ATTENZIONE: questo post inizia qua ma prosegue virtualmente a cura di Umberto Randoli in un altro blog, quello delle strisce, esattamente qui: http://blogcomicstrip.blogspot.com/2008/07/professor-nimbus-di-andr-daix.html
Riguarda una mostra che, come potete leggere sotto, si è tenuta lo scorso anno, ma i temi che “aleggiano” tra queste righe servono anche di antipasto ad una sezione della prossima edizione di Napoli Comicon (nel “ponte” del 25 aprile), curata da Andrea Ippoliti. Ne parleremo quanto prima qui.
Quanto segue è solo una riproposizione, con qualche aggiunta e correzione, anche a beneficio di Paul Karasik, che non conosce il raro toon mostrato qua sotto.
Il Fumetto di propaganda in Italia dalle origini al 1945 è il titolo della rassegna che la ridente cittadina di Predappio (dal 12 luglio al 12 ottobre 2008) ospita all’interno di quella che fu la casa natale del Duce del Fascismo Cavalier Benito Mussolini: una iniziativa inserita nel percorso inaugurato dall’Amministrazione Comunale di Predappio nel 1999 con la riapertura della casa natale del Duce, destinandola a manifestazioni culturali incentrate sulla riflessione e l’approfondimento della storia d’Italia nella prima metà del XX secolo.
Una iniziativa benemerita, per non rimuovere un periodo della nostra storia che ci appartiene, e che molto spesso viene sottovalutato o “archiviato”, specie delle giovani e svampite generazioni.
Il progetto espositivo ha come tema portante la storia del Fumetto italiano nella prima metà del Novecento, con particolare attenzione al fine propagandistico che il regime fascista fece di questo mezzo. La storia del Ventennio viene così riletta attraverso le gesta di piccoli eroi e antieroi di carta, diventati in molti casi agili strumenti nelle mani di un potere smanioso di suggerire modelli di comportamento.
Qui sopra uno stranissimo esempio di cartoon di propaganda della secanda guerra mondiale, che su Tu Tubo è presentato (con erronea valutazione) con il titolo Weird Nazi Cartoon. Ma così non è. Il livello medio dei disegni animati tedeschi è davvero molto inferiore a quello che potete vedere in queste immagini, e il destinatario del film è il pubblico francese.
Il protagonista è un personaggio praticamente inedito in Italia, il Professor Nimbus, creato nel 1934 da André Daix (al secolo André Delachenal).
Sotto, mostro una gag di routine della versione di Nimbus pubblicata in Turchia, dove il nome del protagonista è divenuto Tektel Amca.
Il gruppo di animatori che ha realizzato questo corto di propaganda, capeggiati dall’abile e spregiudicato Raymond Jeannin, aveva comunque lo scopo di mettere in guardia i francesi dal supposto aiuto americano, simboleggiato da un mix inedito di personaggi che, senza autorizzazione degli aventi diritto, sono presentati tutti insieme in una operazione che precede di mezzo secolo Chi ha incastrato Roger Rabbit?.
Con Topolino, Pippo e Paperino combattono anche il gatto Felix e Popeye, che giustamente si informa sulla qualità degli spinaci francesi.
Se per qualche ragione il cartoon si presenta un po’ “duro” da scaricare, prego portare pazienza, perché la visione di questa rarità (con i sottotitoli in inglese) vale una piccola sofferenza.
E torniamo all’Italia.
L’importanza data al fumetto dal regime fascista si dimostra appieno già nel febbraio 1923, a poche settimane dalla marcia su Roma, quando nelle edicole di tutta Italia fa la sua comparsa Il Balilla.
I ragazzi italiani si ritrovarono allora tra le mani un nuovo albo illustrato, volutamente propagandistico, in diretta concorrenza con il Corriere dei Piccoli, al quale si ispirava anche nella impostazione e nella grafica.
Lo scopo dichiarato era quello di far nascere nuovi eroi italiani contrapposti a quelli d’importazione, nuovi modelli di italianità da imitare.
