DUCCIO GALIMBERTI DEVE MORIRE! di Pier Luigi Gaspa

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Quello che segue è il brano del mio libro che riguarda Duccio Galimberti. Il lettore del post precedente chiedeva notizie e mi sembrava opportuno dargliele.

Aggiungo solo che si tratta di una storia scritta da Alfredo Castelli e disegnata da Mario Uggeri, apparsa sul Corriere dei Ragazzi n. 17 del 29 aprile 1973 (e non 1972, come scritto in precedenza. La memoria si sa, tende a fallare con l’età. Stavolta avevo sottomano il testo e ho verificato).

A queste ne seguirono per la cronaca altre due, Il Dottor Battaglia, testi di Piero Selva (Mino Milani), disegni di Ferdinando Tacconi, apparsa nella serie Il fumetto della realtà, sul n. 16 del 20 aprile 1975; ultima, La beffa del teatro Goldoni, testi di Piero Zanotto, disegni di Giorgio Trevisan, sempre per la serie Il fumetto della realtà, appare sul n. 17 del 25 aprile 1976.

Titolo

Quest’uomo deve morire racconta la morte di una delle figure simbolo della Resistenza, Tancredi Galimberti, nome di battaglia “Duccio”.

Torino, 1944. Al comando della guarnigione tedesca, sotto l’infausto vessillo della croce uncinata, un ufficiale nazista estrae una foto dallo schedario. Ritrae un uomo come tanti… aria da impiegato, stempiato, barbetta ben curata…

“È lui! Quest’uomo deve morire! È un nemico della nostra causa, un traditore! Si chiama Tancredi Galimberti… è il capo delle formazioni “Giustizia e libertà”… un brigante da strada che attacca i soldati tedeschi in nome di assurdi ideali… È un assassino! Dobbiamo ucciderlo… per il bene di tutti…”.

Galimberti scampa alla cattura fuggendo in bicicletta dal cantiere edile nel quale lavora sotto il falso nome di Antonio Garnero, e mentre arranca per le strade verso quello che crede il suo rifugio più sicuro, ripercorre alcuni momenti della sua lotta per la libertà. Ma ad aspettarlo davanti alla panetteria dove ha sede il centro segreto di smistamento dei partigiani c’è appostata una pattuglia di repubblichini, che lo arresta.

Stacco. Centallo (Cuneo), 3 dicembre del 1944.
Due ciclisti avanzano lentamente nel buio della notte. Uno è medico, e ha appena assistito una partoriente. Al sopraggiungere di una camionetta militare i due, prudenzialmente, si gettano al suolo, mentre il mezzo si ferma a pochi metri da loro. A bordo, alcuni fascisti e Galimberti.

Il patriota viene costretto a scendere. Sa bene quello che l’aspetta, ma tenta disperatamente di ribellarsi:
“ No! Non potete uccidermi senza processo… È un crimine di guerra…”.
Gli fa eco la voce beffarda e sprezzante di un repubblichino:
“Non possiamo, dici?…”

Uno sparo, un corpo che si accascia in una pozza di sangue.
“È fatta. Andiamo”.

E la camionetta si allontana a tutta velocità.
Poco dopo, i due involontari testimoni dell’esecuzione, si chinano sul cadavere:
“È Duccio Galimberti…,” dice il medico, “ non l’hanno neppure processato per ucciderlo subito. Era troppo pericoloso per loro.”

A chiudere il racconto, un ultimo, amaro commento:”
“Oggi ho fatto nascere un bimbo e ho chiuso gli occhi ad un morto… spero che per merito di questo morto, quel bimbo possa vivere in un mondo migliore…”.

Il sacrificio di Galimberti è quello di tanti altri partigiani che hanno perduto la vita durante la lotta di Liberazione, uccisi assai spesso da loro compatrioti che avevano scelto di continuare a servire un regime ormai agonizzante e ostaggio dei nazisti.
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In questo breve fumetto, infatti – ed è la prima volta in tutti gli albi che abbiamo preso in esame fino a questo momento – il ruolo di carnefici è interpretato da militi fascisti della Repubblica di Salò, come avvenne nella realtà storica. I “Repubblichini” ebbero infatti parte spesso attiva nelle carneficine che hanno segnato il cammino della Resistenza, ma di tale ruolo, almeno a fumetti, campo al quale ci limitiamo, non si parla, preferendo i “soliti” nazisti, soprattutto se “SS”, per noi certo emotivamente coinvolgenti, ma anche più asettici, in quanto comunque stranieri.

Purtroppo, invece, tale complicità esistette, e non si può sottacere. Perché se è vero che la ferita di un popolo diviso a metà non si è ancora del tutto rimarginata, sessant’anni dopo l’epilogo di quei tragici eventi, è anche vero che, pur nel rispetto delle diverse posizioni, non si devono dimenticare il ruolo e le responsabilità di tutti coloro che vissero quel momento storico e parteciparono agli avvenimenti che lo caratterizzarono.

