Dopo aver dato spazio a un giornale di moderata sinistra (La Repubblica), giunge il turno uno di destra (Il Foglio), quello diretto da E. B. (Elefantino Barbuto).
Vincino (alias Vincenzo Gallo), che del Foglio è il vignettista, desidera (giustamente) far circolare la notizia del concorso per disegnatori di satira indetto dal suo giornale.
Imaginificamente si chiama La caverna. Perché?
Perché il disegno è stato il primo linguaggio tecnologico di espressione umana, quindi la gara satrica ha come simbolo il bisonte dei geroglifici fatti dai cavernicoli.
Il giudice è lo stesso Vincino, che lancia tre temi su cui i disegnatori possono esercitarsi. Selezionerà ogni giorno le vignette più belle da pubblicare sul sito e la più bella in assoluto verrà invece stampata sul Foglio (quello di carta) al prezzo non sputabile (sopra di esso) di 300 euro (in cambio della cessione dei diritti di pubblicazione e dell’alloro alle tempie).
Vincino precisa che vi fu un concorso, 40 anni fa, lanciato dal glorioso quotidiano Paese sera. Vinse un rappresentante di commercio che si chiamava Giorgio Forattini. Non granché, dico io. Comunque, ecco l’augurio di Vincino: “Io sarei felice se questo concorso ci permettesse di trovare il venditore di porta a porta che disegnerà la satira dei prossimi trent’anni”.
Magari uno meglio di Forattini, aggiungo sempre io, e non pago di ciò, rincaro la dose affermando che al concorso per una striscia di Paese sera vinse anche un altro disegnatore e vignettista di ben altra stoffa, vale a dire Bonvi (Franco Bonvicini). Davanti a questo dato, Cartoonist Globale spera che emerga da questo concorso uno come il papà delle Sturmtruppen, e non già come il Foratta (ché uno basta e avanza).
Passiamo oltre.
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REGOLE
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Potete inviare le vignette all’indirizzo mail caverna@ilfoglio.it; le vignette dovranno essere in formato elettronico (gif/jpg/png) con una dimensione massima di 575×400 pixel.
Con l’invio del vostro disegno accettate implicitamente la cessione dei diritti dell’eventuale pubblicazione su www.ilfoglio.it e su Il Foglio.
I 3 temi suggeriti da Vincino ogni settimana sono temi di lavoro, ma le eventuali vignette su altri temi non verranno escluse a priori.
I TEMI DELLA PRIMA SETTIMANA
I temi di questa settimana sono:
– Iran
– Berlusconi e il G8
– PD
Venerdì 26 giugno a mezzanotte si chiude l’invio delle prime vignette.
Martedì 30 giugno verranno decisi i vincitori e verrà pubblicata sul Foglio cartaceo la vignetta più bella.
L’Elefantino Barbuto in questo periodo si distingue anche come striglitore di capo, come rivela con la lettera al premier della quale riporto sotto una parte.
Caro Cav., un premier non si difende così
Berlusconi denuncia un piano eversivo contro di lui, regista il gruppo editoriale di Repubblica e di settori dell’opposizione vicini a una magistratura sensibile alle sollecitazioni politiche più faziose. Può essere che abbia ragione, tanto più che non parla di un oscuro complotto ma del dipanarsi alla luce del sole di una campagna di feroce inimicizia, che rimesta nel privato e punta al character assassination, al più completo sputtanamento del nemico sul piano interno ed internazionale. Questa rappresentazione della realtà, e chiamatela se volete “funzione di garanzia della libera stampa”, nessuno la può onestamente negare.
Il problema è che le armi affilate di questa campagna provengono tutte da Berlusconi in persona e dal suo entourage.
La prima arma è una licenziosità di comportamento difficile da classificare, con molti tratti d’innocuo divertimento che abbiamo cercato di spiegare e di difendere su queste colonne fin dove possibile, uno stile di vita esposto comunque ai noti meccanismi di condizionamento e di ricatto che, vero o falso che sia il singolo racconto scandalistico, sono la eterna tentazione di coloro che frequentano in condizioni non perfettamente trasparenti gli uomini pubblici.
