia in questo blog quanto prima, altrimenti andiamo ancora una volta fuori tema).
Da Mark Evanier, storico soggettista, sceneggiatore, screenplayer e blogger, apprendo che alla fine degli anni Ottanta i due ebbero un contatto di lavoro, quando era nell’aria una possibile serie a disegni animati con Michael Jackson per la rete CBS.
Niente di così speciale, vista la lunga presenza in TV di un Michael kid animato nella serie dedicata a lui e ai suoi fratelli, i Jackson Five.
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Michael non era interessato a un suo ritorno nel tubo catodico come personaggio disegnato, ma era stato convinto dai suoi soci, o manager, che se avesse accettato ci sarebbe stato un bel business intorno al progetto.
“Sono una rockstar, mica un cartone!”, sosteneva Michael, appunto.
Così, Evanier si trovò nella strana situazione di spingerlo ad accettare la proposta cercando di studiare qualche soggetto (qualche espediente per giustificarle la presenza in un serial animato) che a Michael non dispiacesse.
Alla fine tutto svanì nel nulla, ma…
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(Fine della prima parte. Continua).
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Ne approfitto per pubblicare, intanto, questa azzeccata similitudine alla “separati dalla nascita” ipotizzata da Lexi Amberson nel suo celebre blog.
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