Per guardare al futuro con più serenità e con la piena consapevolezza che comunque siamo tutti figli di quei giorni.

  • Giulio Tremme |

    Mi hanno telefonato per dirmi di questa cosa, e mi scuso per tornare alla bassa, bassissima, miseranda politica italiana, con le bassezze del Basso.
    Condivido le ovvie, scontatissime, razionali e sensate parole di Franceschini (che forse i neofasci, i palestro-tatuati e le siliconate su tette e labbra non vorranno nemmeno sentirsi dire, andando a testa bassa verso lo sfascio e la nuova monarchia).
    ROMA – “Berlusconi ha in mente un mondo fatto di lustrini, veline e denaro. Un mondo del tutto diverso dall’Italia vera”.
    Dario Franceschini risponde così ai giornalisti che gli chiedono un commento alle parole di Berlusconi relative alla sua intenzione di presentare durante la campagna elettorale le cosiddette ‘veline’ al centro delle ultime polemiche.
    “Berlusconi è nervoso… è comprensibile che lo sia…
    E’ meglio non innervosirlo ulteriormente”. Ironizza il leader Pd che fa riferimento alle parole di Veronica Lario aggiungendo che “preferisco attenermi alla saggezza popolare e dunque ripeto, a questo proposito, che non voglio mettere il dito tra moglie e marito”.
    Franceschini attacca però quella che ritiene la visione del paese da parte del leader della maggioranza: “Cosa ne sa dell’Italia un miliardario che si sposta in aereo privato da una all’altra delle sue ville?
    Cosa sa della vera fatica che fanno le vere donne italiane per affermarsi nel mondo del lavoro?”.
    Proprio oggi il segretario del Pd ha presentato una proposta di legge popolare per favorire “la partecipazione delle donne alla vita economica sociale”, che prevede diverse misure a favore delle lavoratrici, tra le quali il congedo obbligatorio per maternità dei padri.

  • Luca Boschi |

    Grazie, Pier, anche per avermi spedito la copertina, che inserirò in un altro post apposito as soon as possible.
    Come vedi, anche a distanza di tempo, alcuni articoli “funzionano ancora” e suscitano commenti.
    I “consultatori” del blog spesso sono nuovi e non hanno possibilità di accedere a post e commenti del passato e quindi… si comportano di conseguenza.
    A molto presto, anche per accennare alla tua nuova iniziativa sulla Luna e i fumetti, con un altro libro che si collega a una complessa manifestazione (con mostra e convegni) lì a Lucca, ideata da Angelo Nencetti, con il coinvolgimento di tutta una serie di operatori…
    A presto!
    Lucca

  • Pier Luigi Gaspa |

    Ciao, Luca. Grazie dello spazio che hai messo a disposizione. E grazie a Ghiga per le correzioni al comunicato del Comune di Pistoia… effettivamente spariva del tutto il nome di Niccolai, e non va bene.
    Grazie anche a Gianfranco per la segnalazione dei giorni scorsi: niente paura, il libro sta per esserti inviato! Potrai metterci le mani quanto prima. Quella di Pistoia era una presentazione in anteprima, visto che è nato qui, ma tra poco sarà nelle librerie.
    Del volume di Ribichini, peraltro, si parla abbondantemente nel nostro volume. Anzi, lo conclude proprio con un adeguato spazio. Lo merita per tutta una serie di ragioni. Compreso il fatto che vi abbia partecipato l’istituzione scolastica. Pian piano questa sembra che si stia muovendo e trovo che la cosa sia oltre modo meritoria. Il nostro stesso libro, come ben sai, Luca, è stato in un certo senso ‘tarato’ per la fruizione anche scolastica, con le sue schede storiche e tutto il resto che non sto adesso a ricordare.
    Un saluto a tutti.
    Pier Luigi