La seconda arma è un’autodifesa spesso risibile, esposta al ludibrio della stampa italiana e internazionale, difficile da capire nella logica di uno staff compos sui, capace di fare il proprio mestiere.
Quando l’avvocato Ghedini, deputato, ammette anche solo per assurdo che possa essere vero il racconto di Patrizia D’Addario, la ragazza che si è non troppo metaforicamente autodenunciata come putain de la Rèpublique et du premier ministre, e aggiunge che il suo cliente e leader non potrebbe comunque essere perseguito penalmente perché “utilizzatore finale” del corpo della ragazza, non soltanto dice una bestialità culturale e civile, ma riduce la storia in ci cerca di invischiare il suo cliente, il che è veramente grave, a qualcosa di simile a quello che capitò all’onorevole Cosimo Mele.
Il presidente del Consiglio dei ministri, per quanto sfolgoranti siano le sue doti di leader di un’Italia politica sburocratizzata, inventiva, orgogliosa, liberale, giocosa e un po’ pazza, non può comportarsi come un deputato di provincia preso con le mani nel vasetto della marmellata. Se non vuole stendere un velo di penosa incompetenza sull’insieme del suo valore di uomo di stato, per molti aspetti ottimo, Berlusconi deve liberarsi della molta stupidità e inesperienza politico istituzionale che lo circonda, e deve decidersi: o accetta di naufragare in un lieto fine fatto di feste e belle ragazze oppure si mettere in testa di ridare, senza perdere più un solo colpo, il senso e la dignità di una grande avventura politica all’insieme della sua opera e delle sue funzioni.
Il premier non si fa rappresentare da dichiarazioni slabbrate, non naviga per settimane tra mezze bugie che alimentano sospetti anche e soprattutto sugli aspetti più candidi del suo comportamento, non si dà per accessibile al primo che passa; un capo di governo parla al paese, agisce sulle cose che contano, evita di farsi intrappolare dallo scandalismo, parla un linguaggio di verità capace di indurre il grosso della nazione, o quella parte di essa che non ha portato il cervello all’ammasso dell’antiberlusconismo più fazioso, a voltare pagina e a stroncare le provocazioni.
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Il pezzo di Ferrara prosegue, e chi vuole continuarne la lettura può farlo agevolmente sul Foglio.
Chi si occupa di fumetti e disegni animati, forse, ha comprensibilmente voluto stare lontano dalle informazioni su questa vicenda. Ma poiché uno dei temi dl concorso riguarda anche il soggetto in doppiopetto in questione, forse è il caso di fornire ai possibili partecipanti una messe di informazioni su questa character assassination sufficienti a capire cosa gli si sta muovendo intorno.
In contrapposizione all’oscuramento dei fatti compiuto in modo sistematico, in questi giorni, da TG1, TG5, Studio Aperto e da un bel po’ di altre testate televisive, ci viene in soccorso Videopolitik, la cui animatrice, Gisella, rende pubblico un servizio informativo andato in onda su un’emittente locale, la barese Antenna Sud. L’avete visto, è qua sopra.
Seguono servizi curati dal TGNorba sull’inchiesta avviata dalla Procura di Bari, interviste ai vicini di casa della D’Addario e telefonata a Giampaolo Tarantini, l’imprenditore pugliese indagato per corruzione e indicato come procacciatore di giovani fanciulle.
Gisa informa anche che la D’Addario, in arte Patrizia Brummel, ha racimolato sette voti nelle liste comunali della Puglia prima di tutto, il partito di Raffaele Fitto che è stato appoggiato da Tonino Matarrese.
Nel video si vede anche uno spezzone di Canta Puglia di tanti anni fa, condotto da Daniele Piombi.
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