TAVOLE DI RESISTENZA, a cura di Sergio Badino

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Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova e Associazione Culturale Rapalloonia! presentano

Tavole di Resistenza, a cura di Sergio Badino

In mostra a Genova, Libreria Feltrinelli (Via XX Settembre, 231/233r), dal 3 al 30 giugno 2009.

Un tema: la Resistenza.
Un mezzo di comunicazione: il fumetto.
Tanti protagonisti: gli allievi del corso di sceneggiatura «Professione Sceneggiatore: Narrazione e Scrittura tra Cinema e Fumetto» condotto da Sergio Badino all’Accademia Ligustica di Belle Arti, coadiuvati dagli studenti di grafica del prof. Mario Benvenuto e da alcuni disegnatori esterni.

Oltre 20 sceneggiature realizzate dagli allievi del corso di scrittura; oltre 20 pagine a fumetti illustrate dai ragazzi del corso di grafica; oltre 20 tavole autoconclusive per raccontare Liberazione e Resistenza attraverso altrettante storie brevi, per mezzo del processo che, partendo dalla parola scritta, conduce al disegno.
In attesa di poter pubblicare anche in questo blog qualche tavola della mostra, Sergio Badino così ricostruisce per Cartoonist Globale la nascita dell’iniziativa. A lui la parola.

Nasce tutto dal seminario di 20 ore che ho tenuto all’accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, uno degli istituti d’arte più prestigiosi e antichi d’italia, fondata nel 1751.
E’ iniziato il 6 aprile e finito il 14 maggio, 10 incontri di 2 ore ciascuno, per un totale di 20 ore. Qui il suo programma:
http://blog.komix.it/professionesceneggiatore/seminario-sceneggiatura/
In totale avevo 30 allievi. Parallelamente si è presentata la possibilità di fare una mostra alla Libreria Feltrinelli di Genova, dove tempo prima come rapalloonia avevo domandato se interessasse l’argomento fumetti. Allora, ho pensato che per i ragazzi sarebbe stato molto interessante mettersi alla prova con una mostra, una sorta di saggio finale.

Ho dato loro un tema, la Resistenza, scoprendo che è un argomento molto sentito dai giovani.
Sarà per la storia di Genova, forse? Medaglia d’oro per la Resistenza: la prima città a liberarsi da sola dal nazifascismo prima dell’arrivo degli alleati.
E poi non dimentichiamo i fatti del 1960, con la caduta del governo Tambroni formato con l’appoggio fondamentale del MSI, per la prima volta al governo dopo il ventennio (anche se con altro nome).

I missini vollero, come dimostrazione di forza, tenere il congresso proprio a Genova, città simbolo della Resistenza. I moti di piazza fecero fare marcia indietro al partito, e costrinsero Tambroni alle dimissioni.

Comunque, forse anche per questi motivi il tema è stato dai ragazzi sentito e apprezzato. Si sono documentati. Hanno raccontato la Resistenza attraverso storie, fatti, eventi, racconti di partigiani, dei loro nonni.
Storie anche inventate, ma storie. Non c’è predica, non c’è moralismo. C’è solo un messaggio, che a quanto pare è sempre presente, sempre sentito.

C’erano anche un paio di allievi nati nei primi anni Novanta, quindi non è vero che ai giovani non interessano certi argomenti. Certo, questi aspiranti sceneggiatori sono ragazzi particolarmente sensibili, è vero. Ma chi meglio di loro per trasmettere i valori della Resistenza ad altri giovani, attraverso un mezzo potente come il fumetto? Potente e fascinoso sempre per i giovani, intendo.

Ho scelto di utilizzare le autoconclusive, fresco anche dell’esperienza da neo-condirettore di Mono. E poi soprattutto perché loro sono 30 ragazzi, e più di una tavola a testa sarebbe stata impossibile.
Volevo poi anche che allenassero la sintesi, una dote fondamentale da apprendere per saper scrivere. Hanno raccontato ministorie di Resistenza di una tavola, illustrate dai ragazzi del corso di grafica dell’Accademia Lingustica e da un paio di disegnatori esterni che ho coinvolto per l’occasione.

  • Zebedonio |

    Come si fa a resistere?
    Come si fa a sopportare?
    Dal “Corriere della Sera” – «Adesso basta con Noemi. Primo è di Napoli… E poi l’è gnanca tant bela (non è neanche tanto bella, ndr). Quin di a me interessa zero».
    Roberto Calderoli mette la parola fine così, a suo modo, al tor mentone della campagna elettorale, il ca so- Letizia, provocando qualche reazione (per Pina Picierno è «un fantastico esem pio di cialtroneria») e una pioggia di com­menti sul web.
    «Sa cosa ci vedo io sotto le lenzuola di Berlusconi? Tanto fumo e poco arrosto – aggiunge il ministro del Carroc cio -. E poi un nome, Arcore. Berlusconi torni ad Arcore, in Brianza. Lasci un po’ Na poli ai napoletani e alle napoletane».
    Questa è la gente che sta al governo, oggi.
    Non si commenta.
    Ma deve spingere a comportamenti.

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