“Chi è Don Peppe?”
“Sono io”.
Poi una rapida successione di colpi e, sei mesi dopo don Puglisi, anche la camorra ammazza il suo primo prete.
Aveva 36 anni don Peppe Diana, quando nella sagrestia della Chiesa di San Nicola a Casal di Principe ha risposto per l’ultima volta a quella domanda.
Era il 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico.
Un fumetto, con relativa mostra presente nella prestigiosa cornice dell’undicesima edizione del Comicon di Napoli, racconta la vita e l’eredità di don Peppino, la sua normalità che diventa rivoluzionaria in una terra sfregiata dai molteplici e loschi affari del cosiddetto clan dei Casalesi, il contesto difficile in cui ha vissuto e dal quale ha tentato di sottrarre i più deboli.
Don Peppe Diana, per amore del mio popolo è il titolo del fumetto scritto da Raffaele Lupoli (che è anche ideatore e curatore della collana) e dallo sceneggiatore Francesco Matteuzzi e disegnato da Riccardo Innocenti, Luca Ferrara, Luca Cicchitti, Giovanni Ballati, Mauro Balloni e Anna Ciammitti, copertina di Valeria De Caterini (vedi subito sotto).
E’ la prima opera di un progetto ancora più ampio, figlio dell’associazione daSud e della casa editrice Round Robin, che lanciano al Comicon la collana Libeccio, con la quale racconteranno grazie a tavole e balloon le storie degli eroi (quasi mai per scelta) della lotta alle mafie, soprattutto attraverso le testimonianze di chi li ha conosciuti.
Perché la forma del fumetto? La risposta la daranno venerdì mattina alle 11 al Comicon gli stessi protagonisti del progetto Libeccio, andando ben oltre la sola forma del tratto disegnato e sperimentando la contaminazione dei linguaggi, delle arti visiva, del giornalismo e della memoria antimafia “dal basso”, com’è ormai tradizione per l’associazione daSud onlus.
Venerdì, al Salone internazionale del fumetto andrà in scena una performance che mette insieme il tratto disegnato con il teatro, la narrazione con i suoni, e il coinvolgimento del pubblico è assicurato.
Ad aprire l’incontro con le scolaresche e gli addetti ai lavori sarà il mimo Armando Profumi, che racconterà con i movimenti del corpo e l’aiuto di ombre e balloon che cosa vuol dire passare dall’immagine filmata all’immagine disegnata. Il pubblico in sala diventerà esso stesso protagonista di una intensa ed entusiasmante performance collettiva, un momento di gioco e contestualmente di riflessione sulla “scelta” di stare o meno dalla parte della legalità.
Un momento di alto valore evocativo che catapulta i giovani dentro le tavole disegnate per fargli vestire i panni di chi si trova a vivere e operare in territori difficili come quelli del casertano o del napoletano.
Durante il seminario la fumettista Monica Catalano e l’illustratrice Valeria De Caterini – tra le animatrici del progetto – racconteranno, disegnando dal vivo, assieme allo sceneggiatore Francesco Matteuzzi perché hanno scelto di collaborare alla realizzazione di un fumetto “antimafia” e come è nato il graphic novel dedicato a don Diana.
Insomma, il lavoro del pool del fumetto antimafia prosegue anche fuori dalle tavole disegnate.
E consente di volgere al plurale la risposta alla domanda “Chi è don Peppe?”… “Siamo noi”.
L’illustrazione all’inizio del post si trova all’interno del fumetto Don Peppe Diana – Per amore del mio popolo, ed è una collaborazione fra Monica Catalano e Riccardo Innocenti.