Il prolificare dell’editoria per ragazzi, incentivato in quegli anni dalla fiorente attività di editori come Nerbini e Mondadori, su tutti, favorì il diffondersi di pubblicazioni di vario genere, che ammiccavano ai contenuti indicati dal regime.
L’autarchia e la successiva entrata in guerra dell’Italia provocarono poi un ulteriore cambiamento, tutti i fumetti d’importazione scomparvero: a sopravvivere in un primo momento fu solo Topolino ( particolarmente gradito al Duce e ai suoi figli), e l’ostracismo verso tutto ciò che poteva dirsi straniero coinvolse anche gli eroi di carta.
A sostituire fumetti del calibro di Flash Gordon, Mandrake e Phantom furono allora tavole dal sapore propagandistico apparse sulla stampa periodica per ragazzi. Tra le più celebri quelle di Dick Fulmine, disegnato con i tratti di Primo Carnera, immagine d’eroe italico sfruttata anche durante la guerra, quando gli vennero fatti indossare i panni del soldato invincibile.
L’esaltazione dell’italianità passata anche attraverso le storie di Lucio l’avanguardista, nato dalla curiosa fantasia di redattori nostrani che, manipolando una striscia anglosassone, ritoccarono le tavole originali mettendo camicie nere posticce ai personaggi, cercando anche di “romanizzare” le strade di Londra.
A partire dagli anni Quaranta, a fianco di giovani balilla ed eroi della guerra abissina, nacquero anche strisce che ritraevano grottesche controfigure a fumetti dei nemici in guerra: da Ciurcillone a Re Giorgetto d’Inghilterra, da Trottapiano Rusveltaccio, presidente americano (chiamato così dal disegnatore Enrico De Seta perché la poliomelite gli aveva procurato un problema di deambulazione), sino a Stalino, sanguinario capo sovietico.
La tavola del Balilla qui a lato è dell’inarrivabile Maestro ligure Antonio Rubino, un genio che tutto il mondo senziente ci invidia.
Sotto, il suo autoritratto realizzato nel 1930, con alle spalle un florilegio dei suoi personaggi.
La Mostra è articolata come un percorso attraverso fumetti e documenti d’epoca sud-
diviso in diverse sezioni tematiche, disposte nei vari ambienti.
Si parte dalla situazione del fumetto in Italia dai primi anni del ‘900 fino agli anni Venti con Il Corriere dei Piccoli e le altre pubblicazioni del periodo, passando poi all’analisi di come cambia il panorama dell’editoria per ragazzi dopo la marcia su Roma: la nascita del Balilla e de La piccola italiana.
Nelle sezioni seguenti si potranno vedere esempi del fumetto “autarchico” con gli eroi del fumetto italico: Dick Fulmine, Lucio L’avanguardista e gli altri.
Il percorso espositivo si conclude con alcune pubblicazioni uscite negli anni del conflitto e, poi, dell’immediato dopoguerra, strisce in cui traspare già il nuovo clima del paese.
Seppur selettiva, visto l’ampio lasso di tempo coperto, la mostra si presenta come la più importante del genere fino ad oggi mai realizzata in Italia su questo tema.
Realizzata con il contributo del Comune di Predappio, l’esposizione è a cura dalla Fondazione Franco Fossati di Milano e di Box Studio di Forlì, con la collaborazione dell’associazione “Francesco Rum” di Genova.
Orari
luglio, agosto: dal martedì alla domenica 10.30 – 12.30 / 15.00 – 18.30 (chiuso al lunedì)
settembre, ottobre: sabato, domenica e festivi 10.30 – 12.30 / 14.30 – 18.00
Biglietti
Intero Euro 3,00
Ridotto Euro 2,00
Visite guidate a richiesta, su prenotazione
Per informazioni
segreteria organizzativa: Box Studio – Tel. 0543 815310
info@casamussolini.it – www.casamussolini.it
URP Comune di Predappio: Tel. 0543-921711
urp@comune.predappio.fo.it – www.comune.predappio.fo.it
Le caricature in forma di palmipedi dei dittatori Mussolini e Adolf Hitler hanno il © Warner Bros., e sono ricavate dal cortometraggio del 1942 The Ducktators, del ciclo Looney Tunes.