  • Geroboamo |

    La Resistenza si fa tutti i giorni.
    Per esempio a chi, a Milano, pur di dimostrare ai razzisti come lui che prende i provvedimenti contro gli extracomunitari sporchi, impedisce di consumare all’aperto qualsiasi pasto.
    Così, per non sembrare razzista, è costretto a emanare editti che impediscono anche ai bambini, a Milano, di leccare un gelato .
    Come lo chiamate, questo?
    Siamo lontani dai crimini nazifascisti, ma un bel po’ di fascismo ci sta, nella testa di questa gente.
    Nel frattempo, accadono cose.
    Io lo sapevo che la campagna contro De Magistris, che ha sollevato un pentolone, nel quale cosche e politici (di quali partiti?) gozzovigliano allegramente, era pretestuosa, e imbastita ad arte da questi poteri anti-gente, anti-Italia, pro-élite, la stessa che vota il PdL.
    Non dico che tutti gli elettori del PdL siano così, certo ci sarà una maggioranza stragrande di evasori fiscali (e questo è notorio); ci saranno anche persone perbene, semplicemente intronate, o ingenue, o disperate. Ma ci sono anche questi che “ci sono”, e che vedono come l fumo negli occhi le inchieste (anche) di De Magistris.
    Ma è stato scagionato. Perfino “Il Giornale”, della famiglia Berlusconi, organo della perte più sordida e cieca del PdL, è costretto a riportare la notizia: “Fine dei guai per Luigi De Magistris, l’ex pubblico ministero di Catanzaro attualmente candidato alle elezioni europee con l’Italia dei valori. Ieri mattina il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Salerno, Maria Teresa Belmonte, ha definitivamente archiviato il procedimento per rivelazione di segreti d’ufficio e abuso d’ufficio a carico di De Magistris, accusato di avere spifferato alla stampa i dettagli dell’inchiesta «Toghe Lucane», compresi i nomi iscritti nel registro degli indagati.
    La querela contro De Magistris era stata firmata da una sua ex collega, il pm Felicia Genovese e dal marito di questa, l’imprenditore Michele Cannizzaro, entrambi indagati in «Toghe Lucane».
    La procura di Salerno aveva chiesto l’archiviazione, i due querelanti si erano opposti. Ieri il gip ha confermato: inchiesta chiusa, De Magistris prosciolto e con lui i giornalisti destinatari delle misteriose «soffiate». Non c’è la minima prova, secondo il gip, che proprio De Magistris abbia raccontato in giro i dettagli della sua indeccetera.”
    Chiaro, no? Gli indagati cercano di bloccare un’inchiesta che potrebbe dar loro fastidio.
    Per quale partito hanno votato costoro?
    Non è una domanda retorica. Mi scandalizzerei anche se fossero di centro o di sinistra.
    E vorrei proprio saperlo.
    Saluti e baci.
    Geroboamo

  • Ghiga |

    Questo era il Comunicato N. 203 del 23-04-2009 del Comune di Pistoia, in merito al libro di cui si parla… Era pieno di errori e storpiature (complimenti all’Ufficio Stampa del Comune di Pistoia!!!) che ho provveduto a correggere, almeno quelli che ho trovato senza nemmeno doverci riflettere. Perfino il nome dell’autore (ma insomma, un po’ di attenzione!!!).
    FESTA DELLA LIBERAZIONE: LA RESISTENZA RACCONTATA A FUMETTI
    Venerdì 24 aprile alle 19 nell’auditorium Tiziano Terzani della biblioteca San Giorgio di Pistoia verrà presentato il libro “Per la libertà. La Resistenza nel fumetto” (Settegiorni Editore, 2009).
    All’iniziativa parteciperanno il sindaco di Pistoia Renzo Berti e gli autori del volume, lo storico dell’immagine Pier Luigi Gaspa e il collezionista di fumetti Luciano Niccolai.
    Nel libro si evidenzia come il fumetto ha raccontato la Resistenza dal dopoguerra ad oggi, un genere poco conosciuto, che ebbe inizio nel 1944 prima della fine del secondo conflitto mondiale.
    La prefazione del volume è affidata allo storico della filosofia Giulio Giorello, mentre l’introduzione è del pistoiese Luca Boschi, massimo esperto di fumetti in Italia e direttore del festival “Napoli Comicon”. I testi sono di Pier Luigi Gaspa che si basa sulla collezione di fumetti di Luciano Niccolai di Pistoia, che ha raccolto con passione nel corso degli anni le storie disegnate che parlano della Resistenza.
    Niccolai, figlio di Dino, partigiano della formazione “Libertà”, è tra i pochi collezionisti di questo genere in Italia.
    Tra i primi fumetti che hanno per protagonisti i partigiani e la lotta di Liberazione troviamo, “Albi e Libertà” pubblicato a Napoli, i cui autori sono Molmac e Paolo Coppola.
    Le altre testate e storie ricordate nel volume sono “Il Pioniere”, settimanale a fumetti del Partito Comunista italiano, “Il Corriere dei piccoli”, “Intrepido” (con “Cuore Garibaldino”), “Pam il partigiano”, “Pinotto e Pinolo”, un bambino figlio di un partigiano e il suo cane Pinolo.
    Si parla anche dell’avventura di Gennà e Carulì, orfani di Montecassino, scampati al bombardamento della città laziale, che salvano due partigiani prima della loro cattura. Nel testo si ricorda inoltre l’umorismo del fumettista Attalo, al secolo Gioacchino Coalizzi, che con il suo personaggio “Gagà” mette alla berlina quanti dopo la fine della seconda guerra mondiale e della lotta di liberazione, si accodarono al carro dei vincitori spacciandosi per partigiani.
    Nel libro si parla anche dei massimi disegnatori italiani di fumetti tra i quali Guido Crepax, Hugo Pratt, Sergio Staino e Alberto Pagliaro.
    Non poteva mancare la fumettista pistoiese Valentina Ghelli, che nella metà degli anni Novanta disegnò il partigiano Andreini.
    L’appuntamento rientra nell’ambito della Festa della Liberazione e fa parte di “Un anno per far vivere la Memoria”, iniziativa organizzata dal Cudir, il Comitato unitario per la difesa delle istituzioni repubblicane del Comune di Pistoia.

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